Spike Lee torna a Cannes con il suo nuovo lavoro Highest 2 Lowest, presentato fuori concorso. Questo ritorno richiama alla memoria un episodio ancora vivo nel regista: la mancata vittoria di Fa’ la cosa giusta al Festival di Cannes del 1989. Quel rifiuto storico è legato a un confronto con l’allora presidente di giuria Wim Wenders, che continua a suscitare discussioni a distanza di trentasei anni.
Come spike lee è tornato a cannes con highest 2 lowest
Nel maggio 2025, Spike Lee ha scelto Cannes come palcoscenico per la prima mondiale di Highest 2 Lowest. Il film non fa parte della competizione ufficiale, una scelta accolta con una certa delusione dallo stesso regista. Spike Lee aveva infatti sperato in un ruolo più centrale, in linea con la sua storica presenza sulla Croisette. Il festival francese è noto per l’importanza attribuita a su tematiche sociali e personali, che da sempre caratterizzano l’opera di Lee. Questo nuovo capitolo della sua filmografia si inserisce dunque in un contesto di attesa e curiosità, considerando anche il passato prestigioso del regista nella rassegna.
Emozioni e riflessioni per lee
La gratitudine per la partecipazione è vissuta con un misto di emozioni: da un lato la voglia di riaffermarsi sulla scena internazionale, dall’altro la consapevolezza di un riconoscimento che arriva con modalità diverse dal passato. La presenza fuori concorso impedisce a Highest 2 Lowest di competere per i premi più ambiti, e ciò riporta alla mente l’amargo episodio del 1989. Anche in quell’occasione, Lee visse l’esperienza del festival in modo intenso, ma senza portare a casa riconoscimenti ufficiali. Un parallelo che Emma spinge a riflettere sul destino e sulle dinamiche della giuria cannoise, e su come le sue scelte abbiano segnato la storia del cinema contemporaneo.
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Fa’ la cosa giusta al festival di cannes 1989 e l’addio alla palma d’oro
Nel 1989, Spike Lee presentò al Festival di Cannes il suo film Fa’ la cosa giusta. Il lavoro suscitò grande interesse e consenso da parte del pubblico e della critica. La pellicola affrontava temi di razzismo, tensioni razziali e conflitti sociali in un quartiere di New York, portando una voce nuova e potente nel contesto della cinematografia internazionale. La partecipazione al festival era vista come una tappa importante per il riconoscimento artistico del regista.
Nonostante il favore del pubblico, il film non riuscì a conquistare la Palma d’Oro. Quel premio andò invece a Sesso, bugie e videotape, opera di Steven Soderbergh, che ottenne altresì il premio per il miglior attore assegnato a James Spader. La sconfitta fu percepita da Lee come particolarmente ingiusta, alimentando un malcontento duraturo e mai sopito rispetto alle dinamiche interne della giuria.
Un caso ancora discusso
Il caso resta uno dei più discussi nella storia del festival. La vittoria di Soderbergh arrivò in un anno particolarmente competitivo, ma ciò non evitò le critiche riguardo alle scelte di valutazione della giuria. Fa’ la cosa giusta rimase nel cuore degli spettatori come un’opera essenziale, ma il riconoscimento ufficiale della Croisette non arrivò mai.
La tensione con wim wenders e le accuse di spike lee
Il centro della polemica ruota attorno a Wim Wenders, allora presidente della giuria. Spike Lee ha più volte accusato Wenders di avere avuto un ruolo decisivo nel bocciare Fa’ la cosa giusta. In un’intervista recente con The Hollywood Reporter, Lee ha ribadito la sua posizione, sostenendo che Wenders definì il protagonista Mookie un “personaggio non eroico”. Questo giudizio, secondo Spike Lee, fu il motivo per cui il film non ottenne il sostegno necessario dalla giuria.
Lee ha rivelato che altri membri della giuria, tra cui Sally Field e Héctor Babenco, gli avevano riferito le discussioni avvenute dietro le quinte. Secondo il racconto, Wenders avrebbe affermato che il film non poteva vincere, facendo precipitare la decisione verso la preferenza per Sesso, bugie e videotape. La reazione di Spike Lee fu dura, al punto da minacciare Wenders con una mazza da baseball Louisville Slugger, gesto simbolico che sottolineava il suo scontento e la sua frustrazione per l’esito del festival.
Questo episodio è rimasto impresso nella memoria pubblica come una delle controversie più note nella storia del festival e del regista americano. Il contrasto tra Lee e Wenders ha animato discussioni sulla libertà creativa, il riconoscimento dei temi sociali e il peso delle personalità nel processo decisionale del festival.
Wim wenders risponde alle accuse e le reazioni successive
Wim Wenders ha sempre respinto le accuse di Spike Lee, sostenendo che la decisione finale non spettasse a lui in modo esclusivo, bensì all’intera giuria. Il regista tedesco ha ricordato come la scelta di assegnare la Palma d’Oro sia stata presa collettivamente e che Fa’ la cosa giusta semplicemente non ebbe il supporto degli altri giurati.
Wenders ha descritto la sua esperienza come tormentata, raccontando di notti insonni trascorse a riflettere sulla scelta. La sua intenzione non era mai stata quella di offendere Lee in modo personale, e ha espresso rammarico per come il regista americano abbia preso la questione. Il presidente di giuria ha anche ricordato la minaccia ricevuta con la mazza da baseball, ironizzando sul fatto che se Lee voleva affrontarlo avrebbe dovuto vedersela con l’intera giuria e non soltanto con lui.
Un episodio che aggiunge complessità
Questa divergenza di versioni aggiunge un tassello di complessità alla storia dietro quell’edizione del festival. La gestione del premio da parte di Wenders e delle sue valutazioni suscita domande sulle dinamiche interne della giuria e su come venga bilanciata la volontà artistica con le pressioni esterne e personali.
Il lascito della disputa tra spike lee e cannes negli anni
Il ricordo di quell’episodio del 1989 continua a influenzare la reputazione di Spike Lee e la percezione del festival di Cannes stessa. La mancata vittoria di Fa’ la cosa giusta resta un caso emblematico di come le scelte dei giurati possano segnare la carriera di un autore e la storia del cinema. Spike Lee, con la sua presenza nel 2025, sembra voler chiudere un cerchio con la Croisette, anche se la sua posizione resta critica e ferma.
Cannes, da parte sua, rimane uno degli eventi culturali più seguiti nel mondo, capace di emozionare e dividere. La figura di Spike Lee, con le sue opere impegnate e potenti, continua a stimolare discussioni importanti sul ruolo del cinema nella società. La polemica con Wenders verrà ricordata come un momento di tensione che ha mostrato quanto possa essere complesso e personale il meccanismo dietro la selezione dei vincitori. Ogni nuova edizione del festival registra con attenzione queste memorie, che fanno parte di un racconto più ampio sulla storia del cinema globale.