Home Camorra più attiva della ndrangheta nel darkweb e in europa, i dettagli del procuratore nicola gratteri

Camorra più attiva della ndrangheta nel darkweb e in europa, i dettagli del procuratore nicola gratteri

Il procuratore Nicola Gratteri analizza l’evoluzione della camorra nel darkweb e il suo impatto internazionale, evidenziando le sofisticate tecniche di riciclaggio e l’uso di criptovalute.

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Il procuratore Nicola Gratteri evidenzia l’evoluzione della camorra e della ’ndrangheta nel darkweb e nelle criptovalute, sottolineando le sfide tecnologiche e legislative nella lotta al crimine organizzato a livello europeo. - Unita.tv

Il procuratore capo di Napoli, Nicola Gratteri, ha fornito un quadro preciso e aggiornato delle attività criminali della camorra, sottolineando come questa organizzazione abbia raggiunto livelli avanzati di operatività soprattutto nel darkweb e in ambito internazionale. Le sue dichiarazioni, rilasciate a Gorizia durante il festival di cultura èStoria, illustrano la portata delle operazioni illecite e i meccanismi tecnologici utilizzati sia dalla camorra che dalla ndrangheta. È emerso un confronto diretto tra le due organizzazioni, con approfondimenti sulle strategie adottate per il riciclaggio di denaro e l’uso di criptovalute.

Le attività della camorra nel darkweb e la sua diffusione in europa

Nicola Gratteri ha spiegato come la camorra si sia evoluta nel tempo, raggiungendo modalità operative molto sofisticate, soprattutto grazie all’impiego del darkweb. Secondo il magistrato, la camorra risulta più avanzata della ndrangheta anche in Nord Italia, con una presenza significativa nell’imprenditoria e nella ristorazione. Sebbene la sua diffusione non sia capillare come quella calabrese, la camorra ha comunque ramificazioni importanti in tutta Europa, estendendo la sua influenza oltre i confini nazionali.

Questa rete criminale riesce a gestire ingenti flussi di denaro attraverso strumenti digitali e nuovi canali di comunicazione. Il procuratore ha citato casi che evidenziano come le attività della camorra si spostino su scala internazionale, sfruttando sedi operative in diversi Paesi europei per coprire le proprie tracce e aumentare il raggio d’azione. Questa espansione dà alla camorra un vantaggio competitivo nei confronti di altre organizzazioni.

Il caso della banca online e il riciclaggio di miliardi in europa

Gratteri ha ripercorso un’indagine condotta a Napoli su una vera e propria banca online, che vantava circa seimila clienti e un sistema di schermatura progettato in Israele. Questa struttura è stata usata per riciclare 3,3 miliardi di euro in appena due anni. La banca operava con sedi anche in Lituania e Lettonia, e gestiva le comunicazioni tramite 600 telefoni criptati.

Questa vicenda dimostra come le organizzazioni criminali si avvalgano di tecnologie avanzate per mettere al sicuro le loro transazioni illecite. Il fatto che una tale entità potesse operare così a lungo, anche in diversi paesi europei, segnala una criticità nella prevenzione dei flussi finanziari illegali. L’uso di comunicazioni criptate indica il livello di sicurezza che questi gruppi cercano di garantire per evitare intercettazioni e indagini.

La presenza della ndrangheta nella tecnologia e l’estrazione di bitcoin in calabria

Nel frattempo, in Calabria, la ndrangheta ha puntato sul reclutamento di hacker specializzati, provenienti da Romania e Germania, per sviluppare attività di estrazione di bitcoin. Gratteri ha sottolineato che in Romania esiste una cultura radicata nella matematica che favorisce il reclutamento di esperti informatici, mentre in Germania sono presenti altre competenze specifiche.

La Calabria ospita un numero significativo di calcolatori potenti utilizzati per il mining di criptovalute. Questo significa che, mentre fino a qualche anno fa i cartelli criminali rifiutavano pagamenti in bitcoin, oggi hanno accettato questa forma di denaro elettronico, ampliando i sistemi di pagamento e riciclaggio. La diffusione di queste tecnologie criminali evidenzia un cambiamento drastico nelle modalità con cui le mafie gestiscono i fondi.

Le riforme legislative e la gestione degli hacker da parte della giustizia italiana

Gratteri ha espresso una critica netta sulle riforme legislative avvenute negli ultimi anni, ritenendo inutili molte delle norme introdotte tranne quella sulla cybersicurezza del luglio 2024. Questa legge permette di intervenire direttamente sugli hacker, fermarli e avvalersi delle loro competenze a favore della giustizia.

Ha raccontato il caso di un hacker che era riuscito a ottenere l’accesso al dominio del ministero della Giustizia e poteva modificare segretamente documenti e iscrivere o cancellare reati nelle procure. Seguendo un protocollo che prevede il suo arresto e la collaborazione con gli inquirenti, sono state ottenute intercettazioni per otto mesi con risultati concreti.

Il lavoro di questo hacker ha consentito di sequestrare nel darkweb 34 milioni di bitcoin, convertiti in euro e depositati nel fondo unico giustizia. La collaborazione con gli hacker permette uno sblocco immediato di risorse e può portare ad accordi per pene ridotte, rendendo possibile il recupero economico nel breve termine.

Il quadro fornito da Nicola Gratteri evidenzia un cambiamento sostanziale nelle modalità con cui le organizzazioni mafiose si muovono nel mondo digitale e l’importanza di sviluppare forme di contrasto adatte. Le indagini dimostrano la necessità di monitorare continuamente nuove tecnologie usate a fini criminali, dalla finanza online alla criptovaluta, in un contesto europeo e globale sempre più complesso.