Luisa ranieri esclusa tra le protagoniste ai david di donatello 2025, ma resta icona emotiva di diamanti di özpetek

L’edizione 2025 dei David di Donatello, in programma il 7 maggio su Rai 1, solleva polemiche per l’assenza di Luisa Ranieri tra le candidate migliori attrici protagoniste.
L’edizione 2025 dei David di Donatello suscita dibattito per l’assenza di Luisa Ranieri tra le candidate come miglior attrice protagonista, nonostante la sua intensa interpretazione in "Diamanti" di Ferzan Özpetek, che molti ritengono il cuore emotivo del film. - Unita.tv

L’edizione 2025 dei David di Donatello si prepara a celebrare il cinema italiano con la cerimonia trasmessa da Rai 1 il 7 maggio, ma una delle assenze più commentate riguarda la candidatura di Luisa Ranieri. L’attrice è candidata come miglior attrice non protagonista per il film parthenope di Paolo Sorrentino, mentre la sua interpretazione in diamanti di Ferzan Özpetek – piena di intensità e profondità – non è stata riconosciuta nella categoria protagonista, nonostante il ruolo centrale che Ranieri copre nel film. Questa decisione ha acceso un dibattito sul riconoscimento delle sfumature femminili nel cinema italiano e sul modo in cui le performance più complesse vengono valutate dall’Accademia.

Il ruolo di alberta canova in diamanti: un cuore pulsante della storia

Alberta Canova, il personaggio interpretato da Luisa Ranieri in diamanti, è una donna che incarna forza e fragilità allo stesso tempo. Ambientato tra gli anni ’60 e ’70 nella Roma artigiana, il film segue la vita di questa donna che gestisce una sartoria con rigore ma anche con profonde tensioni emotive. Alberta è il fulcro del racconto, il punto di riferimento di altre donne che gravitano attorno a lei. Luisa Ranieri ha dato a questa figura una presenza concreta, fatta di silenzi carichi di significato e gesti misurati, rendendola protagonista nonostante il film presenti una narrazione corale.

Una presenza discreta ma dominante

Quella di Alberta non è una presenza rumorosa o plateale. È una donna che comanda con disciplina e protegge chi le sta attorno, anche a costo di nascondere la propria sofferenza. Nel racconto, la sua figura emerge come colonna portante di un delicato equilibrio emotivo, senza che sia necessario alzare la voce o ricorrere a drammi esagerati. Questa interpretazione ha impressionato spettatori e critici per la sua verità, ma non ha ricevuto il riconoscimento ufficiale come miglior attrice protagonista ai David di Donatello, una scelta che ha suscitato molte discussioni.

Ferzan Özpetek ha costruito un film ricco di atmosfera e tensioni intime, ma è stato proprio il lavoro di Luisa Ranieri a dare corpo e anima a quella dimensione sensuale e fragile. Il suo ritratto di Alberta rimane saldo nella memoria, eppure l’Accademia l’ha collocata nella categoria non protagonista. Questo riflette una linea di demarcazione che pare ignorare il valore di interpretazioni mature e misconosciute, specialmente quelle che non corrispondono a figure stereotipate o giovanilistiche.

Le candidature alle migliori attrici protagoniste e la sensazione di un vuoto

Per la categoria miglior attrice protagonista ai David 2025, le candidate comprendono Barbara Ronchi per familia, Romana Maggiora Vergano per il tempo che ci vuole, Tecla Insolia per l’arte della gioia, Celeste Dalla Porta per parthenope e Martina Scrinzi per vermiglio. Ognuna di queste ha portato in scena personaggi forti e carichi di emozioni, lavorando su ruoli complessi e sfaccettati.

Eppure, dopo aver visto diamanti, molti spettatori e addetti ai lavori avvertono l’assenza di Ranieri in questa lista. Il suo personaggio non si limita a sostenere la trama: è lei a tenere insieme il tessuto emotivo del film. Alberta Canova resta stampata nella memoria più delle tante voci in gara, un’assenza che pesa sulle dichiarazioni e sui commenti della vigilia.

La serata di premiazione sarà condotta da Mika ed Elena Sofia Ricci, sul palco di una delle manifestazioni cinematografiche più seguite in Italia. Tra i nomi possibili per i riconoscimenti, manca quello di Ranieri come protagonista. Un’assenza tanto evidente che solleva interrogativi su cosa oggi significhi essere al centro di una storia e come il cinema italiano misura il ruolo femminile più autentico, capace di reggere la scena senza clamore.

Parthenope e il ruolo di luisa ranieri: una presenza più discreta ma significativa

A differenza di diamanti, il ruolo di Luisa Ranieri in parthenope si presenta in modo più misurato, segnato da una malinconia nascosta e da una presenza che si posiziona più sullo sfondo della vicenda. Il personaggio in questo film di Paolo Sorrentino accompagna la narrazione senza esserne perno centrale, offrendo tuttavia una prova elegante e sottile.

Proprio per questa ragione la candidatura come miglior attrice non protagonista appare più coerente rispetto al riconoscimento in una categoria protagonista. Ma per quanti hanno apprezzato la sua performance in diamanti resta difficile separare le due cose. Il pubblico si aspetta che venga riconosciuta per quella coalizione di qualità, che non si limita alle convenzioni di ruolo, ma dà forza al racconto.

Ranieri porta in scena forme di leadership femminile che non corrispondono a stereotipi plateali o eroismi spinti. Il suo cammino tra le due pellicole evidenzia come il cinema contemporaneo metta al centro storie di donne con profondità, senza bisogno di effetti speciali o grandi scene. Forse per questo il suo lavoro meriterebbe una lettura più ampia.

La serata dei david di donatello 2025, un appuntamento con qualche ombra

La cerimonia del 7 maggio riunisce l’attenzione del pubblico televisivo e dei professionisti del cinema. Come sempre, i David di Donatello rappresentano un momento di confronto e riconoscimento per le produzioni italiane dell’ultimo anno. Però l’appuntamento arriva anche con una questione aperta: il giudizio sulle interpretazioni femminili.

L’esclusione di Luisa Ranieri tra le protagoniste ha acceso un dibattito sui criteri di valutazione dell’Accademia del Cinema Italiano. Se è giusto dividere ruoli principali e secondari sulla base di presenza sullo schermo o centralità narrativa, resta però il fatto che la sua Alberta Canova è stata il motore emotivo di diamanti, non solo un personaggio di corollario.

Questa situazione mette in luce una riflessione più ampia sul modo in cui le storie di donne mature e complesse vengono raccontate e premiate nel cinema nazionale. Lo stesso fermento di questa edizione lascia spazio a discussioni che vanno oltre i singoli premi e le singole serate, toccando la rappresentazione e la valorizzazione delle protagoniste al di là degli stereotipi comuni.