Un frate colombiano di 66 anni, appartenente all’ordine dei frati minori rinnovati e residente a Palermo, è sotto processo per presunte violenze sessuali commesse su minorenni. Le accuse riguardano almeno cinque giovani vittime coinvolte in due procedimenti giudiziari che sono stati unificati. L’inchiesta ha attirato l’attenzione per la gravità delle contestazioni e il contesto religioso in cui sarebbero avvenuti i fatti.
Le accuse e le vittime nel processo
Le parti offese hanno meno di 14 anni al momento dei presunti abusi. Si tratta quindi di minori che hanno denunciato violenze consumate durante momenti riservati come le confessioni o eventi spirituali organizzati dalla comunità religiosa. In particolare, uno degli episodi contestati si sarebbe verificato durante un ritiro spirituale rivolto a ragazzi. Le vittime si sono costituite parte civile insieme ai loro familiari, affidandosi agli avvocati Federica Prestidonato e Marcello Drago per seguire il procedimento legale.
Associazioni a supporto delle vittime
Due associazioni impegnate nella tutela delle vittime hanno chiesto ed ottenuto la costituzione come parte civile nel processo: Cotulevi, rappresentata dall’avvocata Girolama Manzella, e Insieme a Marianna con l’avvocata Alessandra Inguaggiato. Queste realtà supportano i minori nelle fasi delicate del percorso giudiziario offrendo assistenza legale ma anche psicologica.
Il ruolo della diocesi e dell’ordine religioso nel procedimento
Anche la diocesi di Monreale ha scelto di costituirsi parte civile contro il frate imputato. Lo stesso ha fatto l’ordine dei frati minori rinnovati attraverso l’assistenza dell’avvocata Giulia Galati. La decisione sottolinea la volontà delle istituzioni religiose coinvolte di collaborare con la giustizia per fare chiarezza sui fatti contestati.
Presa d’atto formale e tutela dell’immagine
Il coinvolgimento diretto della diocesi indica una presa d’atto formale rispetto alle accuse mosse nei confronti del membro del clero, mentre l’intervento dell’ordine religioso punta probabilmente anche alla tutela della propria immagine pubblica oltre che alla ricerca della verità processuale.
Indagini coordinate dalla squadra mobile e dai pm palermitani
Le indagini sono state condotte dalla squadra mobile della questura di Palermo sotto il coordinamento dei pubblici ministeri Maria Bambino e Mario Calabrese. Il lavoro investigativo ha permesso raccolta testimonianze ed elementi utili ad aprire i procedimenti penali contro il frate colombiano.
Attenzione al contesto delicato
L’attività degli inquirenti si è concentrata sulla ricostruzione puntuale degli episodi denunciati dalle vittime tenendo conto del contesto delicatissimo in cui sarebbero avvenute le violenze: momenti intimi come le confessioni o ritiri spirituali dedicati ai giovani fedeli.
Questi dettagli emergono dalle carte giudiziarie depositate negli ultimi mesi presso il tribunale competente dove ora si svolge il dibattimento processuale relativo ai casi segnalati da almeno cinque persone offese che chiedono giustizia davanti al tribunale penale palermitano.