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Omicidio a Bisceglie, arrestato l’uomo che ha dato fuoco a una roulotte causando la morte di Marino Tatoli

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A Bisceglie, la morte di Marino Tatoli, inizialmente attribuita a un incendio accidentale, è stata riclassificata come omicidio grazie a un video che ha incastrato Carlo Amoruso, arrestato per incendio doloso e omicidio volontario. - Unita.tv
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L’episodio di cronaca che ha scosso Bisceglie riguarda la morte di Marino Tatoli, 49 anni, avvenuta il 22 maggio scorso. Inizialmente si pensava a un incendio accidentale nella roulotte dove l’uomo dormiva, ma le indagini hanno rivelato un omicidio. Un video acquisito dai carabinieri ha inchiodato il presunto colpevole, Carlo Amoruso, 37 anni, arrestato con gravi accuse. Il caso si è sviluppato attorno a una scena inquietante ripresa da telecamere di sorveglianza, ricostruendo i momenti finali della vittima.

Il video rivelatore e l’arresto del presunto omicida

I carabinieri di Bisceglie hanno sequestrato un filmato che mostra la dinamica dell’incendio trasformato in delitto. Nel video si vede un uomo, identificato come Carlo Amoruso, che si avvicina con un cartone sotto la roulotte di Marino Tatoli. L’uomo poi accende un pezzo di carta con un accendino e lo spinge sotto il veicolo, andando via rapidamente mentre la roulotte prende fuoco. Le fiamme crescono rapidamente e si intensificano in modo drammatico, con Amoruso che rimane a guardare immobile la scena.

Subito dopo la visione del video, Amoruso è finito in manette su ordine del gip del tribunale di Trani, Domenico Zeno. Difronte al giudice si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma le accuse che gli sono state mosse sono gravi: omicidio volontario con aggravanti di crudeltà e uso di mezzi insidiosi, oltre all’incendio doloso. In breve, l’azione è stata definita dagli investigatori un piano premeditato e crudele.

Le fasi preparatorie e il piano dell’aggressore

Le indagini hanno portato a galla dettagli inquietanti sulla preparazione dell’atto. Circa dieci giorni prima del rogo, Amoruso avrebbe manomesso una telecamera di sorveglianza dell’autoparco dove lavorava la vittima. Inclinando la videocamera, ha cercato di evitare la registrazione diretta dell’azione, ma due altri dispositivi vicini hanno catturato l’intera scena.

Secondo il pm Roberta Moramarco, Marino Tatoli è arrivato all’autoparco alle 18:55 in uno stato apparente di ebbrezza. Barcollava e probabilmente cercava un posto dove riposare. Dopo aver parlato con due persone, di cui una era proprio Amoruso, è entrato nella roulotte. Da solo, Amoruso ha agito indisturbato per circa un’ora, preparando il terreno per l’esecuzione violenta dell’omicidio. La crudeltà emerge sia dal materiale infiammabile sistemato sotto la roulotte sia dall’aggiunta di un contenitore cosparso di alcol.

L’incendio e la morte di marino tatoli

Alle 20:07 il fuoco è stato appiccato e subito è seguita una deflagrazione notevole. Le fiamme hanno rapidamente avvolto la roulotte, trasformandosi in un rogo violento cui Amoruso ha assistito senza muoversi. La vittima, entrata precedentemente nella roulotte, potrebbe essere rimasta intrappolata e bruciata viva, oppure potrebbe essere deceduta per l’inalazione dei gas tossici sviluppati dalla combustione.

Il procuratore di Trani, Renato Nitti, ha sottolineato la crudeltà e la fredda pianificazione dietro a questo gesto. Resta ancora da chiarire quale sia stato il movente: si sa però che Amoruso e Tatoli lavoravano nello stesso luogo. Il 37enne aveva da poco iniziato come custode e sull’attività di Tatoli pendeva uno sfratto, ma non ci sono al momento elementi chiari che colleghino questi fatti.

L’importanza delle immagini di sorveglianza e la ricostruzione dei fatti

Le immagini di video sorveglianza raccolte dalle attività commerciali vicine all’autoparco hanno permesso di vedere i fatti con chiarezza. Nonostante l’uomo avesse ostacolato il funzionamento di una telecamera principale, i dispositivi circostanti hanno fatto luce sui 60 minuti precedenti alla tragedia. Questo ha permesso agli inquirenti di ricostruire ogni dettaglio, dal momento dell’arrivo di Tatoli fino al rogo.

Il comandante provinciale dei carabinieri di Barletta-Andria-Trani, colonnello Massimiliano Galasso, ha evidenziato come l’incendio fosse nelle prime fasi considerato un incidente. La successiva acquisizione delle immagini ha totalmente ribaltato la situazione, confermando l’ipotesi dell’omicidio volontario e dimostrando la violenza di quel gesto. Il caso resta aperto e sotto la lente degli investigatori per chiarire movente e coinvolgimenti.

Ecco come, attraverso prove concrete e testimonianze video, è stata smascherata una tragedia che poteva essere archiviata come un incendio casuale. Le indagini proseguono, con l’accusa che punta a stabilire ogni aspetto di questa vicenda ancora avvolta nel mistero.

Written by
Giulia Rinaldi

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