Dopo un lungo periodo segnato da una forte depressione che lo ha portato a un ricovero al policlinico Gemelli di Roma, Vittorio Sgarbi esce dal silenzio. Il critico d’arte, noto per la sua personalità diretta e spesso polemica, ha aggiornato pubblico e fan sulle sue condizioni in un’intervista al Corriere della Sera. Tra difficoltà e momenti di riflessione, Sgarbi sembra ora risalire la china, tornando gradualmente alle abitudini di sempre e mostrando segnali di miglioramento.
Il ricovero e la battaglia contro la depressione
Vittorio Sgarbi ha attraversato settimane difficili, segnate da un ricovero prolungato nel noto ospedale romano Gemelli. La causa principale è stata una profonda depressione, che lo aveva costretto a fermarsi e a rivolgersi a cure specializzate. In questo periodo, le notizie che filtravano erano cupe e lasciavano presagire una situazione complessa e delicata. L’allarme era scattato tra amici, colleghi e familiari, che ne hanno seguito con apprensione le condizioni.
Sgarbi ha più volte espresso il bisogno di rallentare, di prendersi cura di sé e del proprio corpo, iniziando un percorso diverso dal solito ritmo frenetico scandito dalle numerose iniziative culturali a cui era abituato. Il critico ha riconosciuto pubblicamente l’importanza di questi giorni di pausa, proprio come passaggio necessario per ritrovare una serenità più solida. Anche chi gli è vicino ha sottolineato quanto sia stato impegnativo questo momento e quanto sia fondamentale ora il sostegno attorno a lui.
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Ritorno ai passi lenti
Dopo settimane di silenzio, Vittorio Sgarbi ha deciso di rompere il silenzio con un messaggio di speranza. Nel colloquio con il Corriere della Sera ha raccontato di sentirsi meglio e di aver cominciato a reinserirsi gradualmente nelle attività di tutti i giorni. Il segnale più chiaro è proprio questo: il critico 73enne ha ripreso alcune abitudini legate alla sua vita quotidiana, iniziando da cose semplici ma significative come il camminare per la città.
Il ritorno alla quotidianità e i nuovi ritmi di vita
Questa attività è diventata una sorta di rituale quotidiano, quasi un modo per riappropriarsi dello spazio intorno e della routine che gli serve per mantenere un equilibrio psicofisico. Camminare, fare attenzione al corpo, osservare la vita che scorre sono gesti concreti che rappresentano un nuovo approccio alla sua esistenza, più lento ma più consapevole. Sgarbi stesso definisce questo cambiamento come “una cosa nuova” che cerca di coltivare ogni giorno, quasi come un esercizio per rinsaldare il rapporto con sé e con la realtà.
La scrittura come ancora nelle settimane di crisi
La scrittura ha avuto un ruolo centrale durante il periodo più critico e resta parte importante del percorso di Sgarbi. Anziché abbandonare completamente questa attività, ha scelto di cambiare modalità, dedicandole tempi più dilatati e riflettendo in modo approfondito su ogni contenuto. Non si è mai interrotto, piuttosto ha trasformato la sua attenzione e il ritmo per adattarli alle nuove esigenze.
Questo metodo gli ha permesso di mantenersi attivo mentalmente e di esprimere comunque quel mondo di pensieri e riflessioni che lo ha sempre contraddistinto. Il rapporto con la scrittura è diventato quindi un sostenitore ben saldo nel passaggio dalla crisi alla ripresa, un ambito dove ha potuto mantenere un dialogo con se stesso e con il pubblico. In questo modo, Sgarbi si è costruito una routine capace di coniugare calma e impegno culturale.
Il sostegno della famiglia e le difficoltà legate al ricovero
Durante quel difficile periodo in ospedale, sono emerse tensioni tra Vittorio Sgarbi e la sua famiglia, in particolare con una delle figlie, Evelina. Alcuni rumors hanno indicato difficoltà a farle visita in reparto e frizioni legate alla gestione della salute del critico. Evelina aveva espresso preoccupazione con toni forti, sottolineando come il padre si trovasse “solo e depresso”, rivelando uno stato di disagio che ha fatto discutere.
Questi fatti hanno attirato l’attenzione dei media e suscitato l’intervento pubblico di altri familiari. La situazione ha sì mostrato uno scenario complesso, ma ha anche evidenziato quanto la rete di affetti debba rimanere stretta e solidale in questi momenti. Le figlie di Sgarbi hanno fatto appello più volte a chi sta vicino al critico perché continui a prestargli cura e vicinanza, in un quadro delicato che resta sotto osservazione.
Attraverso questa fase, Vittorio Sgarbi ha potuto comunque contare su un mix di sostenitori, amici ed operatori sanitari, elementi essenziali per affrontare e superare i passaggi più duri. La sua ripresa, lentamente visibile, dipende anche da questo equilibrio tra attenzione medica e supporto familiare.
Dalle parole di Vittorio Sgarbi arriva la conferma che grandi disagi si possono superare anche a un’età matura, con pazienza e attenzione al proprio stato. La ripresa non è immediata né lineare, ma piccoli segnali mostrano come la sua figura torni ad affacciarsi pubblicamente con una nuova consapevolezza. Il cammino continua, tra sfide quotidiane e il recupero di un ruolo nel mondo culturale che lo ha reso noto.