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Gestione privatistica delle liste di attesa nel reparto di oculistica a catanzaro: 12 indagati tra cui il primario

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Nel reparto di oculistica dell’azienda ospedaliero-universitaria renato dulbecco di catanzaro è scoppiato un caso giudiziario legato alla gestione delle liste d’attesa. Le accuse riguardano una presunta organizzazione che avrebbe favorito pratiche illegali, coinvolgendo personale medico e amministrativo. L’indagine ha portato all’arresto del primario e altre misure cautelari per diverse persone.

I dettagli dell’inchiesta e le accuse principali

Le forze dell’ordine del comando provinciale di catanzaro hanno eseguito un’ordinanza del gip che ha disposto gli arresti domiciliari per il primario del reparto oculistico, vincenzo scorcia, 48 anni, e per maria battaglia, segretaria in uno studio privato. I due sono al centro delle indagini insieme ad altri dieci indagati.

I reati contestati includono associazione a delinquere finalizzata a reati contro la pubblica amministrazione come peculato, concussione e truffa aggravata. A questi si aggiungono l’interruzione di pubblico servizio; al medico vengono inoltre attribuiti falsità ideologica in atto pubblico e autoriciclaggio.

L’inchiesta ipotizza che la gestione delle liste d’attesa fosse condotta con modalità “privatistiche”, cioè fuori dalle procedure ufficiali previste dalla sanità pubblica. In pratica alcuni pazienti sarebbero stati inseriti in modo irregolare nelle agende degli specialisti per favorire visite private non autorizzate.

Il ruolo dei protagonisti nell’organizzazione

vincenzo scorcia ricopre da anni il ruolo di primario nel reparto oculistico della struttura sanitaria calabrese ed è figura chiave nella vicenda. La sua posizione gli avrebbe permesso di influenzare l’organizzazione interna delle prenotazioni mediche.

maria battaglia lavorava come segretaria presso uno studio privato collegato indirettamente alla struttura pubblica; secondo l’accusa fungeva da tramite tra pazienti interessati a saltare le code ufficiali e i medici coinvolti nell’accordo illecito.

Gli altri dieci indagati comprendono personale sanitario e amministrativo che avrebbero collaborato nella creazione della rete irregolare finalizzata ad agevolare appuntamenti privati attraverso canali non previsti dalle norme vigenti sulla sanità pubblica italiana.

Impatto sulle attività ospedaliere e risvolti legali

La presunta interruzione del pubblico servizio è legata proprio alla distorsione della normale attività ospedaliera causata dalla manipolazione delle liste d’attesa. Pazienti in lista regolare avrebbero subito ritardi significativi mentre si privilegiavano quelli inseriti con metodi impropri.

L’indagine rappresenta un colpo importante contro fenomeni corruttivi all’interno degli enti sanitari locali; la magistratura sta valutando tutte le responsabilità penali dei soggetti coinvolti senza esclusioni.

Le accuse mosse ai dodici indagati prevedono pene severe data la natura dei reati commessi in danno dello stato italiano oltre al danno arrecato agli utenti bisognosi di cure tempestive ed efficaci nell’ambito della sanità pubblica calabrese.

Written by
Andrea Ricci

Andrea Ricci non cerca l’ultima notizia: cerca il senso. Blogger e osservatore instancabile, attraversa cronaca, politica, spettacolo, attualità, cultura e salute con uno stile essenziale, quasi ruvido. I suoi testi non addolciscono la realtà, la mettono a fuoco. Scrive per chi vuole capire senza filtri, per chi preferisce le domande alle risposte facili.

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