La solitudine oggi rappresenta uno dei problemi più gravi per la salute pubblica. Non si tratta solo di una questione personale, ma di una condizione che influisce profondamente sulla salute psicologica, sociale e fisica degli individui. Alcuni studi recenti mostrano come l’isolamento sociale possa aumentare del 50% il rischio di demenza e del 30% la mortalità prematura. Un antidoto efficace in questo senso è la comunità, intesa come rete di relazioni e solidarietà che sostiene le persone in difficoltà. Nel contesto post pandemia da Covid-19, recuperare il valore dello stare insieme è diventato ancor più cruciale per garantire un benessere diffuso.
La solitudine come fattore di rischio per la salute fisica e mentale
La solitudine non è solo una sensazione di tristezza o mancanza di compagnia, ma una criticità con effetti misurabili sulla salute. La ricerca medica ha dimostrato che l’isolamento sociale può causare o aggravare patologie croniche, dall’ipertensione al declino cognitivo. Alcuni dati indicano che persone isolate rischiano fino al 50% in più di sviluppare demenza e hanno il 30% di probabilità in più di un decesso prematuro rispetto a chi gode di un supporto sociale stabile. Il legame fra solitudine e salute si manifesta anche nel peggioramento dell’umore e nei disturbi depressivi, condizione che impedisce di ricostruire reti sociali in modo spontaneo.
Impatto su diverse fasce d’età
Le conseguenze riguardano non solo gli anziani, categoria più colpita, ma anche i giovani, soprattutto dopo i mesi di isolamento per la pandemia da Covid. Questo nuovo scenario ha evidenziato come la solitudine non debba essere affrontata solo dal punto di vista psicologico ma anche sanitario, con azioni coordinate e reti che uniscano medici, sociali e istituzioni.
Il convegno a roma come punto di incontro nazionale per affrontare la solitudine
Il 19 giugno 2025, presso il centro congressi della Sapienza Università di Roma, è in programma il convegno “Le comunità come alternativa alla solitudine e per supportare la salute”. L’evento si inserisce nella XX edizione del Master in Management e Innovazione nelle Aziende Sanitarie, promosso dal Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche della Sapienza. L’obiettivo è creare uno spazio di confronto tra medici di famiglia, istituzioni e operatori sociali su esperienze italiane che hanno valorizzato la comunità come risorsa contro la solitudine.
Il convegno gode del patrocinio di AGENAS e di Roma Capitale, con il supporto dell’Assessorato alle Politiche Sociali e alla Salute. Hanno aderito anche la Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere , le Anci regionali e Cittadinanzattiva. Prima dell’evento è stato diffuso un questionario tra i medici di famiglia per raccogliere dati sul fenomeno e sulle risposte messe in campo.
Il ruolo della comunità nelle politiche sociali
Il convegno rappresenta un punto di incontro fondamentale per elaborare strategie nazionali che includano il valore socializzante delle comunità nella lotta contro la solitudine.
Il ruolo generativo delle comunità nella promozione della salute
Il convegno si concentra sull’idea che comunità attive e coese possano combattere efficacemente l’isolamento. Questi gruppi generano prossimità e sostengono i servizi sanitari locali, inserendosi come partner importanti nei percorsi di cura. La partecipazione sociale contribuisce a creare un senso di appartenenza e riduce le fragilità soprattutto nella popolazione più vulnerabile, giovani e anziani. In campo sanitario cresce la consapevolezza che la salute dipende dal tessuto relazionale e sociale attorno agli individui, e che la dimensione ecosistemica è fondamentale per rispondere ai bisogni emergenti.
Da qui nasce la richiesta di una collaborazione sistematica fra cittadini, operatori, istituzioni, volontariato e terzo settore. I promotori del convegno ricordano che “non si può più pensare a una sanità isolata dalle comunità”. Riconoscere e valorizzare l’azione collettiva è indispensabile per affrontare sfide complesse come la solitudine.
Struttura e temi del convegno: dai contributi internazionali alle esperienze italiane
La giornata prevede una sessione mattutina con interventi di rappresentanti internazionali, tra cui WHO, Wonca e il Frome Medical Practice del Regno Unito. Sarà presentata anche la posizione della Conferenza episcopale italiana con l’intervento di monsignor Domenico Pompili. Successivamente si passerà a una panoramica sulle iniziative italiane con esperti del Ministero della Salute, AGENAS, del Comitato di Medicina Sociale e dell’Alleanza per la Riforma delle Cure Primarie.
Il contributo di roma capitale
Il contributo di Barbara Funari, assessora alle Politiche Sociali e alla Salute di Roma Capitale, metterà in luce le difficoltà e le risposte di una grande città metropolitana. Roma evidenzia un fenomeno che richiede misure immediate e adattate alla complessità urbana.
Il pomeriggio sarà dedicato a tavoli di lavoro con metodi partecipativi. Questi momenti serviranno per estrapolare raccomandazioni, mettere a confronto pratiche efficaci e immaginare azioni concrete da realizzare nei prossimi anni. I risultati di questi incontri alimenteranno nuove strategie per lottare contro la solitudine nel nostro paese.