Il 10 giugno 2025 a milano al Volvo Studio si è tenuto un evento della Milanesiana dedicato al rapporto tra mente, emozioni e sistema immunitario. Il confronto tra scienza e umanesimo ha guidato la serata, che ha visto interventi di neuroscienziati, immunologi e divulgatori, culminando con un concerto che ha unito musica e riflessioni sul talento umano.
Un evento alla milanesiana dedicato all’intelligenza del corpo e della mente
La serata, organizzata dalla Milanesiana, ha preso il via con i saluti di Chiara Angeli, direttore marketing di Volvo Car Italia. Il titolo “Il talento del cervello e del sistema immunitario” ha subito indicato il tema centrale: l’intelligenza nascosta nel corpo umano, la connessione tra le facoltà mentali e le nostre difese biologiche. Maria Sole Sanasi d’Arpe ha aperto la discussione con un prologo che ha messo in luce l’importanza di un approccio integrato tra scienza e dimensione umanistica.
Sono seguite le letture di esperti come la neuroscienziata Michela Matteoli, la divulgatrice Eliana Liotta e l’immunologo Alberto Mantovani, che hanno approfondito i meccanismi con cui cervello e sistema immunitario mostrano una profonda interdipendenza. La serata si è conclusa con il concerto “Spiriti guida” di Cristina Donà e Saverio Lanza, che ha proposto un viaggio musicale tra influenze variegate, da Claudio Monteverdi a David Bowie, passando per artisti come Battisti e Bjork.
La riflessione di maria sole sanasi d’arpe sul talento e il cervello
Maria Sole Sanasi d’Arpe ha sviluppato un intervento che ha messo in relazione il concetto di “talento” con le considerazioni neuroscientifiche sul cervello umano. Ha ricordato come la parola talento abbia radici antiche, partendo dal termine greco τάλαντον, che significava “bilancia” e “moneta”, prima di trasformarsi in un’idea legata a capacità e desiderio nel medioevo e infine a dote individuale.
Il richiamo all’episodio biblico della parabola dei talenti ha permesso di comprendere il talento come dono che giace in potenza, da coltivare attraverso la coscienza e l’azione. In questo contesto il cervello rappresenta lo strumento che trasforma il dono in manifestazione concreta attraverso la libertà di scelta e la volontà umana. “Il talento non è qualcosa da conquistare, ma qualcosa che già appartiene all’individuo, un dono gratuito che richiede di essere sviluppato mediante l’impegno personale.”
La riflessione ha poi toccato temi filosofici e teologici, riportando l’esempio di Faust, figura che rappresenta la lotta umana tra tentazione e salvezza, e sottolineando come il vero attore nella realizzazione del talento sia la capacità dell’uomo di orientarsi verso il bene e la crescita, anche attraverso l’azione concreta.
L’incontro tra umanesimo e scienza nelle scoperte neurologiche e immunitarie
La serata ha evidenziato la necessità di superare la separazione tradizionale tra cultura umanistica e sapere scientifico. Il talento umano, infatti, non può essere ridotto solo a processi biologici o dati neurofisiologici, ma va inteso come sintesi di conoscenze che uniscono ragione, emozione e spiritualità.
Secondo Sanasi d’Arpe, l’approccio contemporaneo al cervello e al sistema immunitario deve considerare il loro funzionamento come un collegamento profondo tra microcosmo e macrocosmo, riprendendo il pensiero aristotelico sul legame tra realtà esterna e esperienza individuale.
Questa visione richiama l’idea che la filosofia, la letteratura e l’arte strutturano la mente e offrono un quadro in cui la scienza non appare separata ma parte di un sistema integrato di conoscenze. È proprio la capacità del cervello di creare connessioni che permette di affrontare la complessità della vita e della conoscenza umana.
Prospettive filosofiche sulla conoscenza e il pensiero scientifico
Werner Heisenberg e Edgar Morin sono stati citati per chiarire il legame tra fondamenti filosofici e lavoro scientifico. Heisenberg evidenzia come la ricerca dipenda da un’impostazione mentale e filosofica che struttura le teorie e ne permette lo sviluppo. Morin sottolinea la necessità di un pensiero complessivo, che non si limiti alla specializzazione ma guardi alla conoscenza nella sua interezza.
Il filosofo francese invoca una “riforma del pensiero” capace di superare la divisione tra “due culture” – quella umanistica e quella scientifica – per creare una forma di intelligenza che risponda alle sfide attuali. Montaigne viene richiamato nel suo monito a preferire “una testa ben fatta” a una “testa ben piena”, ovvero una mente capace di integrare e mettere insieme i diversi ambiti del sapere.
L’evento milanese come occasione di dialogo tra sapere e spiritualità
L’incontro alla Milanesiana ha rappresentato un momento in cui temi scientifici, filosofici e artistici si sono intrecciati per dare una visione ampia del talento umano. La scelta di includere un concerto che attinge a diversi linguaggi musicali ha sottolineato come cultura e biologia convivano nella vita quotidiana.
Questa serata ha mostrato un percorso dove l’intelligenza profonda del corpo si accompagna a riflessioni su natura, dono e azione, offrendo un quadro in cui scienza e umanesimo dialogano senza contrasti. A milano, il valore del talento viene così esplorato nelle sue molteplici dimensioni, attraverso strumenti diversi e complementari.
