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Esplosione in via dei Gordiani a roma: decine di famiglie sfollate e interventi di emergenza nella notte tra 4 e 5 luglio

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Una forte esplosione ha sconvolto la notte tra il 4 e il 5 luglio in via dei Gordiani, nel quartiere romano. Il boato, causato da un distributore di Gpl, ha costretto molte famiglie ad abbandonare le proprie abitazioni. I danni materiali sono ingenti: porte divelte, vetri infranti e mobili spostati dall’onda d’urto. La paura è stata palpabile per chi si è trovato improvvisamente senza casa, ma nelle ore successive sono arrivate prime rassicurazioni sulle condizioni degli sfollati.

I danni provocati dall’esplosione e la situazione degli sfollati

L’esplosione si è verificata in due momenti distinti nella zona di via dei Gordiani 32, un’area densamente popolata della capitale. Le conseguenze immediate hanno riguardato non solo le abitazioni ma anche strutture vicine come una scuola elementare con circa 400 alunni, un centro sportivo e un centro commerciale ancora in costruzione. L’onda d’urto ha causato danni consistenti alle case limitrofe: molte porte sono state divelte mentre finestre sono andate completamente distrutte.

Decine di persone hanno dovuto lasciare le proprie abitazioni durante la notte per motivi di sicurezza; molti hanno passato ore fuori casa con l’incertezza su quando avrebbero potuto rientrare o se avrebbero recuperato i propri effetti personali danneggiati. Attualmente restano ricoverate due persone ferite gravemente mentre altre riportano contusioni o lesioni lievi causate dall’impatto dell’esplosione.

Il prefetto di Roma Lamberto Giannini ha riferito che la situazione sta lentamente tornando sotto controllo e che quasi tutti gli sfollati potranno tornare nelle loro case entro poche ore dai fatti.

L’intervento della caritas roma e il sostegno alla comunità colpita

La risposta immediata all’emergenza è arrivata dalla rete solidale del territorio romano con la Caritas in prima linea per fornire assistenza concreta agli sfollati. In collaborazione con Roma Capitale sono stati distribuiti oltre duecento pasti caldi già nelle prime ore dopo l’incidente per garantire ai residenti coinvolti almeno un minimo conforto alimentare.

La parrocchia San Gerardo Maiella, situata vicino al luogo dell’esplosione, ha aperto le sue porte come punto d’accoglienza temporaneo offrendo letti sicuri a chi non poteva rientrare a casa quella notte stessa. Anche altre chiese del quartiere come Santi Marcellino e Pietro a Duos Lauros, Santa Maria Madre della Misericordia e San Giuseppe Cafasso si sono mobilitate rapidamente offrendo supporto psicologico oltre che logistico alle famiglie colpite dal disastro.

Giustino Trincia, direttore della Caritas romana ha sottolineato come questa risposta sia stata “una dimostrazione concreta” fatta soprattutto da parroci volontari pronti a dare ascolto ma anche una mano pratica nei momenti più difficili dopo lo scoppio.

Rischi evitati grazie all’orario dell’esplosione: testimonianze dal quartiere

L’area interessata dall’esplosione ospita diverse attività frequentate quotidianamente da centinaia di persone compresi bambini delle scuole vicine; proprio questo rende ancor più grave quanto accaduto ma allo stesso tempo fa riflettere sul fatto che l’orario notturno abbia evitato conseguenze peggiori sulla vita umana.

Secondo quanto dichiarato dagli operatori impegnati sul posto “è stato quasi un miracolo” non aver registrato vittime mortali considerando la potenza dello scoppio ed il numero elevatissimo delle persone presenti durante il giorno nell’area circostante all’impianto Gpl esploso quel fatidico venerdì sera.

Il prefetto Giannini ha espresso vicinanza ai feriti auspicando una pronta guarigione mentre gli abitanti del quartiere rimangono segnati dalla paura del boato improvviso ancora ben vivo nella memoria collettiva locale dopo quella lunga nottata passata lontano dalle proprie case senza sapere cosa sarebbe successo poi nei giorni successivi alla tragedia mancata solo per poco.

Solidarietà diffusa tra cittadini volontari parrocchie dopo lo scoppio

Neppure passate poche ore dal disastro già emergeva chiaramente uno spirito comune fatto soprattutto da chi vive nel territorio coinvolto direttamente nell’emergenza: volontari singoli cittadini parrocchie locali hanno attivato subito forme concrete d’aiuto rivolte agli sfollati senza aspettare indicazioni ufficiale dalle istituzioni pubbliche impegnate nei soccorsi tecnici più complessi .

Questo tessuto sociale radicato nel quartiere rappresenta oggi uno strumento fondamentale quando eventi drammatiche mettono alla prova intere comunità . Offrire cibo caldo , spazi dove dormire , ascoltare storie personali segnate dalla paura : queste azioni semplicissime hanno alleviano almeno parte dello shock vissuto quella notte .

Chi ieri dormiva sereno dentro casa propria oggi racconta esperienze nuove , segni visibili sulle mura domestiche o oggetti rotti portano ricordi indelebili . Ma proprio grazie alla solidarietà attivatasi spontaneamente tante famiglie possono affrontare questi giorni difficili sentendosi meno sole davanti ad una ferita ancora aperta nel cuore del loro quartiere romano .

Written by
Matteo Bernardi

Matteo Bernardi è un blogger versatile che racconta con passione e precisione temi legati a cronaca, politica, spettacolo, attualità, cultura e salute. La sua scrittura unisce rigore informativo e attenzione per i dettagli, con l’obiettivo di offrire ai lettori contenuti aggiornati, accessibili e mai banali. Ogni suo articolo è pensato per informare e stimolare il pensiero critico.

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