Una lunga storia di violenze domestiche è emersa giovedì sera in un quartiere periferico di Roma. Una donna di 46 anni, di origine ucraina, ha finalmente denunciato il marito dopo oltre dieci anni di abusi fisici e psicologici. L’intervento dei carabinieri è scattato subito dopo una chiamata di emergenza e ha portato all’arresto dell’uomo, un 37enne moldavo, che ora si trova nel carcere di Regina Coeli con un divieto di avvicinamento alla vittima.
L’intervento dei carabinieri di tor bella monaca dopo la chiamata al 112
La serata di giovedì a Tor Bella Monaca ha cambiato il destino di una donna che per anni ha sofferto in silenzio. Allertati da una telefonata al 112, i carabinieri della stazione locale sono entrati nell’appartamento e hanno trovato la vittima ferita e scossa. La donna aveva una ferita alla gamba, provocata dalla caduta contro un mobile in vetro dopo una lite scoppiata per motivi banali. La prontezza nell’intervento ha permesso di soccorrerla tempestivamente. Il personale sanitario del 118 ha accompagnato la donna al policlinico Tor Vergata dove è stata medicata.
Indagini e arresto in flagranza
I carabinieri hanno immediatamente avviato le indagini e raccolto la deposizione della vittima. Il sospetto si è presto trasformato in certezza: non si trattava di un episodio isolato, ma di anni di violenze reiterate. Durante l’ispezione, i militari hanno arrestato l’uomo in flagrante reato. La tempestività dell’azione ha impedito che la situazione degenerasse ulteriormente quella sera.
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Una lunga storia di abusi fisici e psicologici oltre un decennio di silenzio
La donna ha raccontato ai carabinieri di aver subito maltrattamenti dal 2012. Quasi tredici anni costellati da momenti di violenza fisica e sottomissione psicologica. La sofferenza nascosta dietro un’apparente normalità ha pesato su di lei come un fardello invisibile. Ha taciuto per paura o per speranza che la situazione migliorasse. Ha sopportato i lividi nascosti, le offese non dette, le minacce mai denunciate.
Il racconto ha restituito il quadro di una relazione segnata da continue aggressioni. Strattoni, urla, umiliazioni che si sono susseguiti negli anni senza mai una reale presa di coscienza esterna. Giovedì sera è stato l’ultimo giorno di quel tormento: la donna ha trovato la forza di rompere il muro del silenzio e di chiedere aiuto. Questa denuncia rappresenta una piccola vittoria in un percorso lungo e doloroso, ma dal quale non si può più tornare indietro.
Testimonianza e denuncia pubblica
Il coraggio della vittima ha permesso di far luce su una realtà spesso nascosta e sottovalutata. Le forze dell’ordine e i servizi sociali ora sono coinvolti per garantire protezione e supporto.
La misura cautelare: divieto di avvicinamento e il carcere di regina coeli
Dopo l’arresto in flagranza eseguito dai carabinieri, il 37enne è stato portato nel carcere romano di Regina Coeli. Il giudice ha convalidato l’arresto poche ore dopo e deciso per il divieto di avvicinamento alla moglie. Questa misura restrittiva impedisce all’uomo di avvicinarsi o comunicare con la vittima, nell’intento di tutelarla da future aggressioni.
L’azione giudiziaria segue le procedure di tutela previste per casi di maltrattamenti in famiglia, per proteggere la persona offesa e garantire sicurezza immediata. L’uomo ora deve rispondere alle accuse davanti al tribunale. L’arresto segna il punto di partenza per un percorso giuridico che potrà definire nel dettaglio responsabilità e sanzioni. Al tempo stesso, consente alla vittima di iniziare un recupero lontano dalla minaccia dell’aggressore.
Sorveglianza e prevenzione delle violenze domestiche
Le forze dell’ordine restano impegnate nel monitoraggio dei casi di violenza domestica, per evitare che storie come queste restino invisibili o ignorate. L’episodio di Tor Bella Monaca richiama ancora una volta l’attenzione sulla necessità di sorveglianza e prevenzione a tutela delle donne in situazioni di rischio.