Terremoto in Myanmar: Carlo Doglioni analizza i danni a Bangkok e il fenomeno di amplificazione

Un terremoto di magnitudo 7.8 colpisce il Myanmar, causando danni a Bangkok. Carlo Doglioni dell’Istituto Nazionale di Geofisica analizza l’amplificazione sismica dovuta alla geologia locale della capitale thailandese.

Terremoto in Myanmar: Carlo Doglioni analizza i danni a Bangkok e il fenomeno di amplificazione

Terremoto in Myanmar: Carlo Doglioni analizza i danni a Bangkok e il fenomeno di amplificazione - unita.tv

La recente scossa di terremoto che ha colpito il Myanmar ha suscitato preoccupazione non solo nel paese asiatico, ma anche a migliaia di chilometri di distanza, come dimostrano i crolli di edifici a Bangkok. Carlo Doglioni, presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ha fornito un’analisi dettagliata dell’evento sismico, evidenziando le peculiarità geologiche che potrebbero aver amplificato l’impatto del terremoto.

La scossa e i suoi effetti a distanza

Ieri, il Myanmar è stato colpito da un terremoto di magnitudo 7.8, il quale ha generato danni significativi, non solo nel paese d’origine, ma anche a Bangkok, distante circa 1.300 chilometri dall’epicentro. Doglioni ha descritto la situazione come “stupefacente”, paragonando l’accaduto a un ipotetico terremoto a Palermo che causerebbe crolli a Monaco di Baviera. Questa affermazione sottolinea l’eccezionalità del fenomeno, che ha spinto gli esperti a interrogarsi sulle cause di tale amplificazione dei danni.

Il fenomeno di amplificazione locale

Secondo Doglioni, l’ipotesi di un fenomeno di amplificazione locale è l’unica spiegazione plausibile per i danni riscontrati a Bangkok. La capitale thailandese, infatti, è costruita su giacimenti alluvionali, una condizione geologica che potrebbe aver amplificato l’energia del terremoto proveniente dal Myanmar. Questo aspetto è cruciale per comprendere come le onde sismiche possano comportarsi in modo diverso a seconda del contesto geologico in cui si propagano.

Caratteristiche del terremoto e impatti futuri

Il presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha anche spiegato che i terremoti di magnitudo 7 sono caratterizzati da un’energia notevole. Ha fatto riferimento al terremoto in Turchia del 2023, che ha avuto un impatto simile, causando 17.000 vittime. Doglioni ha sottolineato che la profondità dell’epicentro, stimata tra i 15 e i 24 chilometri, gioca un ruolo fondamentale nella determinazione della pericolosità di un terremoto. Maggiore è la profondità, minore è il rischio di danni, poiché l’energia si dissipa nel terreno.

La situazione sismica in Italia

Riflettendo sulla situazione sismica in Italia, Doglioni ha evidenziato che anche nel nostro sottosuolo si accumula energia che, prima o poi, si libera sotto forma di terremoti. Tuttavia, ha rassicurato che le velocità di spostamento delle placche in Italia sono significativamente inferiori rispetto a quelle della placca indiana, con un movimento di soli 4 millimetri all’anno per l’Appennino, rispetto ai 3-4 centimetri della placca indiana. Questo comporta una minore frequenza e magnitudo degli eventi sismici nel nostro paese.

Previsioni e statistiche sismiche

Doglioni ha concluso la sua analisi affermando che, nonostante la minore attività sismica in Italia, le zone potenzialmente epicentrali sono diffuse. Le statistiche indicano che nel nostro paese si verificano mediamente 20-24 terremoti di magnitudo superiore a 5.5 ogni secolo. Questo dato mette in evidenza l’importanza di monitorare costantemente la situazione sismica, per essere pronti a fronteggiare eventuali eventi futuri.