Il bus trainato su per i boschi da merano ad avelengo: un’impresa storica tra i pendii dell’altopiano del salto
Nel 1933, un autobus fu trasportato da Merano ad Avelengo affrontando terreni impervi, segnando l’inizio di una nuova era per la mobilità nell’altopiano del Salto e migliorando i collegamenti locali.

Nel 1933 un autobus fu trasportato da Merano ad Avelengo attraverso sentieri impervi, segnando un’importante tappa nella storia dei collegamenti tra la valle dell’Adige e l’altopiano del Salto prima della costruzione di una strada carrozzabile. - Unita.tv
Nel 1933, un autobus di linea venne trasportato da Merano fino ad Avelengo affrontando boschi e pendii ripidi senza una strada diretta. Questa vicenda, immortalata da fotografie d’epoca della famiglia Huber, racconta le difficoltà di collegamento tra la valle dell’Adige e l’altopiano del Salto prima della costruzione di una via carrozzabile. L’introduzione del servizio di trasporto pubblico rappresentò un passo cruciale per la mobilità locale, documentando un’epoca in cui le comunicazioni erano spesso affidate a soluzioni straordinarie.
I collegamenti tra merano e avelengo prima della strada carrozzabile
Prima del 1984, non esisteva una strada diretta tra Merano e l’altopiano di Avelengo. Chi doveva raggiungere la località sotto il picco Ivigna doveva utilizzare la funivia o percorrere sentieri impervi e scoscesi. Dal 1923 l’alternativa più concreta era una strada in quota tra Santa Caterina e Falzeben, ma il collegamento vero e proprio con la città termale mancava del tutto. Secondo il racconto di Luis Reiterer, sindaco di Avelengo dal 1974 al 1980, “questo limitava molto gli spostamenti di abitanti e visitatori.”
Le persone che vivevano sull’altopiano potevano muoversi perlopiù camminando o facendo affidamento ad animali da soma. Le merci arrivavano solo con fatica. Le donne conosciute come “botinnen” trasportavano a piedi carichi pesanti, spesso superando i 30 chili, come uova e burro in discesa e generi di prima necessità in salita. Il sentiero era una serie di lastre di pietra inerpicate lungo ripidi pendii direttamente verso Merano. Nemmeno un vero percorso per veicoli, ma l’unico modo che avevano per portare i beni in città.
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La sfida di portare un autobus lungo i sentieri dell’altopiano
Nel 1933 aprì la strada tra Avelengo e Falzeben, ma ancora non esisteva un accesso vero per i mezzi a motore dalla valle dell’Adige. In questo contesto un autobus di linea da 40 posti venne portato in quota con un’impresa eccezionale. Sepp Greiter, a capo dell’azienda Klammsteiner, si offrì di trainarlo usando escavatrice e argano. Il percorso prevedeva l’abbattimento di recinzioni, la demolizione di muri di cinta e persino l’esplosione di ostacoli rocciosi per far spazio al veicolo.
Il dislivello da superare era di circa 1.000 metri, e il mezzo dovette avanzare lentamente, metro dopo metro, su terreni accidentati e senza una vera strada. Dopo una settimana di lavoro, l’autobus raggiunse Avelengo con solo qualche graffio e ammaccatura. L’impresa mostrò la tenacia e l’ingegno di chi doveva garantire un collegamento che spesso sembrava impossibile. “Un’azione che oggi sarebbe fuori discussione per le norme sulla sicurezza,” ma che racconta la realtà di un tempo in cui muoversi significava spesso superare ostacoli grandi.
La trasformazione delle vie di comunicazione nell’altopiano del salto
Dopo l’arrivo di quel primo autobus, la viabilità tra Avelengo e le località vicine cominciò a migliorare gradualmente. Nel corso degli anni seguenti furono costruite altre strade carrozzabili, anche se la connessione diretta con la valle dell’Adige arrivò solo con la costruzione della strada dopo il 1984. Gli abitanti dell’altopiano poterono così contare su mezzi di trasporto più efficaci e rapidi.
Anche i primi scooter Vespa vennero trasportati in quota con la teleferica, ulteriore prova della difficoltà di accesso. L’uso di soluzioni tecniche nate per altri scopi dimostra quanto isolata fosse questa zona montana. Quel primo autobus, comunque, segnò l’inizio di una nuova fase per il territorio, trasformando la mobilità e facilitando il contatto tra Merano e l’altopiano del Salto.
Memoria e documentazione storica
La memoria di questa vicenda è conservata nelle fotografie d’epoca e nei ricordi degli abitanti. Rimane una testimonianza di come le difficoltà geografiche venissero affrontate con metodi straordinari. Il trasporto dell’autobus su per i pendii dei boschi resta un episodio lontano dai tempi moderni, che racconta un mondo dove la perseveranza era il motore principale dei cambiamenti infrastrutturali.