Home Uomo evaso da Bollate uccide una donna a Milano e si getta dal Duomo: indagini in corso

Uomo evaso da Bollate uccide una donna a Milano e si getta dal Duomo: indagini in corso

Un detenuto evaso, Emanuele De Maria, ha assassinato la sua compagna Chamila Dona Arachchilage Wijesuriya e tentato di uccidere un collega prima di suicidarsi dal Duomo di Milano.

Uomo_evaso_da_Bollate_uccide_u

A Milano, Emanuele De Maria, detenuto evaso, ha ucciso la compagna e tentato di assassinare un collega prima di suicidarsi dal Duomo; le indagini sono in corso per chiarire i dettagli e le eventuali omissioni. - Unita.tv

Un episodio drammatico ha scosso Milano nel primo pomeriggio di domenica. Emanuele De Maria, un detenuto evaso dal carcere di Bollate, ha assassinato la cinquantenne italo-cingalese Chamila Dona Arachchilage Wijesuriya, con cui aveva una relazione, per poi tentare di uccidere un collega di lavoro. Successivamente si è tolto la vita lanciandosi dalle terrazze della cattedrale del Duomo. Le autorità stanno ancora ricostruendo i dettagli di questa vicenda che presenta diversi elementi ancora poco chiari.

L’arrivo al duomo e la dinamica del suicidio

Sabato intorno a mezzogiorno, De Maria ha raggiunto la biglietteria del Duomo di Milano. Indossava jeans, una t-shirt nera a maniche corte e una sciarpa tipo kefiah al collo. Aveva in mano un depliant che illustrava le bellezze della cattedrale. Voleva comprare un biglietto per salire sulle terrazze, ma sembra che per quel giorno non fossero più disponibili. Non ha opposto resistenza e ha acquistato un tagliando per il giorno successivo, pagando 18 euro come un qualsiasi turista.

Il giorno dopo, una telecamera di sorveglianza ha catturato la sua figura in cima al Duomo, questa volta con la sciarpa coprente la testa, probabilmente per evitare di essere riconosciuto. Alle 13.40 ha superato la balaustra e si è gettato nel vuoto. Le immagini mostrano i suoi ultimi attimi e confermano il tragico epilogo di una vicenda che ha avuto un rapido e violento sviluppo.

Il passato di emanuele de maria e il lavoro esterno

Emanuele De Maria era un detenuto condannato a 14 anni e 3 mesi per un femminicidio precedente. Nel novembre 2023 gli era stato concesso un permesso di lavoro esterno come receptionist presso l’hotel Berna, situato in via Napo Torriani a Milano. I rapporti provenienti dall’albergo non riportavano problemi: i responsabili dell’hotel avevano fornito feedback sempre positivi sul suo comportamento.

Sei mesi fa De Maria avrebbe ricevuto una proposta per un contratto a tempo indeterminato full time nella stessa struttura. Nonostante questo quadro apparentemente rassicurante, la Procura vuole accertare se nel corso di questi mesi qualcuno abbia notato atteggiamenti sospetti o segnali della sua pericolosità.

Gli investigatori hanno acquisito tutta la documentazione riguardante il suo lavoro e stanno rivolgendosi ai colleghi e ai responsabili per approfondire il suo comportamento. In particolare, si cerca di verificare se vi siano stati scontri, discussioni o altri segnali di disagio che potessero far prevedere il tragico epilogo.

Lo sviluppo dell’indagine e le domande aperte

La polizia sta interrogando nuovamente Hani Nasr F.A., il collega che De Maria ha tentato di uccidere dopo l’omicidio di Chamila. Nasr ha detto di aver visto i due allontanarsi insieme e di aver messo in guardia più volte la donna, come faceva anche con altre lavoratrici dell’hotel. Gli agenti vogliono capire quale fosse l’effettiva natura del rapporto tra De Maria e le persone intorno a lui.

La procura del pm Francesco De Tommasi ha avviato un fascicolo di indagine parallelo per scandagliare temi rimasti poco chiari, come eventuali omissioni o sottovalutazioni. Il caso infatti presenta lati oscuri, principalmente se qualcuno abbia potuto involontariamente favorire gli spostamenti o le azioni di De Maria nelle ore tra i fatti di sangue e il suicidio.

Non risulta che il detenuto avesse appoggi o contatti in città che aiutassero i suoi movimenti. Alle autorità interessa capire se la sua condotta, fino a quel momento presentata come di detenuto modello anche in programmi televisivi come “Confessione Reporter” nel novembre 2024, nascondesse segnali di disagio o minacce non rilevate.

Ipotesi e prossimi sviluppi nelle verifiche degli investigatori

Le indagini si concentrano soprattutto sulle testimonianze dei colleghi e degli addetti dell’hotel Berna. Un’attenzione particolare sarà dedicata a una donna dipendente che potrebbe avere dettagli utili per ricostruire meglio l’ambiente lavorativo e i rapporti con De Maria. I poliziotti vogliono capire se gli obblighi e le regole del permesso di lavoro esterno fossero rispettati scrupolosamente o se ci siano state irregolarità.

L’assenza di supporti esterni che potessero aiutare De Maria è un elemento cruciale. Se gli investigatori escludono complici o aiuti, si concentra la ricerca sulle azioni e sullo stato psicologico del detenuto prima del triplice episodio: il femminicidio, il tentato omicidio e il suicidio.

Al momento non emergono elementi che indichino la presenza di altre persone coinvolte, ma le verifiche continuano e le audizioni proseguiranno nei prossimi giorni per raccogliere più informazioni possibili e chiarire eventuali punti oscuri rimasti.