
Le nuove restrizioni comunali cercano di limitare il caos notturno e il consumo di alcolici sui Navigli a Milano, ma persistono tensioni tra residenti, gestori dei locali e frequentatori sulla gestione della movida e il problema del rumore. - Unita.tv
Le serate sui Navigli a Milano restano affollate nonostante le restrizioni introdotte dal Comune per arginare i disagi legati alla movida. Tra gruppi di giovani, coppie e famiglie, la zona continua a vivere un forte richiamo serale, ma cresce il confronto tra residenti, gestori dei locali e autorità comunali. Le nuove regole, attive fino al 4 novembre, limitano la vendita e la somministrazione di alcolici nelle ore notturne per garantire maggiore tranquillità ai residenti, ma la convivenza tra chi vuole divertirsi e chi pretende silenzio è tutt’altro che semplice.
La situazione attuale sui navigli e le nuove restrizioni comunali
La seconda settimana di applicazione dell’ordinanza sul controllo della movida in zona Naviglio Grande si presenta con un afflusso notevole di persone. La zona vede una mescolanza di giovani, ma anche famiglie con bambini, che si fermano ai tavolini affollati o passeggiano lungo le rive. In diversi tratti, la folla rende difficile il passaggio. I dehors dei locali sono pieni e l’atmosfera ricorda un’ultima giornata di scuola.
L’ordinanza, introdotta dal Comune di Milano e valida fino al 4 novembre, vieta la vendita di alcolici da parte di esercizi commerciali e distributori automatici dopo le 22. Il divieto si estende dalla mezzanotte alla vendita e somministrazione da asporto per tutte le bevande alcoliche. Inoltre, l’utilizzo del plateatico è proibito da parte dell’una di notte nei giorni feriali e dalle due nel weekend o nei giorni festivi. Dal tardo pomeriggio , viene interdetto anche il commercio itinerante su aree pubbliche. Queste misure puntano a limitare il caos notturno e il rumore e cercare un equilibrio tra chi vuole divertirsi e chi chiede quiete.
Le proteste dei residenti e il problema del rumore
I residenti delle zone limitrofe ai Navigli non nascondono l’insoddisfazione per l’ordinanza. Gabriella Valassina, rappresentante del Comitato dei Navigli, critica duramente le misure, ritenendole una copia di quelle dell’anno precedente che, secondo lei, non hanno risolto il problema. Un sopralluogo recente ha rilevato livelli di rumore pari a 86 decibel, molto oltre il limite permesso dalla legge che è fissato a 55. Il disagio notturno rende ancora difficile dormire per chi abita nei dintorni.
Gli esponenti del comitato segnalano anche che alcuni dehors continuano a occupare troppo spazio sulla strada, impedendo il passaggio di mezzi di sicurezza in caso di emergenza. Aggiungono un’ulteriore preoccupazione per l’ampliamento dell’offerta di locali nell’ex scalo di porta Genova, con nuovi bar, ristoranti e un’area eventi in arrivo. Prima di tutto chiedono maggiori controlli e interventi mirati. I comitati hanno già avvertito Palazzo Marino sui collegamenti tra movida, microcriminalità e spaccio di sostanze, sottolineando la necessità che le autorità vigilino con precisione per riportare i livelli di rumore entro i limiti previsti dalla legge.
La posizione dei gestori locali e il contrasto all’abusivismo
Sul fronte dei locali, Michele Berteramo, vicepresidente EPAM-FIPE Milano, ribadisce l’impegno dei gestori nel rispettare le regole stabilite dal comune. Ricorda che pur essendo costretti a togliere i tavolini all’una di notte, soprattutto in giorni come il giovedì – quando arrivano turisti che non si aspettano questi limiti – i locali si attengono alle misure. Pretendono però che le istituzioni garantiscano la tutela delle attività con più controlli contro chi vende alcolici senza autorizzazione.
L’abusivismo resta un problema persistente. Berteramo indica la vendita irregolare da parte di soggetti senza permessi, sia nelle vie principali sia nei minimarket della zona. La richiesta è chiara: “stesso mercato, stesse regole”, per non svantaggiare chi opera nella legalità. La convivenza tra locali autorizzati e venditori abusivi aggrava la difficoltà nel mantenere ordine e rispetto delle norme.
Esperienze dirette di chi lavora e frequenta la zona
Chi lavora direttamente sui Navigli conferma che i problemi maggiori emergono nella notte fonda, quando i locali sono chiusi. Hassan, addetto in un bar di Ripa di Porta Ticinese, racconta che fino a mezzanotte la situazione è più sotto controllo. La Farmacia Tarantino, aperta sempre, fa notare come il clima sia cambiato dopo la pandemia. Il dottor Giorgio Tarantino osserva che il tasso di litigiosità è aumentato anche di giorno, pur rimanendo gestibile. Il suo consiglio è quello di non temere la presenza della gente, perché dove c’è movimento si mantengono più facilmente situazioni di controllo e sicurezza.
Non manca chi preferisce altri luoghi serali in città. Alcuni giovani, come Antonino, Domenico e Tiziano, scelgono aree come Porta Romana o Moscova perché li giudicano più sicuri. Tra i giovanissimi che frequentano i Navigli ci sono ragazzi adolescenti arrivati dall’hinterland, che spesso consumano alcolici portati da casa per risparmiare. Un esempio è quello di una comitiva con vodka alla fragola, che dopo aver passato la serata torna tranquillamente a casa.
Questa convivenza serrata tra frequentatori, residenti e operatori commerciali riflette le difficoltà di gestire la movida in un’area unica e complessa come i Navigli. La fase attuale è segnata dall’applicazione delle restrizioni e dalla ricerca di un equilibrio tra aspetti diversi, ancora difficile da raggiungere.