Sindaco sala respinge l’astensionismo e punta sul referendum per la cittadinanza a cinque anni

Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, sostiene il voto ai referendum politici e promuove la riduzione degli anni per ottenere la cittadinanza italiana, enfatizzando l’importanza della partecipazione democratica.
Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, invita a votare ai referendum, sostenendo soprattutto la riduzione da 10 a 5 anni per ottenere la cittadinanza italiana, e critica l’astensionismo promosso dal centrodestra. - Unita.tv

Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha annunciato la sua intenzione di partecipare al voto sugli imminenti referendum politici, contrastando le spinte all’astensione provenienti dal centrodestra. Durante la presentazione di Piano City, Sala ha manifestato particolare interesse per il quesito che propone di ridurre da dieci a cinque gli anni necessari per ottenere la cittadinanza italiana da parte degli stranieri residenti nel paese. L’intervento ha acceso il dibattito sul ruolo dei referendum sociali e sulle tematiche legate all’immigrazione e al lavoro.

Sala conferma il voto nonostante l’astensionismo consigliato dal centrodestra

Il sindaco di Milano ha chiarito la propria posizione rispetto ai cinque quesiti referendari promossi dalla Cgil, sottolineando la responsabilità civica di recarsi alle urne. Sala ha respinto apertamente la strategia politica che invita a non partecipare al voto. Le argomentazioni del primo cittadino si sono concentrate sul dovere dei cittadini di esprimersi, indipendentemente dall’esito o dalla propria preferenza personale. Ha invitato gli elettori a scegliere consapevolmente tra approvare o respingere i quesiti.

L’interesse di Sala ha riguardato unicamente uno dei quesiti referendari, quello che propone di modificare i requisiti per la cittadinanza italiana, passando dagli attuali dieci anni di residenza legale a soli cinque anni. Al contrario, il sindaco si è mostrato poco interessato agli altri quattro quesiti, che si focalizzano su temi del diritto del lavoro come la tutela contro i licenziamenti illegittimi e le condizioni nelle piccole imprese, l’uso dei contratti a termine, e la responsabilità solidale negli infortuni sul lavoro. Sala ha evidenziato la centralità dell’inclusione sociale attraverso la cittadinanza più accessibile, rispetto a questioni economiche e contrattuali.

Focus sul quesito referendario riguardante la cittadinanza

Il quinto quesito referendario, quello su cui il sindaco punta per un voto favorevole, vuole facilitare l’accesso alla cittadinanza italiana agli stranieri regolarmente residenti. Attualmente, la legge prevede un periodo di dieci anni di residenza legale per poter fare richiesta. Il referendum tenta di dimezzare questo arco temporale, portandolo a cinque anni.

Questa proposta trova riscontro in un dibattito più ampio che coinvolge amministratori locali e rappresentanti sociali. La diminuzione degli anni di residenza può favorire l’integrazione e la partecipazione piena degli immigrati nella società italiana, riconoscendo un ruolo più attivo a chi da tempo risiede e contribuisce. La questione resta delicata e divide l’opinione pubblica. A Milano, amministrata da Sala, la discussione ha trovato un’interpretazione chiara: la cittadinanza agevolata rappresenta uno strumento per affrontare i cambiamenti demografici e aiutare i nuovi cittadini a sentirsi parte del territorio.

Le parole di sala sul remigration summit e la controversia coi movimenti di estrema destra

Nell’ambito dell’immigrazione, Sala ha risposto anche alle domande riguardanti il Remigration Summit, evento organizzato da gruppi di estrema destra originariamente previsto a Milano e poi spostato a Busto Arsizio per il 17 maggio 2025. Il vicepremier Matteo Salvini ha espresso la speranza che il summit non venga vietato. Il sindaco ha spiegato che il problema non è il diritto di esprimere idee, ma ha definito il convegno come veicolo di slogan senza concretezza.

Sala ha citato l’esempio degli slogan usati in passato da politiche estremiste, sottolineando che non portano a soluzioni pratiche. Considera il summit un’occasione persa, priva di dialogo costruttivo sulle questioni legate all’immigrazione. Ha inoltre comunicato che non parteciperà a eventuali manifestazioni organizzate a Milano contro questo evento, rimarcando una posizione di distacco rispetto a estremismi e proteste violente.

Il significato del voto nella visione di sala: partecipazione contro astensionismo

Il voto dell’8 o 9 giugno, nelle parole di Giuseppe Sala, assume un valore civico fondamentale rispetto alla partecipazione democratica. Nonostante le controversie e le campagne di astensione, il sindaco invita a esprimersi con consapevolezza. Il richiamo è a non delegare il potere di decisione ad altri, ma a tirare in prima persona la linea sui diritti sociali e civili.

La sua attenzione si concentra su un quesito che potrebbe modificare l’accesso alla cittadinanza e aprire nuove strade a chi vive e lavora da anni in Italia, in particolare a Milano, città con una presenza significativa di cittadini stranieri. I temi economici legati al lavoro restano importanti ma, nel quadro attuale, rimangono secondari rispetto alla sfida delle politiche migratorie e di inclusione. Al voto si presenteranno dunque tensioni politiche e sociali che si rifletteranno nell’affluenza e nella scelta dei cittadini.