
Un medico in pensione di Fabriano è stato rinviato a giudizio per l’omicidio volontario aggravato della moglie, morta nel 2023 per avvelenamento da nitrito di sodio; il processo inizierà nel 2026 ad Ancona. - Unita.tv
Un uomo di 89 anni, ex medico di Fabriano in provincia di Ancona, è stato rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio volontario aggravato per la morte della moglie avvenuta nel 2023. La vicenda ha suscitato scalpore per le circostanze legate all’uso di una sostanza tossica somministrata alla donna. I dettagli del caso emergono da un’ordinanza del giudice per l’udienza preliminare che ha definito le accuse a carico dell’uomo, molto conosciuto nella città.
Il percorso processuale e le prossime tappe
Il processo prenderà avvio il 24 febbraio del 2026 davanti alla corte d’assise di Ancona, dove verranno analizzate tutte le prove raccolte nel corso delle indagini. La procura presenterà le evidenze riguardanti la somministrazione del nitrito di sodio come causa della morte della donna. La difesa si prepara a contestare ogni elemento utile a scagionare il proprio assistito.
Nel frattempo, resta alto l’interesse degli abitanti di Fabriano, che seguono con attenzione i risvolti della vicenda. Il caso rappresenta una delle situazioni più complesse e delicate emerse negli ultimi anni nella zona, sia per gli aspetti medico-legali sia per i legami familiari coinvolti.
Il contesto della morte: ricovero e sintomi sospetti
La vittima si chiamava Daniela Chiorri ed è deceduta il 25 maggio del 2023, all’età di 81 anni, mentre era ricoverata all’ospedale Engles Profili di Fabriano. Il nosocomio è intitolato al suocero dell’imputato, Engels Profili, figura nota per il suo impegno durante la resistenza antifascista. Secondo la procura, la donna era malata e costretta a letto da una grave infermità. Pochi giorni prima del decesso, Daniela era stata assistita da una badante che aveva seguito le sue condizioni. Il 20 maggio era stata trasferita in ospedale dopo un peggioramento.
Non è un dettaglio trascurabile che il marito, Vincenzo Profili, fosse stato ricoverato il giorno prima a seguito di un malore manifestato in casa. Entrambi avevano presentato sintomi riconducibili a un avvelenamento, elemento che ha spinto gli inquirenti a indagare sull’ipotesi di somministrazione dolosa di sostanze velenose.
Le accuse e la sostanza coinvolta nel presunto omicidio
Il giudice Alberto Pallucchini ha disposto il rinvio a giudizio con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dal legame di parentela e dalla minorata difesa, tutte aggravanti stabilite con riferimento al caso specifico. Secondo l’accusa, il medico in pensione avrebbe somministrato alla moglie nitrito di sodio, un additivo alimentare pericoloso se assunto in dosi elevate. Il nitrito di sodio si presenta come una polvere cristallina incolore e inattiva al gusto, ma ad alte concentrazioni può causare gravi danni o la morte.
L’ipotesi è che la donna abbia ricevuto medicinali preparati dal marito, ai quali erano stati aggiunti dosaggi significativi della sostanza velenosa. Il nitrito di sodio, solitamente usato nella conservazione degli alimenti, può provocare gravi avvelenamenti, compromettendo la capacità dell’organismo di trasportare ossigeno.
Il profilo dell’imputato e il quadro familiare
Vincenzo Profili, classe 1936, è una figura conosciuta nella comunità di Fabriano, legata non solo al suo passato da medico ma anche al ruolo storico del padre Engels Profili. Quest’ultimo fu un partigiano e medico che venne ucciso nel 1944 durante la resistenza antifascista. La vicenda della famiglia Profili rappresenta un legame stretto con la storia locale e le sue vicende più drammatiche.
La posizione di Vincenzo Profili è al centro di un’indagine delicata, vista l’età avanzata e il vincolo di prossimità con la vittima. La difesa ha respinto con fermezza le accuse, rigettando l’ipotesi che il medico abbia agito con intenzione omicida. Tuttavia il procedimento giudiziario passerà al vaglio di un dibattimento in corte d’assise che sarà avviato nel 2026.