
Milano si prepara a votare cinque referendum su lavoro e cittadinanza, con una campagna elettorale caratterizzata da scarsa propaganda e molti spazi pubblicitari vuoti, mentre partiti contrari puntano sull’astensione per bloccare il quorum. - Unita.tv
La città di Milano si prepara a votare domani e lunedì per cinque referendum abrogativi, con orari dalle 7 alle 23 per domenica 26 gennaio e dalle 7 alle 15 per lunedì 27 gennaio 2025. Nonostante l’importanza delle tematiche, che riguardano prevalentemente il lavoro e un quesito sulla cittadinanza italiana per stranieri, le strade si presentano con poche affissioni di manifesti a favore o contro i referendum. La presenza più visibile sulle 170 postazioni elettorali sparse tra centro e periferia è un poster bianco con la scritta “Spazio non assegnato”, che domina la scena con una forte assenza di messaggi espliciti.
La distribuzione degli spazi elettorali e l’effetto manifesto bianco
Nei punti designati dall’ufficio elettorale comunale di Milano, ogni postazione dispone di 6 spazi per manifesti, o anche 18 nel caso di tabelloni doppi. Secondo le regole ministeriali in vigore, questi spazi vengono assegnati in base alle richieste ricevute dagli enti promotori e dai partiti coinvolti nel voto referendario. In questo caso, però, i materiali cartacei arrivati sono stati soltanto da tre soggetti: il Comitato Referendum Cittadinanza, il Comitato per il Referendum sul lavoro 2025, e Alleanza Verdi e Sinistra.
La distribuzione degli spazi segue un criterio preciso: ogni comitato promotore riceve uno spazio per ogni referendum proposto, mentre ogni partito politico ha diritto a un solo spazio, anche nel caso sostenga più quesiti. Il comitato che gestisce il referendum sulla cittadinanza richiede un solo spazio, quello che si occupa dei quattro referendum sul lavoro ottiene quattro spazi, e un altro spazio è destinato ad Alleanza Verdi e Sinistra. Il totale corrisponde dunque ai 6 spazi previsti per ogni postazione elettorale. Tutti gli altri spazi rimangono vuoti e vengono segnalati con il manifesto “Spazio non assegnato”.
Questo sistema spiega il fatto che i tabelloni siano tuttora invasi da questi manifesti bianchi, senza nessuna grafica o slogan a favore o contro le proposte referendarie.
L’assenza di propaganda contraria e l’astensione come strategia politica
L’assenza di manifesti a favore del “no” risulta particolarmente evidente. Le principali forze di centrodestra, infatti, non hanno avanzato alcuna richiesta per diffondere materiali contro i quesiti referendari. Questo comportamento è legato alla scelta strategica comune di puntare sull’astensione. Essendo richiesto un quorum del 50% per validare ogni referendum, i partiti che si oppongono preferiscono non mobilitarsi apertamente, sperando che la bassa partecipazione neutralizzi le iniziative referendarie.
L’astensione come tattica ha influenzato anche la scarsa presenza di propaganda visiva nel capoluogo lombardo. Le postazioni elettorali mostrano quindi un quadro particolarmente scarno, che riflette quanto i cosiddetti partiti “contro” abbiano deciso di non confrontarsi sulla comunicazione pubblica, preferendo piuttosto lasciare vuoto lo spazio e puntare a un risultato basato sul mancato raggiungimento del quorum.
Il ruolo inatteso del partito democratico nella campagna referendaria
Un elemento che sorprende è il comportamento del Partito Democratico. Nonostante sia da sempre una delle forze principali a favore dei cinque “sì” ai referendum, non ha presentato alcuna domanda per affiggere propri manifesti nelle postazioni ufficiali del comune di Milano.
Questa assenza di materiale ufficiale potrebbe dipendere da una scelta tattica o organizzativa, ma contribuisce a rendere ancora più spoglio il quadro della comunicazione elettorale nella città. Nel complesso, la strategia del Pd non si traduce in una forte presenza visibile, lasciando che i comitati promotori siano gli unici volti della campagna cartacea.
La votazione sui cinque referendum rappresenta un importante passaggio per temi che investono diritti sul lavoro e cittadinanza, ma l’assoluto predominio dei manifesti “Spazio non assegnato” riflette un clima di silenzio elettorale anomalo. Domani e lunedì ci sarà modo di vedere come questa situazione influirà sulla partecipazione e sul risultato finale a Milano.