Una schiuma bianca ha invaso le spiagge dell’Australia meridionale, causando irritazioni ai bagnanti e la morte di numerosi pesci. Questo fenomeno, noto come “Sea Foam“, è il risultato di una fioritura algale e ha portato alla chiusura di alcune spiagge. Il biologo Fabio Russo fornisce chiarimenti su questo evento naturale e sulle sue implicazioni.
La schiuma bianca e i suoi effetti sulle spiagge
A partire dal 15 marzo, le spiagge di Waitpinga e Parsons, situate nell’Australia meridionale, sono state colpite da una massiccia presenza di schiuma bianca. Questo fenomeno ha portato alla chiusura delle spiagge dopo che oltre 100 bagnanti hanno riportato irritazioni agli occhi e alla gola. Inoltre, sono stati rinvenuti migliaia di pesci morti lungo le coste. Le autorità locali hanno dovuto intervenire per garantire la sicurezza dei cittadini, mentre la situazione ha sollevato preoccupazioni tra i residenti e i turisti.
Il biologo marino Fabio Russo ha spiegato che la schiuma è il risultato di una fioritura di fitoplancton e microalghe, che rilasciano sostanze tensioattive nell’acqua. Queste sostanze sono simili a quelle contenute nei comuni saponi e possono causare irritazioni quando vengono a contatto con la pelle o le mucose. La fioritura algale è un fenomeno naturale, ma può essere accentuato da fattori antropici, come l’inquinamento e l’eccesso di nutrienti nell’acqua.
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Testimonianze dei surfisti e danni alla fauna marina
Le spiagge più colpite sono quelle frequentate dai surfisti, come quella di Waitpinga, dove i danni sono stati maggiori. Anthony Rowland, un surfista presente durante l’evento, ha condiviso la sua esperienza sui social media, descrivendo i sintomi che lui e altri surfisti hanno accusato. Molti di loro hanno riportato mal di gola, tosse secca e irritazione agli occhi, con alcuni che hanno addirittura segnalato una visione offuscata. Rowland ha notato anche la presenza di schiuma gialla e linee di alghe scure sulla spiaggia, oltre a un numero significativo di pesci morti, tra cui i dragoni foglia, una specie di cavalluccio marino.
Queste testimonianze evidenziano non solo il disagio fisico dei bagnanti, ma anche l’impatto devastante sulla fauna marina. La moria di pesci è attribuibile alla mancanza di ossigeno nell’acqua, causata dall’eccessiva proliferazione delle alghe, che consumano grandi quantità di ossigeno, compromettendo la vita acquatica.
Cause e implicazioni del fenomeno
Il biologo Fabio Russo ha sottolineato che, sebbene la schiuma sia un fenomeno naturale, la sua intensità può essere influenzata dall’attività umana. Eventi di questo tipo sono spesso il risultato di uno scompenso ecologico, in cui l’eccesso di nutrienti, come solfati, nitriti e nitrati, provenienti principalmente dall’agricoltura, può contribuire alla proliferazione delle microalghe. Inoltre, il riscaldamento delle acque, dovuto ai cambiamenti climatici, può ulteriormente favorire queste fioriture.
La situazione attuale ha sollevato interrogativi sulla gestione delle risorse marine e sulla necessità di monitorare gli ecosistemi per prevenire eventi simili in futuro. Le autorità locali sono chiamate a fornire informazioni più dettagliate e tempestive ai cittadini, per garantire la loro sicurezza e sensibilizzare sull’importanza della salute degli ecosistemi marini.
In sintesi, la schiuma bianca che ha invaso le spiagge dell’Australia meridionale rappresenta un fenomeno complesso, che richiede attenzione e interventi mirati per mitigare gli effetti negativi sulla salute pubblica e sull’ambiente.