Un vasto sistema di frode fiscale e riciclaggio di denaro è stato smascherato grazie a un’operazione congiunta della polizia e della guardia di finanza. Otto società “cartiere” con base nel casertano e napoletano emettevano fatture false che venivano pagate da oltre cento imprese edili in emilia-romagna e lombardia. Le indagini hanno rivelato un meccanismo consolidato per ridurre i ricavi dichiarati e rimettere ingenti somme in nero nel circuito economico.
Il meccanismo delle fatture false e il ruolo delle società cartiere
Le società cartiere coinvolte nell’inchiesta risiedevano principalmente tra caserta e napoli. Queste emettevano fatture false a favore di imprese edili localizzate in emilia-romagna e lombardia. Le aziende, in apparenza clienti, pagavano le fatture tramite bonifico bancario. Un’operazione che, a prima vista, sembrava regolare, ma nascondeva una strategia ben precisa.
Le somme versate venivano restituite ai committenti in contanti, forniti da ambienti criminali campani che fungevano da prestatori di denaro. Prima della restituzione, veniva trattenuta una percentuale, una sorta di “commissione” per il supporto illecita al giro. Così, gli imprenditori riuscivano a ridurre artificialmente i ricavi dichiarati, pagando meno tasse. In aggiunta, accumulavano provviste di denaro non dichiarato, pronte per essere reinserite clandestinamente nell’economia legale.
Leggi anche:
Frodare il fisco e riciclare denaro
Il meccanismo non si limitava a frodare il fisco, ma creava un canale sorto per riciclare denaro contante, evitando i controlli di legge. Le fatture false agivano da copertura formale, mentre il denaro girava fisicamente e si nascondeva tra le mani degli imprenditori e dei loro complici criminali.
L’indagine e le operazioni di polizia e guardia di finanza
L’inchiesta, coordinata dalla procura di bologna e guidata dal pm Flavio Lazzarini, ha portato a un giro complessivo di circa 24 milioni di euro tra fatture false e denaro riciclato. Le autorità hanno dato esecuzione a 29 misure cautelari, che hanno colpito in modo deciso la rete delle società cartiere e degli imprenditori.
Sono state eseguite 40 perquisizioni nelle province coinvolte, che hanno fruttato sequestri per oltre tre milioni di euro. Tra i beni trovati ci sono stati orologi di valore, come rolex, un lingotto d’oro da un chilo, e cifre in contanti nascoste nei posti più disparati: freezer, camini e altri nascondigli casalinghi. Le Forze dell’ordine si sono servite anche di “cash dog”, cani appositamente addestrati a individuare il denaro nascosto, un metodo ormai consolidato per scovare nascondigli invisibili agli occhi.
I 29 indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla emissione di fatture false, riciclaggio e autoriciclaggio. L’operazione mira non solo a colpire la frode fiscale, ma anche a sventare la capacità dell’economia illegale di mimetizzarsi nella legalità.
Provvedimenti cautelari e coinvolgimento degli imprenditori
Tra i destinatari delle misure più severe ci sono i presunti vertici del sistema, due persone originarie di casal di principe, comune noto per la presenza di organizzazioni criminali nel casertano. Per uno è scattato il carcere, mentre l’altro è finito agli arresti domiciliari.
Altri dieci soggetti, principalmente originari del casertano, napoletano e bolognese, devono sottoporsi a obblighi di firma presso le forze dell’ordine. Questo strumento serve a controllare i loro movimenti durante le indagini.
Oltre agli arresti, sono stati firmati 24 divieti per l’esercizio di attività imprenditoriali e la carica sociale per un anno. Questi interessano imprenditori provenienti da aree diverse, dal bolognese al ferrarese, passando per modenese e mantovano, fino al casertano e napoletano. Alcuni di questi soggetti sono coinvolti anche negli obblighi di firma.
Il blocco temporaneo delle attività è una misura incisiva che impedisce agli indagati di continuare a condurre imprese che, almeno per l’accusa, hanno sostenuto un sistema marcio di fatture false e movimentazione di denaro illecito.
Misure per fermare il sistema illecito
Impatto e ricadute legali dell’operazione
L’operazione si inserisce nel contesto più ampio della lotta allo sfruttamento illecito nel settore edilizio, un ambito spesso teatro di frodi e riciclaggio di rilevante entità. Le forze dell’ordine hanno coordinato un’azione che punta a sconfiggere circuiti nascosti che danneggiano le casse pubbliche e inquinano il mercato.
Le misure adottate cercano di disincentivare la creazione di società fittizie e le manovre di natura fiscale che, oltre a frodare lo stato, mettono in difficoltà le imprese oneste. La somma complessiva di 24 milioni rappresenta solo un segmento di un sistema che, probabilmente, agiva su scala più ampia.
Il sequestro di beni e il blocco delle attività impongono una frenata immediata a questo giro di denaro, contribuendo a ripristinare trasparenza nel settore. Il procedimento giudiziario proseguirà per accertare tutte le responsabilità e ricostruire la filiera degli illeciti.