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Terremoto Campania: scossa di magnitudo 4.6 a Bacoli, avvertita anche a Napoli e nei Campi Flegrei

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Un evento sismico ha interessato la zona dei Campi Flegrei, con epicentro a Bacoli, in provincia di Napoli. La scossa è stata percepita distintamente in molte aree limitrofe e ha provocato danni localizzati ai costoni tufacei senza causare feriti o danni gravi agli edifici. L’episodio riporta l’attenzione su un territorio noto per la sua attività vulcanica e sismica.

Monitoraggio continuo grazie all’ingv

L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia svolge un ruolo fondamentale nel controllo delle attività sismiche italiane attraverso reti strumentali distribuite sul territorio nazionale capaci di registrare ogni minima variazione tellurica in tempo reale.

Dopo l’evento del 30 giugno, i dati raccolti dall’INGV hanno permesso innanzitutto una ricostruzione precisa dell’origine geografica ed energetica della scossa oltre ad aggiornare mappe dinamiche consultabili dagli utenti tramite apposite piattaforme online dedicate ai terremoti italiani ed internazionali.

Queste informazioni costituiscono uno strumento essenziale per le istituzioni impegnate nella gestione delle emergenze ma servono anche ad aumentare la conoscenza scientifica sulle caratteristiche specifiche degli eventi registrati nell’arco temporale recente.

Gli aggiornamenti continui consentono inoltre valutazioni immediate riguardo eventuale evoluzione dello sciame sismico o segnali indicativi d’un cambiamento nello stato pressorio sotto il complesso vulcanico.

Dettagli della scossa e area interessata

Il terremoto si è verificato il 30 giugno 2025 alle ore 12:47 con una magnitudo stimata di 4.6 sulla scala Richter. L’epicentro è stato localizzato nel comune di Bacoli, nella zona dei Campi Flegrei che si trova poco distante dalla città di Napoli. La profondità del sisma è risultata relativamente bassa, intorno ai 4.9 chilometri sotto la superficie terrestre.

La scossa ha raggiunto una forza tale da essere avvertita chiaramente non solo nel territorio comunale ma anche nella città metropolitana partenopea e nei paesi circostanti che fanno parte dell’area flegrea. In particolare sono stati segnalati piccoli crolli lungo i costoni tufacei attorno all’epicentro; queste formazioni rocciose sono molto presenti nella zona e tendono a risultare fragili durante eventi sismici.

Nonostante l’entità della scossa, al momento non risultano persone ferite né danni strutturali rilevanti agli edifici residenziali o pubblici della provincia napoletana. Le autorità locali hanno comunque invitato alla prudenza monitorando attentamente le condizioni del territorio nelle ore successive al sisma.

Il contesto geologico dei campi flegrei

I Campi Flegrei rappresentano un’area vulcanica complessa situata nell’area occidentale della città di Napoli che comprende numerosi crateri e fenomenologie legate alla presenza magmatica sottostante la crosta terrestre.

Questo comprensorio presenta da decenni un’attività geologica intensa caratterizzata da bradisismi – cioè movimenti verticali del suolo – frequenti emissioni gassose soprattutto di anidride carbonica e periodiche sequenze sismiche che possono variare sia in intensità sia in durata.

L’elevata vulnerabilità del territorio deriva proprio dall’interazione tra questi fenomeni naturali ed elementi antropici come gli insediamenti urbani sparsi sulla costa flegrea; questo rende necessaria una sorveglianza continua da parte degli enti scientifici preposti per prevenire rischi maggiori derivanti dal possibile risveglio vulcanico o eventi sismici più forti.

Precursori dei terremoti: cosa può indicare future scosse?

Prevedere con certezza quando accadrà un terremoto resta impossibile. Tuttavia alcuni fenomeni naturali, definiti precursori, possono suggerire quali zone siano potenzialmente più esposte nei giorni o settimane successive.

Tra questi ci sono periodi prolungati senza alcuna attività tellurica in aree normalmente soggette a frequenti piccoli movimenti. Questa cosiddetta quiescenza può indicare accumulo progressivo di tensione lungo faglie sotterranee pronte poi a rilasciarsi improvvisamente causando uno scuotimento maggiore.

Altri segnali riguardano variazioni chimiche rilevate nelle acque profonde come modifiche concentrazioni di gas radon oppure fluttuazioni anomale nei livelli idrici in pozzi artesiani. Tali mutamenti potrebbero riflettere processi geologici sottostanti collegati allo spostamento di masse rocciose prima d’una crisi vera propria.

Nel caso specifico dell’evento recentissimo ai Campi Flegrei, esperti stanno analizzando questi parametri per capire se qualche segnale anticipatorio fosse presente; ciò aiuterebbe futuri interventi preventivi più mirati verso popolazioni residenti sulle zone più vulnerabili dal punto di vista geologico.

Le comunità locali seguono dunque con attenzione gli sviluppi forniti dalle agenzie scientifiche mantenendo alta l’allerta soprattutto considerando lo storico notevole di episodi simili accaduti nell’intera area vesuviana negli ultimi decenni.

Written by
Matteo Bernardi

Matteo Bernardi è un blogger versatile che racconta con passione e precisione temi legati a cronaca, politica, spettacolo, attualità, cultura e salute. La sua scrittura unisce rigore informativo e attenzione per i dettagli, con l’obiettivo di offrire ai lettori contenuti aggiornati, accessibili e mai banali. Ogni suo articolo è pensato per informare e stimolare il pensiero critico.

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