Negli ultimi anni, il tema della moda pulita ha acquisito sempre più rilevanza tra i consumatori, che iniziano a prestare attenzione non solo agli ingredienti dei cibi, ma anche ai materiali dei vestiti che indossano. Questo fenomeno è particolarmente significativo in un’epoca in cui la consapevolezza riguardo alla salute e all’ambiente è in costante aumento. La moda pulita si propone come un’alternativa sicura e sostenibile, in grado di garantire il benessere della pelle e del pianeta.
Cos’è la moda pulita?
La moda pulita non deve essere confusa con l’estetica minimalista che ha preso piede sui social media. Essa rappresenta un movimento che si avvicina a una tendenza già consolidata nel settore cosmetico, dove si privilegiano formule dermatologicamente testate e ingredienti naturali. La pelle, essendo l’organo più esteso del corpo umano, funge da barriera tra l’individuo e l’ambiente esterno. Pertanto, è fondamentale essere consapevoli di ciò che indossiamo, specialmente per capi come biancheria intima, abbigliamento sportivo e vestiti per bambini.
I ginecologi consigliano spesso l’uso di biancheria di cotone, mentre i dermatologi raccomandano fibre naturali per chi ha problemi cutanei. Tuttavia, la questione non si limita alla scelta tra tessuti sintetici e naturali. Anche il cotone, apparentemente innocuo, può essere trattato con sostanze chimiche per migliorarne la morbidezza e il colore. In Europa, le normative sono più severe rispetto ad altri paesi, ma la crescente domanda di fast fashion e ultra fast fashion spinge i consumatori verso capi più economici, spesso realizzati con materiali sintetici.
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I vestiti contengono sostanze tossiche?
Nel 2022, Greenpeace ha condotto un’inchiesta su abiti acquistati da Shein, rivelando la presenza di sostanze chimiche nocive come ftalati, formaldeide e nichel, in quantità superiori ai limiti consentiti dalla legislazione europea. Un anno dopo, la rivista tedesca Oko-test ha ripetuto l’analisi su un campione di 21 capi, tra cui abbigliamento per adulti, adolescenti e neonati. Le conclusioni sono state allarmanti: solo un terzo degli articoli esaminati ha ottenuto un punteggio sufficiente. Tra le sostanze chimiche trovate, vi erano tracce di antimonio, dimetilformammide, piombo, cadmio e altri composti tossici.
Queste sostanze non solo rappresentano un rischio per la salute dei consumatori, ma anche per l’ambiente. Spesso, i residui chimici vengono rilasciati nelle acque senza alcun sistema di filtraggio, contaminando suolo e aria e mettendo a rischio la salute di chi lavora nelle fabbriche e delle comunità circostanti.
La chimica nella moda sportiva e outdoor
La questione della moda pulita va oltre il fast fashion. Il settore della moda, in particolare quello dedicato all’abbigliamento sportivo e outdoor, fa ampio uso di sostanze chimiche. Tessuti ad alte prestazioni, come il Gore-Tex, contengono spesso PFAS, noti come “forever chemicals”. Questi composti chimici sono utilizzati in vari prodotti di uso quotidiano, ma i rischi associati alla loro esposizione hanno spinto il settore a cercare alternative più sicure.
La ricerca di materiali privi di PFAS è lunga e complessa. Patagonia, un marchio noto per il suo impegno ambientale, ha dichiarato di aver impiegato 15 anni per sviluppare alternative ai PFAS per i suoi prodotti. Tuttavia, l’azienda ha riconosciuto che mantenere le prestazioni senza compromettere la sicurezza è stata una sfida significativa.
Come riconoscere la moda pulita
Nel suo libro “To Dye For“, Alden Wicker esplora il legame tra moda e chimica, evidenziando le conseguenze sulla salute. Non è la chimica in sé a essere problematica, ma l’esposizione continua e la mancanza di trasparenza riguardo ai materiali utilizzati. In Europa, i consumatori beneficiano di una legislazione più rigorosa rispetto a quella degli Stati Uniti, ma la necessità di maggiore chiarezza sulle etichette rimane cruciale.
Negli ultimi anni, sono emerse linee di abbigliamento con un approccio “skin first“, focalizzate sulla salute della pelle. Brand come Sylva, fondato da Tallulah Harlech, e Mint&Rose, che offre prodotti che spaziano dalla cura della pelle alle calzature, stanno guadagnando popolarità. Anche se ancora considerato un fenomeno di nicchia, l’interesse per la moda pulita è in crescita. Per i consumatori, un buon punto di partenza è leggere attentamente le etichette, preferendo tessuti naturali e prestando attenzione a eventuali irritazioni cutanee, seguendo i consigli di dermatologi e esperti del settore.