La gestione dei parcheggi intorno allo stadio di San Siro è finita al centro di un’inchiesta che ha coinvolto esponenti del tifo organizzato, imprenditori e presunti legami con la ‘ndrangheta. L’operazione, condotta da Squadra mobile e Guardia di finanza, punta a districare una rete fatta di pressioni, pagamenti e rapporti opachi, in cui il controllo dei posteggi si lega con il potere della curva nord interista. I protagonisti della vicenda, interrogati e fermati tra ottobre 2024 e i primi mesi del 2025, hanno svelato le dinamiche che hanno condizionato l’accesso ai servizi intorno al Meazza, tra minacce e connivenze.
L’ingresso di gherardo zaccagni nel giro dei parcheggi di san siro
Il 23 ottobre 2024, presso il ristorante Ribot di Milano, gherardo zaccagni ha ricostruito agli inquirenti le modalità con cui è stato coinvolto nella gestione dei parcheggi dello stadio. Quel giorno, nel gruppo di persone c’erano anche mauro russo, noto nell’ambiente ultras, e altri elementi legati alla curva nord interista come wally e corrado. Zaccagni ha raccontato che gli è stato fatto capire che per evitare problemi nella gestione dei posteggi avrebbe dovuto assumere persone scelte dalla curva stessa, a patto che avessero “i requisiti di buona condotta”. Inoltre, avrebbe dovuto contribuire alle coreografie durante le partite.
Un inizio di collaborazione forzata
Questo incontro ha segnato l’inizio di una collaborazione forzata, in cui i rapporti tra l’imprenditore e la curva sono diventati centrali per la gestione del business intorno allo stadio. La pressione era legata non solo al personale da assumere, ma anche alla necessità di versare somme periodiche per garantirsi “tranquillità” e assenza di fastidi. Zaccagni ha raccontato come il meccanismo fosse già rodato e sostenuto da figure di spicco del tifo organizzato, legate anche a realtà criminali.
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Mauro russo e il controllo della curva nord, tra imprenditoria e vecchie conoscenze
Al centro del sistema emerge la figura di mauro russo, ultrà storico della curva nord e imprenditore insieme a personaggi dello sport come paolo maldini e christian vieri nella società Go Old ’50 srl. Russo ha un passato nel mondo del tifo sin dagli anni ’80, quando guidava la curva con altri nomi noti come nino ciccarelli e franco caravita. Dopo aver lasciato la guida diretta del tifo, si è concentrato sul business dei parcheggi, diventando un riferimento importante nel settore.
L’ordinanza “Doppia Curva”
Nel blitz “Doppia Curva” del 2024, russo è stato raggiunto da un’ordinanza di arresti domiciliari. L’accusa principale riguarda il ruolo che ha avuto nel convocare o imporre figure legate alla curva per la gestione del servizio parcheggi, facendo leva su intimidazioni orchestrate con altri ultras come boiocchi e il suo vice andrea beretta. I pagamenti obbligatori, di circa 4mila euro al mese, rappresentavano un flusso monetario costante verso la curva, senza alcun contratto o rapporto lavorativo legittimo, secondo quanto ha spiegato il gip domenico santoro.
Il coinvolgimento di mauro russo e la sua influenza sulla curva mostrano come il controllo dei parcheggi fosse strettamente legato a gruppi organizzati, i quali mantenevano strumenti di pressione per garantire il proprio predominio. La vicenda evidenzia anche il collegamento tra vecchie strutture del tifo e attività economiche più ampie.
I pagamenti alla curva nord e il ruolo mediatorio di giuseppe caminiti
Nel sistema descritto dagli investigatori, ruolo chiave spetta a giuseppe caminiti, ritenuto vicino alla criminalità organizzata e mediatore tra l’imprenditore zaccagni e la curva nord. Caminiti ha lavorato come garante, accompagnando Zaccagni nelle relazioni con il tifo organizzato e assicurando che le richieste della curva fossero rispettate senza intoppi.
Zaccagni ha ammesso di aver assunto Caminiti proprio per evitare problemi con la curva. Inizialmente pensava che le minacce fossero esagerate, ma col tempo ha capito che erano concrete e difficili da evitare. Caminiti, da parte sua, godeva di solide conoscenze all’interno dell’Inter e con i dirigenti come piero ausilio e giuseppe marotta. Pur senza coinvolgimenti diretti di questi ultimi nell’inchiesta, la sua posizione sottolinea un’intreccio tra mondo ultras e ambienti societari.
La giustizia ha evidenziato che i versamenti fatti da Zaccagni, circa 60mila euro in due anni, erano una sorta di “tassa” per poter operare senza problemi nei parcheggi. Questa somma non risultava in nessun rapporto commerciale lecito ma veniva chiesta come corrispettivo per la “tranquillità” imposta dalla curva e dai suoi rappresentanti.
Sospetti e indagini sulla gestione dei parcheggi nelle aree limitrofe
Gli atti d’indagine contengono anche riferimenti a colloqui in cui si parla di una presunta “mazzetta” da 5mila euro indirizzata a una persona legata alla società Snai. Si trattava del parcheggio dell’ippodromo, altra area di interesse per il business dei posteggi a Milano. Zaccagni, inquisito sull’argomento, ha respinto questa accusa.
Le indagini si concentrano su un sistema complesso in cui interessi comuni tra ultras, imprenditori e presunte organizzazioni criminali hanno condizionato gli spazi intorno a San Siro. Squadra mobile e Guardia di finanza hanno documentato rapporti, trasferimenti di denaro, e programmi di controllo che si intrecciano tra potere e violenza. L’inchiesta ha evidenziato un quadro di corruzione e presunte illegalità che vanno oltre l’ambito sportivo per toccare affari economici e criminalità organizzata.
Un terreno di scontro economico e criminale
L’operazione condotta tra ottobre 2024 e la primavera del 2025 dimostra come i servizi legati allo stadio, come i parcheggi, siano diventati terreno di scontro e controllo per gruppi con interessi economici e di potere radicati nel mondo ultras e criminale. Le misure cautelari e le testimonianze raccolte aprono scenari ancora aperti per le prossime fasi dell’inchiesta.