Gli sportelli del tribunale di Velletri, dove gli avvocati si rivolgono per notificare atti giudiziari, sono finiti al centro di un’inchiesta della Guardia di Finanza. Secondo le indagini, i soldi incassati agli sportelli sarebbero stati impiegati per pagare in nero un ex dipendente andato in pensione da 12 anni. Nel registro degli indagati sono finiti il dirigente e la vice degli Uffici notificazioni, esecuzioni e protesti del tribunale, oltre all’ex dipendente coinvolto. Per i due funzionari pubblici l’accusa è peculato.
Il contesto dell’indagine e la denuncia iniziale
L’inchiesta è partita da una segnalazione interna presentata nell’ottobre 2024 da una funzionaria dell’Unep che ha denunciato gravi irregolarità nella gestione contabile dell’ufficio notifiche. La stessa funzionaria aveva evidenziato come il dirigente indagato rifiutasse sistematicamente i pagamenti elettronici o telematici richiesti dagli avvocati che si recavano allo sportello. Queste problematiche erano già emerse durante un’ispezione ministeriale nel 2022, quando gli ispettori avevano invitato a “normalizzare il servizio” ma senza risultati concreti.
La situazione era quindi nota almeno da due anni prima dello scoppio delle indagini formali. Le irregolarità segnalate riguardavano non solo la mancata accettazione dei pagamenti digitali ma anche la gestione poco trasparente dei fondi raccolti dallo sportello.
Le modalità del pagamento in nero e l’ammontare sottratto
Le Fiamme Gialle hanno documentato come a partire dal gennaio 2014 fino al febbraio 2025 siano stati prelevati circa 72.600 euro in contanti destinati a retribuire un ex dipendente ormai pensionato da più di un decennio. L’uomo percepiva mensilmente circa 600 euro “in nero”, somma versata illegalmente con fondi sottratti dall’Ufficio notificazioni.
Durante le operazioni investigative sono state installate telecamere nascoste negli uffici che hanno ripreso il dirigente mentre prelevava personalmente denaro dalla cassaforte: ad esempio a gennaio scorso ha ritirato ben 800 euro senza alcuna giustificazione ufficiale scritta o autorizzazione formale.
Un altro episodio contestato riguarda l’utilizzo improprio dei fondi pubblici per coprire spese personali: sempre i due dirigenti coinvolti avrebbero preso dalla cassa complessivamente circa 855 euro per finanziare il pranzo natalizio aziendale previsto nel dicembre del 2024 tra colleghi dello stesso ufficio.
Le difese degli indagati durante gli interrogatori preventivi
Nel corso delle audizioni davanti ai magistrati coordinatori delle investigazioni gli imputati hanno ammesso alcune delle accuse ma hanno cercato di giustificarsi con versioni differenti rispetto alla ricostruzione della Guardia di Finanza.
Riguardo al pagamento all’ex dipendente pensionato hanno sostenuto che ogni ufficiale giudiziario versava mensilmente una quota pari a circa 25 euro come rimborso spese volontario proprio per coprire quelle somme erogate fuori busta paga dall’ufficio Unep. Questa spiegazione punta ad attribuire ai colleghi stessi parte della responsabilità economica sul compenso non regolare ricevuto dal pensionato.
Sulla questione del pranzo natalizio invece le difese hanno spiegano che quella somma sarebbe stata soltanto un acconto versato per organizzare l’evento, poi recuperata trattenendo direttamente dalle buste paga degli ufficiali giudiziari interessati per una cifra intorno ai 35 euro ciascuno. Questo tentativo mira a ridurre l’entità dell’irregolarità riconosciuta dalle autorità giudiziarie nei confronti dei dirigenti accusativi.
Accertamenti in corso
Le verifiche proseguono sotto coordinamento della procura locale mentre nuovi accertamenti potrebbero emergere nelle prossime settimane sul modo concreto con cui venivano gestite tutte le entrate provenienti dai cittadini rivolti agli sportelli Unep del tribunale veliterna.