Le autorità di pavia hanno riaperto le indagini sulla morte di chiara poggi, avvenuta nel 2007, con metodi avanzati tra cui la ricostruzione tridimensionale della scena del crimine e nuove analisi genetiche. I pm stanno cercando di capire se la giovane si sia difesa durante l’aggressione che le è costata la vita. Nuovi accertamenti puntano a chiarire le dinamiche della tragedia e a far luce su elementi che potrebbero condurre a risvolti importanti.
Il contesto dell’omicidio e le novità investigative
chiara poggi fu trovata morta nella sua abitazione di garlasco il 13 agosto 2007, colpita ripetutamente al volto e alla testa con un oggetto non identificato. Il corpo era stato trascinato sul pavimento e gettato lungo le scale che portano al piano seminterrato della casa. Nel corso delle indagini iniziali, il fidanzato della ragazza, alberto stasi, era stato condannato per il delitto; egli ha sempre sostenuto la propria innocenza.
Oggi però la procura di pavia ha riaperto il caso affidando nuove analisi al nucleo investigativo di milano. Il procuratore fabio napoleone guida le ricerche che si basano su strumentazioni molto più sofisticate rispetto a quelle usate in passato. Tra queste spiccano la ricostruzione tridimensionale della scena del crimine e le misurazioni precise delle distanze tra tracce di sangue e impronte lasciate sul luogo. Questi elementi servono a ricostruire con più dettaglio gli eventi della mattina dell’omicidio e a considerare la possibilità che chiara poggi si sia difesa dal suo aggressore.
Attenzione su tracce genetiche fondamentali
Su una traccia importante si concentra l’attenzione degli inquirenti: il dna trovato sotto le unghie della vittima, attribuito tramite consulenza a andrea sempion, amico del fratello di chiara e ora indagato nell’inchiesta. Questo dato apre nuove prospettive rispetto alla prima sentenza che ha coinvolto stasi.
Il ruolo dell’incidente probatorio e le nuove prove da esaminare
L’inchiesta ha portato alla convocazione di un incidente probatorio per il 17 giugno, momento in cui verranno approfondite le analisi su nuovi reperti. Il procedimento si svolgerà con la presenza di consulenti nominati da procura, difesa e parte civile, garantendo l’equilibrio delle valutazioni tecniche.
I periti delegati, tra cui la genetista denise albani dell’università tor vergata e l’esperto dattiloscopico domenico marchigiani, ritireranno più di trenta fascette paradesive con quasi sessanta impronte raccolte sulla scena del crimine. Questi reperti serviranno a verificare legami e posizionamenti cui si aggiungono tamponi e altri elementi prelevati dalla vittima. Tra questi, il lembo del tappetino del bagno e oggetti sequestrati nella casa, come la nota confezione di fruttolo e contenitori di cereali, saranno analizzati in un istituto di medicina legale di pavia.
Focus sul dna e possibili riscontri
Il lavoro si concentrerà soprattutto sul dna da estrarre dai nuovi campioni, per confrontarlo con le tracce raccolte nel 2007 e mettere a fuoco le possibili presenze sul luogo al momento del delitto. L’esito di queste indagini potrebbe influenzare le richieste di revisione del processo di stasi, attualmente in regime di semilibertà dopo aver scontato una pena di 16 anni.
controversie e suggestioni sul caso chiara poggi
Negli ultimi mesi il caso ha attirato l’attenzione pubblica anche per ricostruzioni e ipotesi piuttosto controverse. Tra queste si sono diffuse storie legate al santuario della bozzola, presunti abusi sessuali e riti satanici. Alcune voci hanno associato fenomeni oscuri al delitto, con riferimenti a suicidi sospetti come quello di michele bertani, amico di sempion, che poco prima della sua morte aveva postato online una frase considerata enigmatica.
Tali ricostruzioni hanno suscitato reazioni forti da parte dei familiari di chiara poggi, che hanno manifestato disappunto davanti a questi racconti. I genitori della vittima hanno sottolineato il loro stato d’animo, definendo tali ipotesi fonte di amarezza.
Nel frattempo si parla anche di una possibile richiesta di riesumazione del corpo di chiara, ipotesi che contribuirebbe a chiarire aspetti finora poco chiari della vicenda. Il lavoro degli investigatori continua, mentre si prepara la fase più delicata dell’incidente probatorio, attesa per metà giugno. L’attenzione resta alta intorno a un caso che segna ancora oggi la cronaca giudiziaria e che potrebbe riservare sviluppi nuovi nel 2025.