La vicenda di Garlasco resta uno dei casi più discussi e controversi degli ultimi decenni in Italia. A diciotto anni dall’omicidio di Chiara Poggi, i suoi genitori tornano a parlare per chiarire alcuni aspetti della giornata fatale e per difendere il figlio Marco Stasi dalle accuse che ancora oggi pesano su di lui. Il racconto emerge da un’intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano, dove emergono dettagli poco noti e nuove riflessioni sulla dinamica del delitto.
La ricostruzione della giornata da parte dei poggi
Giuseppe Poggi descrive con precisione come si sono svolte le ore che hanno preceduto la scoperta del corpo della figlia. Quel 13 agosto 2007, lui e suo figlio Marco erano in montagna insieme ad alcuni amici, precisamente nella zona della Croda del Becco. Dopo aver raggiunto quella vetta, sono scesi superando il rifugio Biella in un luogo dove i telefoni cellulari non prendevano segnale. Nel frattempo sua moglie aveva appreso dell’omicidio di Chiara ed era intenta a contattarli senza successo.
Testimonianza e difesa di marco stasi
Questa testimonianza vuole sottolineare come Marco fosse con loro lontano dal luogo del crimine durante le ore cruciali. I Poggi denunciano inoltre l’atteggiamento strano tenuto da Marco Stasi nei giorni successivi al fatto: nonostante frequentassero insieme il cimitero per commemorare Chiara, non avrebbe mai parlato apertamente delle indagini o negato la propria responsabilità.
Dubbi sulle telefonate e omissioni nelle indagini
I genitori pongono l’accento su alcune incongruenze legate alle telefonate effettuate dai protagonisti quella mattina. Viene messa in discussione l’accusa rivolta a Sergio Sempionatto , indicato come possibile assassino solo per tre brevi chiamate fatte nella stessa giornata dell’omicidio.
Telefonate di marco e la bicicletta nera
Al contrario viene evidenziata una lunga serie di telefonate effettuate da Marco Stasi tra le 10 e le 13 senza però che egli si preoccupasse di verificare cosa fosse successo alla ragazza quando lei non rispondeva al telefono. I Poggi sottolineano anche come sia stata ignorata la presenza di una bicicletta nera collegata alla vicenda ma mai menzionata da Stasi durante gli interrogatori o nei processi.
Questi elementi restano punti oscuri secondo i familiari che accusano direttamente De Rensis – avvocato difensore dell’imputato – di evitare questi temi durante gli interventi pubblici o televisivi legati al caso.
La risposta dell’avvocato de rensis sul caso garlasco
Antonio De Rensis ha replicato alle dichiarazioni dei genitori con toni pacati ma fermi nel rispetto delle sentenze emesse dalla giustizia italiana fino ad oggi. Ha ribadito più volte che lascia spazio ai sentimenti espressi dalla famiglia Poggi senza entrare nel merito personale delle loro affermazioni o giudizi verso suo assistito.
Opinioni personali e riservatezza
De Rensis ha confermato inoltre d’aver letto attentamente tutte le carte processuali relative all’inchiesta ed è convinto che sulla scena ci fossero più persone coinvolte con ruoli diversi nell’accaduto; tuttavia preferisce mantenere riservate queste opinioni personali senza renderle pubbliche prima eventualmente nuovi sviluppi giudiziari.
Durante un’intervista televisiva su Rai3 ha definito Chiara una ragazza meravigliosa cui era negata una vita piena mentre ha espresso solidarietà anche verso Marco Stasi ricordandolo come un giovane “bravo” anch’egli privato ingiunzioni simili alla sua età adulta seppur segnati dal dramma vissuto tutti quegli anni fa.