Il rapporto almaLaurea 2025 sulla condizione occupazionale dei laureati italiani evidenzia un aumento del tasso di occupazione a un anno dalla laurea, toccando i valori più alti dell’ultimo decennio. I dati riguardano sia i laureati di primo livello che quelli di secondo livello, mostrando un quadro dettagliato sul mercato del lavoro per i neolaureati in italia.
Tasso di occupazione a un anno dalla laurea raggiunge livelli record
Nel 2025, il tasso di occupazione a un anno dal conseguimento del titolo di studio supera il 78%, specificamente il 78,6%, per entrambe le categorie di laureati, quelli di primo e di secondo livello. Questo dato segna un incremento significativo rispetto al 2023: +4,5 punti percentuali per i laureati di primo livello e +2,9 punti per quelli di secondo livello. La crescita riflette un miglioramento nelle opportunità lavorative offerte ai neolaureati italiani sul breve periodo e indica una maggiore richiesta di figure professionali con laurea nel mercato italiano.
Un decennio di oscillazioni e il picco del 2025
L’ultimo decennio ha visto oscillazioni nel tasso di occupazione a breve termine, ma il 2025 rappresenta un picco positivo. Questo risultato si deve anche a una combinazione di fattori, tra cui l’adattamento delle università ai fabbisogni del mercato, le politiche di inserimento lavorativo e una domanda crescente di competenze specialistiche. Non a caso, le statistiche confermano come il possesso di un titolo accademico continui a rappresentare un elemento chiave per accedere a posizioni stabili e remunerative, anche in contesti economici complessi.
Occupazione a cinque anni dalla laurea resta stabile e alta
A distanza di cinque anni dal conseguimento della laurea, il tasso di occupazione si mantiene molto elevato, attestandosi su valori superiori al 90%. In particolare, la variazione rispetto al passato è contenuta, segno di una consolidata presenza dei laureati nel mercato del lavoro. Questo indica che, dopo il periodo iniziale di inserimento, i laureati trovano maggiori condizioni di stabilità e continuità lavorativa.
Ruolo duraturo del titolo di studio
Il dato è rilevante per comprendere il ruolo duraturo del titolo di studio nell’occupazione e la sua capacità di garantire un impiego stabile nel medio termine. Inoltre, la percentuale alta sottolinea quanto il sistema universitario italiano fornisca una base solida, permettendo ai laureati di consolidare il proprio percorso professionale con passare degli anni. Anche per chi si forma nelle discipline scientifiche, tecnologiche e matematiche questo dato evidenzia una buona prospettiva occupazionale, nonostante la loro minor presenza tra i laureati.
Presenza femminile tra i laureati e le difficoltà nelle discipline stem
Il rapporto annovera una prevalenza femminile nella popolazione dei laureati italiani: nel 2024 quasi il 60% dei neolaureati era donna, stabilizzando una tendenza che perdura da almeno dieci anni. Le donne rappresentano dunque oltre la metà dei laureati complessivi in italia. Eppure, questa partecipazione non si traduce in eguale presenza nelle discipline stem, cioè quelle scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche.
La sfida della parità di genere nelle stem
I dati mostrano che solo il 41,1% dei laureati in materie stem è donna, un valore che non ha subito variazioni significative dal 2014. La quota stabile negli ultimi dieci anni evidenzia una persistente difficoltà nel superare le barriere che limitano l’ingresso femminile in questi campi. La situazione riflette una più ampia problematica sulle differenze di genere nell’accesso a carriere scientifiche e tecnologiche, che restano ancorate a stereotipi e a una minore attrattiva percepita da parte delle studentesse.
Le università e le istituzioni italiane sono chiamate, dunque, a rafforzare iniziative mirate per aumentare l’interesse femminile alle materie stem. La crescita in questi settori potrebbe promuovere una maggiore partecipazione femminile nel mercato del lavoro, con effetti positivi sul piano dell’uguaglianza e sulla capacità competitiva del sistema produttivo nazionale.
Il rapporto almaLaurea 2025 conferma così trend e criticità del mondo accademico italiano, delineando un quadro complesso ma con segnali incoraggianti sul fronte dell’occupazione. I dati verranno utilizzati per indirizzare politiche e interventi, volti a rendere più efficace l’ingresso dei laureati nel mondo del lavoro, soprattutto nelle aree dove la rappresentanza femminile resta bassa.