
“Il Filo di Arianna” è un progetto attivo nel Nord Milano che offre supporto integrato a donne vittime di violenza, promuovendo autonomia economica tramite assistenza psicologica, legale e percorsi formativi per l'inserimento lavorativo. - Unita.tv
Il progetto “il Filo di Arianna” si è affermato nel territorio del Nord Milano da gennaio 2025, ottenendo un finanziamento regionale che ne sostiene l’attività. L’iniziativa nasce per rispondere a una domanda crescente di aiuto da parte delle donne vittime di violenza, offrendo supporto psicologico, legale e opportunità concrete per l’inserimento lavorativo. L’obiettivo è favorire l’autonomia economica come tappa fondamentale per uscire da situazioni di abuso e isolamento. Diverse realtà locali collaborano per creare una rete capillare che agisca sul piano sociale e pratico, con sportelli e azioni di formazione dedicate.
Una rete di sostegno ampia e coordinata nel nord milano
“il Filo di Arianna” coinvolge numerosi soggetti, tra cui farmacie comunali, associazioni onlus, forze dell’ordine, consultori e servizi sociali nei comuni di Cinisello Balsamo, Sesto San Giovanni, Cologno Monzese e Bresso. Tale cooperazione consente di intercettare i casi di violenza nascosti, spesso confinati entro le mura domestiche, e indirizzare le donne verso un percorso di recupero e protezione. I centri antiviolenza del territorio, in particolare il centro Venus di Cinisello Balsamo attivo da dieci anni, si occupano della presa in carico diretta delle donne. La presenza di sportelli decentrati amplia la capacità di risposta e facilita l’accesso al servizio.*
Questa rete ha migliorato la raccolta dati e l’analisi delle richieste di aiuto, individuando specifici fenomeni legati a precise fasce della popolazione colpite dalla violenza. Il coordinamento tra enti pubblici e privati mira a garantire percorsi personalizzati, puntando non solo a tutela e ascolto, ma anche a soluzioni concrete e sostenibili nel tempo.
Caratteristiche demografiche e tipologie di violenza registrate
I dati raccolti dal centro Venus rivelano che la maggior parte delle donne assistite ha un’età compresa tra i 31 e i 40 anni, rappresentando il 28% del totale. Questo segmento risulta particolarmente esposto a situazioni di abuso o maltrattamento. Chi si rivolge agli sportelli presenta condizioni lavorative spesso precarie: poco più della metà dichiara di lavorare, ma molte senza contratti regolari. Il 29% circa è disoccupato o inoccupato. Questi elementi evidenziano una declinazione economica strettamente legata alla condizione di vulnerabilità.
Le forme di violenza riportate riguardano prevalentemente l’ambito psicologico, segnalato in quasi la metà dei casi . La violenza fisica riguarda un quarto delle donne che chiedono aiuto, mentre l’11% si trova ad affrontare sia il danno fisico sia quello economico. Le città con il maggior numero di segnalazioni sono Cinisello Balsamo, Sesto San Giovanni e Bresso. Questi dati diventano fondamentali per tarare l’intervento degli operatori e definire i programmi di supporto.
Percorsi formativi e inserimento lavorativo come strumento di autonomia
Una parte centrale del progetto riguarda il reinserimento professionale delle donne vittime di violenza. “il Filo di Arianna” seleziona le donne seguite dai centri antiviolenza da almeno sei mesi. A oggi, 32 donne hanno iniziato percorsi di formazione, mentre 20 hanno partecipato a corsi di alfabetizzazione di base e informatica. Questi moduli puntano a migliorare le competenze utili per affrontare il mercato del lavoro e accrescere l’indipendenza.
Il progetto ha attivato 12 tirocini extracurricolari grazie alla collaborazione di circa 60 imprese locali. Otto donne hanno già ottenuto un inserimento lavorativo stabile, un passo decisivo verso la ricostruzione della propria vita. Queste iniziative mirano a spezzare la dipendenza economica che spesso lega le vittime ai loro aguzzini. La risposta offerta dal filo di Arianna, quindi, non si limita alla protezione immediata, ma si estende alla costruzione di un futuro concreto.
Le istituzioni locali e le associazioni coinvolte continuano a monitorare l’efficacia del progetto, sostenendo chi affronta situazioni di violenza attraverso un percorso complesso e variegato. La presenza capillare e le azioni mirate, insieme alla qualificazione lavorativa, creano nuove opportunità per donne spesso escluse da reti di tutela o di supporto sociale.