Nel 2025, la Polizia di Roma Capitale ha ricevuto una circolare che chiarisce come applicare le nuove regole introdotte dal decreto legge Sicurezza sulla vendita di infiorescenze di canapa. Questo provvedimento impone misure rigide nell’ambito del controllo dei negozi che trattano cannabis light, con conseguenze che rischiano di colpire duramente chi opera legalmente in questo settore, ormai consolidato in molte zone italiane. Le novità includono sequestri, denunce penali e l’intervento diretto dell’autorità giudiziaria, modificando così il modo in cui le forze dell’ordine possono agire su questo mercato.
Il rischio penale per gli esercizi commerciali e le critiche degli operatori del settore
Filippo Blengino, segretario di Radicali Italiani, ha commentato con preoccupazione la circolare e le sue conseguenze. Secondo lui, i nuovi indirizzi normativi espongono commercianti, che fino a poche settimane fa operavano senza problemi, a denunce che potrebbero portarli fino a vent’anni di carcere.
Gli imprenditori di cannabis light hanno creato migliaia di posti di lavoro isolando questo segmento dalla criminalità organizzata e contribuendo con le tasse alle casse dello Stato. Ora rischiano di finire inconsapevolmente coinvolti in procedimenti penali pesanti, equiparati a trafficatori di droga pericolosa, pur vendendo prodotti privi degli effetti tipici delle sostanze proibite.
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Blengino ha sottolineato che “chi ha veramente combattuto le mafie non è chi denuncia questi commercianti ma chi ha permesso il loro sviluppo legale.” Per questo Radicali Italiani annunciano l’intenzione di supportare i negozianti in giudizio, aprendo anche la strada a forme di disobbedienza civile per contrastare la norma attuale.
La vicenda ha scatenato un dibattito acceso, con tensioni tra forze di polizia, governo e settore commerciale, pronta a misurare gli effetti reali di questo decreto sulla vita di migliaia di persone.
Le direttive della polizia locale dopo il dl sicurezza su vendita e controllo della cannabis light
Con l’entrata in vigore del dl sicurezza, la polizia locale di Roma Capitale ha dovuto adattare i propri interventi. La circolare inviata agli agenti specifica che, in caso di accertamento della vendita di infiorescenze di canapa all’interno di un esercizio commerciale, è obbligatorio procedere con azioni di polizia giudiziaria precise.
Primo passo è il sequestro diretto dei prodotti ritenuti illeciti. Questo implica la sottrazione immediata delle infiorescenze trovate all’interno del negozio. In seguito, si procede con la denuncia in stato di libertà del venditore, o di chiunque sia coinvolto nella vendita, se diversa dal titolare ma comunque concorrente nel reato.
Non basta. Gli agenti devono anche nominare il difensore per il denunciato e acquisire la sua dichiarazione o l’elezione di domicilio, elementi fondamentali per l’iter giudiziario che segue. L’ultimo passaggio prevede la trasmissione della notizia di reato all’autorità giudiziaria competente, spingendo la questione direttamente sul piano penale.
Queste disposizioni segnano un cambio netto rispetto a quanto avveniva poco prima, quando la vendita di cannabis light in forma di infiorescenze era regolamentata e non sempre rilevata come criminale.
Come cambia il mercato della cannabis light a roma e le sfide per i negozi fisici
Nel cuore della capitale, diversi negozi dedicati alla vendita della cannabis light si trovano a dover affrontare una situazione di incertezza. Il sequestro immediato delle infiorescenze rappresenta un colpo duro per gli esercenti, che vedono compromessa la loro attività in modo repentino.
Il clima è teso, perché questi negozi erano parte di una rete commerciale che offriva un’alternativa ai consumi illegali. La difficoltà maggiore sta nella gestione legale, con titolari e venditori chiamati a rispondere personalmente di attività prima considerate lecite.
A livello economico, il rischio di chiusure è concreto. La combinazione tra repressione e minacce di indagini penali scoraggia investimenti e rallenta lo sviluppo di un mercato che, se regolamentato scientificamente, potrebbe rappresentare una risorsa per la città sotto molti aspetti, inclusi la creazione di posti di lavoro e la riduzione del mercato nero.
Non a caso molte associazioni di categoria e realtà civiche locali stanno valutando le prossime mosse, tra ricorsi e iniziative di sensibilizzazione pubblica, per evitare che Roma torni a essere terreno fertile per attività illegali, perdendo quel segmento ormai radicato.
Effetti giuridici e prospettive future dopo il cambio normativo sul dl sicurezza
Gli effetti giuridici prodotti dalla circolare e dal dl sicurezza non si limitano all’aspetto immediato del sequestro. Essi coinvolgono anche il sistema giudiziario, che potrebbe ritrovarsi a gestire un numero elevato di casi legati alla vendita di cannabis light.
La denuncia in stato di libertà comporta l’apertura di un procedimento penale, che si va a sommare alla complessità di regolamentare un prodotto particolare, né completamente droga né semplicemente merce. La nomina del difensore e le procedure di raccolta delle dichiarazioni aggiungono un ulteriore livello di formalità alla gestione delle infrazioni.
Chi opera nel settore attende con attenzione gli sviluppi di eventuali sfide legali che potrebbero ridefinire i confini della legalità di questi prodotti. Le iniziative giudiziarie annunciate da alcune associazioni misurano la volontà di contestare il dl sicurezza fino in fondo.
Il confronto tra le forze dell’ordine, commercianti e istituzioni potrebbe proseguire nei tribunali, mentre nel frattempo le attività commerciali affrontano l’impatto spesso pesante della nuova normativa sulla quotidianità.
La situazione di Roma offre uno spaccato importante sulla complessità di regolare il mercato della cannabis light in Italia oggi e nei prossimi anni.