Nuove rivelazioni sulla morte di Andrea Prospero: il mistero si infittisce

La trasmissione “Chi l’ha visto” analizza la morte di Andrea Prospero a Perugia, coinvolgendo il giovane Valemno, indagato per istigazione al suicidio tramite messaggi inquietanti su Telegram.

Nuove rivelazioni sulla morte di Andrea Prospero: il mistero si infittisce

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La trasmissione “Chi l’ha visto“, condotta da Federica Sciarelli, ha dedicato un ampio servizio alla tragica morte di Andrea Prospero, il 19enne di Perugia, portando alla luce dettagli inquietanti riguardo alla sua interazione con un giovane di nome ‘Valemno’. Attualmente agli arresti domiciliari, quest’ultimo è indagato per istigazione al suicidio, dopo che sono emersi messaggi in cui sembra incoraggiare Andrea a togliersi la vita attraverso l’assunzione di Xanax, farmaco che è stato effettivamente trovato nel suo organismo.

La figura di ‘Valemno’ e il suo ruolo nella vicenda

Il giovane ‘Valemno’, attualmente agli arresti domiciliari, è al centro delle indagini per il suo presunto coinvolgimento nella morte di Andrea. Nonostante le restrizioni imposte dagli inquirenti, che gli vietano di utilizzare cellulari e computer, è emerso che il giorno prima dell’interrogatorio, un utente con il suo nome è apparso in una chat su Telegram. In questo contesto, ha dichiarato di trovarsi in una situazione difficile in vista dell’interrogatorio imminente, ma ha anche minimizzato la situazione, definendosi un semplice troll.

Questa apparizione solleva interrogativi su come sia riuscito a comunicare nonostante le restrizioni legali. I messaggi scambiati tra lui e Andrea, in particolare quelli in cui si discute della possibilità di suicidio, sono stati analizzati dagli investigatori e potrebbero fornire elementi chiave per comprendere la dinamica degli eventi che hanno portato alla morte del ragazzo.

La chat tra Andrea e ‘Valemno’: un dialogo inquietante

Le indagini hanno rivelato che, poco prima della sua morte, Andrea aveva chiesto a ‘Valemno’ di ricevere “più incoraggiamento”. Questo scambio avviene solo sei minuti prima che Andrea confermi un appuntamento con la sorella. Successivamente, ‘Valemno’ chiede conferma riguardo all’assunzione del farmaco, ricevendo una risposta affermativa da Andrea, che chiede anche informazioni su quanto tempo ci sarebbe voluto per morire. La risposta di ‘Valemno’ è inquietante: “tra 5 minuti svieni”.

Questo dialogo ha sollevato domande su quanto Andrea fosse realmente in pericolo e se qualcuno avesse potuto intervenire per salvarlo. La trasmissione ha messo in evidenza la gravità della situazione, suggerendo che il giovane potesse essere stato influenzato in modo decisivo da ‘Valemno’ nel prendere la sua tragica decisione.

La morte in diretta: un evento drammatico

Un aspetto particolarmente inquietante della vicenda è la possibilità che la morte di Andrea sia avvenuta in diretta all’interno della chat di Telegram. Oltre a ‘Valemno’, un altro utente, identificato come ‘Thomas Burberry’, era presente nella conversazione. Dopo i messaggi finali di Andrea, i due ragazzi si sono interrogati sulla necessità di chiamare un’ambulanza, un gesto che avrebbe potuto cambiare il corso degli eventi. Tuttavia, la conversazione si è poi spostata su preoccupazioni riguardo a possibili indagini da parte delle autorità.

Questa dinamica mette in luce non solo la fragilità della vita di Andrea, ma anche la superficialità con cui i partecipanti alla chat hanno trattato una situazione così seria. La mancanza di azione immediata da parte di chi era presente nella conversazione solleva interrogativi etici e morali su come le interazioni online possano influenzare comportamenti estremi.

La ricetta medica e il contesto dello spaccio di farmaci

Un altro elemento cruciale emerso dalle indagini riguarda la ricetta medica utilizzata da Andrea per acquistare lo Xanax. Secondo quanto riportato, la prescrizione sarebbe stata venduta su Telegram da un utente noto come ‘Chef’, e riporterebbe il nome di una dottoressa abruzzese. Intervistata da Rai 3, la dottoressa ha negato di aver emesso tale ricetta, affermando di essere andata in pensione e di non avere più accesso al sistema di prescrizioni.

La situazione si complica ulteriormente con la rivelazione che la dottoressa era stata contattata in precedenza da una farmacista di Brescia, che aveva ricevuto una richiesta simile da un altro ragazzo. Questo ha portato a un esposto per indagare su un possibile traffico di farmaci, evidenziando un problema più ampio legato alla disponibilità di sostanze controllate attraverso canali non ufficiali.

La vicenda di Andrea Prospero continua a destare preoccupazione e interesse, mentre le indagini proseguono per fare chiarezza su un caso che ha scosso l’opinione pubblica e sollevato interrogativi sulla sicurezza dei giovani in un contesto sempre più digitalizzato.