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a milano arriva la campagna di medici del mondo per denunciare i problemi nell’accesso all’aborto in italia

La campagna ‘The Unheard Voice’ di Medici del Mondo a Milano denuncia le difficoltà delle donne nell’accesso all’aborto in Italia, evidenziando ostacoli pratici e culturali legati alla legge 194.

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La campagna "The Unheard Voice" di Medici del Mondo a Milano denuncia le difficoltà pratiche e culturali nell'accesso all'aborto in Italia, evidenziando le criticità nell'applicazione della legge 194 attraverso un'installazione con testimonianze dirette delle donne coinvolte. - Unita.tv

La campagna ‘The Unheard Voice‘, promossa da Medici del Mondo, porta a Milano un’installazione pensata per mettere in luce le difficoltà che le donne incontrano quando decidono di interrompere una gravidanza in Italia. Il progetto evidenzia ostacoli pratici e culturali che ostacolano l’attuazione della legge 194, approvata nel 1978 per garantire il diritto all’aborto. Dopo tappe a Roma, Parigi e Torino, anche nella città lombarda si punta a far sentire voci spesso ignorate e raccontare cosa succede veramente dentro alcune strutture sanitarie.

La legge 194 e le criticità nell’applicazione pratica del diritto all’aborto

La legge 194 del 1978 ha segnato un passo importante per i diritti delle donne, riconoscendo la possibilità di accedere all’interruzione volontaria di gravidanza entro certi limiti. In teoria, questa norma garantisce assistenza e tutela alla salute fisica e mentale delle lavoratrici sanitarie e delle donne richiedenti l’intervento. Nella pratica, però, molte difficoltà frenano questo diritto. Oggi, la campagna di Medici del Mondo denuncia un clima fatto di linguaggio denigratorio, ostacoli burocratici e negazione di trattamenti necessari, come i farmaci antidolorifici. Questi impedimenti pesano non solo sulla salute delle donne ma anche sul loro equilibrio psicologico. L’evento a Milano ha voluto proprio raccontare queste storie, in modo che il pubblico capisca la reale distanza tra norma e realtà quotidiana.

Milano e la situazione lombarda sotto la lente della campagna

La Lombardia guida la classifica italiana per numero di interruzioni volontarie di gravidanza, ma nonostante questo è tra le regioni dove le condizioni assistenziali mostrano forti criticità. L’installazione di Medici del Mondo evidenzia come la regione abbia accordi con movimenti contrari all’aborto, influenzando la gestione delle strutture sanitarie. I dati parlano di alte percentuali di obiettori di coscienza tra il personale medico e tempi di attesa prolungati per accedere alla procedura, secondi in Italia solo al Veneto. In un contesto così, la campagna mira a smascherare le difficoltà concrete che bloccano l’accesso all’interruzione di gravidanza, raccontandole attraverso una teca che riproduce un piccolo ambulatorio ginecologico dove si possono ascoltare le testimonianze dirette delle donne.

I protagonisti dell’iniziativa e il significato della campagna pubblica

L’evento nella città di Milano ha coinvolto diverse figure che operano su fronti diversi ma convergenti. Elisa Visconti, direttrice di Medici del Mondo Italia, ha spiegato le ragioni della campagna e il bisogno di rendere visibili situazioni spesso nascoste. Giulia Crivellini, avvocata e co-fondatrice della campagna Libera di Abortire, ha portato un contributo legale e sociale, sottolineando i rischi e i danni causati dalla mancanza di accesso sicuro all’aborto. Tra i partecipanti anche politici locali, come la consigliera regionale del Pd Paola Bocci e il consigliere del Patto Civico Luca Paladini, portando l’attenzione istituzionale verso il tema. La comica Laura Formenti, ambassador della campagna, ha dato un volto umano e accessibile all’iniziativa, rafforzando il messaggio di solidarietà con le donne che vivono queste difficoltà. Il coinvolgimento di diversi ambiti sottolinea la complessità della questione e l’importanza di un confronto pubblico.

Come funziona l’installazione ‘the unheard voice’ e cosa mostra al pubblico

L’installazione che accompagna la campagna si presenta come una teca trasparente dove è ricostruito un piccolo ambulatorio ginecologico. Qui i visitatori possono ascoltare, grazie a un sistema audio, le testimonianze delle donne che hanno affrontato l’interruzione di gravidanza in condizioni complicate. Vengono raccontate esperienze di isolamento, difficoltà nell’accesso a trattamenti adeguati, e persino di linguaggio umiliante o discriminatorio rivolto dal personale sanitario. La capacità di immergersi in questa realtà cerca di superare il velo di silenzio che circonda la questione e mostra il peso emotivo e fisico di chi deve affrontare un percorso spesso ostacolato. Un altro punto è la negazione di antidolorifici, segnalata come grave mancanza che peggiora la condizione delle donne durante le procedure mediche.

Anniversario della legge 194 e il richiamo a una maggiore tutela dei diritti

L’evento a Milano è caduto in prossimità dell’anniversario dell’approvazione della legge 194, che dal 22 maggio 1978 regola l’aborto legale in Italia. Questo momento richiama alla memoria una conquista civile importante, ma anche la consapevolezza di quanto resto ancora da fare per garantire l’effettiva attuazione del diritto. La campagna ‘The Unheard Voice‘ testimonia che, passato oltre mezzo secolo, molte donne faticano a vedere rispettata questa libertà. Il progetto richiama le istituzioni e la società a mantenere alta l’attenzione e ad affrontare le barriere pratiche e culturali che persistono nelle strutture sanitarie italiane. Solo raccontando queste realtà si potrà lavorare per un accesso più equo e sicuro.