L’arte di Yukinori Yanagi: un viaggio tra opposti alla mostra “Icarus” di HangarBicocca

La mostra “Icarus” di Yukinori Yanagi, curata da Vicente Todolì e Fiammetta Griccioli, esplora il dialogo tra distruzione e rinascita presso Pirelli HangarBicocca a Milano, invitando alla riflessione sulla condizione umana.

L'arte di Yukinori Yanagi: un viaggio tra opposti alla mostra "Icarus" di HangarBicocca

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La mostra “Icarus”, dell’artista giapponese Yukinori Yanagi, si svolge nelle Navate di Pirelli HangarBicocca a Milano ed è un’esperienza che invita a riflettere su temi complessi e contraddittori. Attraverso opere che spaziano dalla scultura all’installazione, Yanagi riesce a evocare emozioni contrastanti, creando un dialogo tra distruzione e rinascita, caos e serenità. La mostra, curata da Vicente Todolì e Fiammetta Griccioli, offre un’analisi profonda della condizione umana, invitando il visitatore a esplorare le proprie percezioni e speranze.

Un’esperienza sensoriale tra opposti

La mostra “Icarus” si presenta come un percorso immersivo, dove il visitatore è costretto a confrontarsi con una serie di opposizioni. Le opere di Yanagi, che includono elementi come esplosioni nucleari e neon luminosi, si intrecciano con riferimenti alla cultura pop, come Godzilla, e momenti di pura poesia. Le formiche che si muovono attraverso le bandiere di sabbia, un’opera iconica già vista alla Biennale di Venezia, rappresentano un altro aspetto della ricerca artistica di Yanagi. Queste immagini contrastanti si uniscono per creare un ambiente di continua incertezza, dove il passato e il futuro si intrecciano in un dialogo aperto.

L’artista stesso ha sottolineato l’importanza del cambiamento nella vita umana, evidenziando come la nostra evoluzione ci porti a vivere in uno stato di continua trasformazione. Tuttavia, questa incessante metamorfosi può generare contraddizioni, dalle quali, secondo Yanagi, nasce la speranza. La mostra diventa quindi un luogo di riflessione, dove il visitatore è invitato a confrontarsi con le proprie emozioni e a considerare le possibilità che emergono dalle difficoltà.

La curatela e il significato delle opere

Vicente Todolì e Fiammetta Griccioli, i curatori della mostra, hanno messo in evidenza la versatilità di Yanagi nell’utilizzo di diversi media. Dalla scultura all’installazione, l’artista riesce a combinare opere di grande scala con gesti più intimi, come i disegni che seguono il percorso delle formiche. Questa capacità di interagire con lo spazio architettonico di HangarBicocca, un ex stabilimento industriale, arricchisce ulteriormente l’esperienza del visitatore.

Un’opera centrale della mostra è “Icarus”, che trae ispirazione dal mito greco. Yanagi utilizza la figura di Icaro come metafora dell’arroganza umana e della fiducia eccessiva nella tecnologia. Questo richiamo al mito serve quasi da monito, invitando a riflettere sulle conseguenze delle nostre azioni e sull’importanza di un approccio più consapevole nei confronti del progresso.

Un viaggio tra passato e futuro

All’interno della mostra, i container diventano simboli tangibili di una globalizzazione sfrenata. Il visitatore si trova a vivere un’esperienza di sospensione temporale, dove i corridoi bui e incerti, arricchiti da specchi e versi di Yukio Mishima, offrono una via di fuga verso l’altro. Questo percorso, pur mantenendo una certa orizzontalità, invita anche a guardare verso l’alto, verso il cielo, come fece Icaro nella sua ricerca di libertà e felicità.

Le opere di Yanagi evocano una forte intensità, richiamando alla mente le creazioni di artisti come Juan Munoz e Mike Kelley. La mostra non è solo un’esibizione di arte contemporanea, ma un invito a esplorare le relazioni umane e le storie che ci uniscono, anche in un contesto di crisi e incertezze.

L’arte come forma di salvezza

Yukinori Yanagi ha espresso il desiderio che la sua arte possa fungere da forma di salvezza, permettendo di entrare in contatto con gli altri e di immaginare storie che attraversano il tempo. La sua visione si estende oltre il presente, abbracciando sia chi non c’è più sia chi verrà in futuro. La mostra “Icarus” diventa quindi un luogo di possibilità, dove anche la presenza di una bomba nucleare mai esplosa serve da monito, ma al contempo offre uno spazio di riflessione e speranza.