Imbrattato a sesto san giovanni il monumento a sergio ramelli ed enrico pedenovi

Il monumento a Sergio Ramelli ed Enrico Pedenovi a Sesto San Giovanni è stato vandalizzato, suscitando reazioni politiche e un acceso dibattito sulla memoria storica e il rispetto dei beni pubblici.
A Sesto San Giovanni il monumento dedicato a Sergio Ramelli ed Enrico Pedenovi, inaugurato recentemente, è stato vandalizzato con scritte offensive e escrementi, suscitando dure condanne dalle istituzioni locali e un acceso dibattito sulla memoria storica. - Unita.tv

Il monumento dedicato a sergio ramelli ed enrico pedenovi, inaugurato da pochi giorni a sesto san giovanni e donato dal circolo culturale il tricolore, è stato danneggiato con scritte offensive e escrementi. Il gesto è stato compiuto nella mattinata del 6 maggio 2025, suscitando reazioni immediate da parte delle istituzioni locali e delle forze politiche. Il monumento è un bene pubblico del comune, simbolo di memoria e dialogo su fatti storici del passato italiano.

Il gesto di imbrattamento e l’identificazione dell’autrice

L’episodio è avvenuto all’interno dell’area verde dove si trova il monumento intitolato a sergio ramelli ed enrico pedenovi, entrambi figure controverse legate agli anni di piombo. La donna che ha compiuto il gesto non è stata ripresa mentre imbrattava il monumento, ma le forze dell’ordine l’hanno già identificata. Si tratta di una figura nota agli inquirenti, con precedenti episodi analoghi nei giorni prima. La stessa è legata ai carc, un’organizzazione politica di sinistra, e ha partecipato a manifestazioni nello stesso comune, inclusa quella del 28 aprile 2025.

Scritte e volantini sul monumento

Sul monumento sono apparsi volantini che definiscono ramelli e pedenovi “fascisti”, accompagnati da scritte offensive e residui organici lasciati a terra. Il gesto sembra quindi ispirarsi a una forte opposizione politica e al rifiuto della memoria legata a queste figure.

La reazione delle istituzioni locali e il valore del bene pubblico

Antonio lamiranda, assessore all’urbanistica e presidente della commissione toponomastica di sesto san giovanni, ha duramente criticato l’atto definendolo “un’offesa a tutta la collettività.” Ha sottolineato come il monumento non sia proprietà di singoli gruppi politici o associazioni, ma un bene pubblico che merita rispetto da parte di tutti i cittadini. Lamiranda ha denunciato il costo aggiuntivo che la pulizia del monumento imporrà al Comune, e quindi ai contribuenti.

Da parte sua ha chiesto anche una presa di distanza netta da parte della sinistra sestese, soprattutto dal partito democratico, affinché “condanni senza ambiguità azioni di questo tipo.” Per lui, la città ha bisogno di cittadini che rispettino la storia, ma soprattutto che si impegnino attivamente nella democrazia partecipata secondo i principi della costituzione italiana.

Le reazioni politiche e il dibattito sulla memoria storica

Immediata è stata l’adesione alla condanna da parte di fratelli d’Italia. La segreteria locale ha parlato di “odiatori” che agiscono ripetutamente contro un luogo simbolico inaugurato pochi giorni prima, definendo il gesto come un tentativo di impedire ogni “pacificazione nazionale” su temi legati agli anni di piombo. Michele russo, rappresentante del partito, ha espresso sconcerto per la persistenza di tensioni legate a fatti storici di decenni fa, chiedendosi a chi possa giovare mantenere accesi certi contrasti in una società che vorrebbe voltare pagina.

Un dibattito acceso sulla memoria storica

Il vandalismo sul monumento ha riaperto di fatto un dibattito più ampio sulla gestione della memoria storica in italia, specie quando si parla di figure di cui varie fazioni hanno interpretazioni opposte. L’episodio di sesto san giovanni è un esempio tangibile delle difficoltà nel garantire rispetto, convivenza civile e confronto democratico su temi delicati, anche nei piccoli spazi urbani.

Il contesto storico di sergio ramelli ed enrico pedenovi a sesto san giovanni

Le statue dedicate a sergio ramelli ed enrico pedenovi ricordano due giovani militanti di opposte estrazioni politiche vittime della violenza politica negli anni 70 in italia. Ramelli, giovane militante di destra, fu ucciso nel 1975 durante uno scontro con militanti di sinistra. Pedenovi invece, attivo in ambienti di sinistra, morì anch’egli a causa di scontri politici nello stesso periodo.

Lo spazio monumentale inaugurato il 28 aprile 2025 aveva proprio lo scopo di mantenere viva la memoria di quegli anni turbolenti, proprio a sesto san giovanni, città con una lunga tradizione politica e operaia. La presenza del presidente del senato ignazio la russa alla cerimonia ufficiale aveva dato rilievo istituzionale all’evento.

Un luogo di memoria e tensioni

L’area verde ora diventa uno spazio simbolico per riflettere sulle divisioni del passato, ma anche un luogo di tensioni che si manifestano attraverso gesti vandalici come quello registrato il 6 maggio. Questi fatti mostrano come la memoria storica in certi contesti non sia ancora un terreno condiviso, ma un motivo di conflitto acceso.