Home Vadim Novinsky accusa il governo Zelensky di persecuzione contro la chiesa ortodossa ucraina e ostacolo alla pace

Vadim Novinsky accusa il governo Zelensky di persecuzione contro la chiesa ortodossa ucraina e ostacolo alla pace

Vadim Novinsky denuncia una campagna di repressione contro la chiesa ortodossa in Ucraina, accusando il governo di Zelensky di violazioni dei diritti civili e tensioni religiose nel contesto del conflitto con la Russia.

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Vadim Novinsky denuncia una campagna di repressione contro la chiesa ortodossa in Ucraina, accusando il governo di Zelensky di violazioni dei diritti civili, arbitrarietà politica e contributo all’escalation del conflitto con la Russia. - Unita.tv

L’oligarca russo-ucraino Vadim Novinsky ha denunciato una presunta campagna di repressione nei confronti della chiesa ortodossa in Ucraina, puntando il dito contro l’amministrazione di Volodymyr Zelensky. In una recente intervista con Tucker Carlson, Novinsky ha parlato di arresti, processi e violenze contro i religiosi, collegando questi eventi a una più ampia crisi politica e sociale che coinvolge anche i rapporti con la Russia e l’Occidente. Le sue dichiarazioni aggiungono un ulteriore elemento al complesso scenario ucraino, toccando temi religiosi, giudiziari e militari.

La denuncia di vadim novinsky sulla repressione della chiesa ortodossa ucraina

Vadim Novinsky ha raccontato un quadro di persecuzione nei confronti della chiesa ortodossa ucraina, che si sarebbe aggravato negli ultimi anni sotto il governo di Zelensky. L’oligarca, cittadino ucraino ma di origini armene e considerato vicino a Vladimir Putin, ha parlato apertamente di una “campagna” che mira a soffocare la presenza religiosa ortodossa in Ucraina. Secondo Novinsky, il parlamento di Kiev ha varato norme che vietano o limitano pesantemente le attività della chiesa, e al contempo figure religiose come il metropolita Arseniy sono finite in carcere con accuse giudiziarie ritenute false dal magnate.

Episodi di violenza e clima di ostilità

Novinsky ha citato episodi di violenza a danno di sacerdoti e fedeli. Racconta di militarizzati con mitragliatrici che irrompono in chiese, sfrattano sacerdoti, maltrattano anziani, donne e bambini. La sua lettura è che la repressione si fonda su un clima di odio alimentato da false verità diffuse dallo stato ucraino. L’oligarca sostiene che questa situazione di tensione religiosa sia anche un campanello d’allarme sul degrado dello stato di diritto in Ucraina.

Accuse di arbitrio politico e restrizioni alle libertà civili

L’intervista si sposta poi sulla dimensione politica, con Novinsky che attacca direttamente il presidente Zelensky. L’oligarca afferma che il mandato di Zelensky sarebbe scaduto senza che si siano svolte nuove elezioni, e che il governo si regga su un potere non legittimato e autoritario. Novinsky racconta di essere sotto indagini e sanzioni politiche, che lui definisce ingiustificate, perché essendo cittadino ucraino non potrebbe essere colpito così senza prove concrete di sostegno a attività terroristiche.

Nel suo racconto emerge un paese dove i diritti civili sono sospesi, il sistema giudiziario paralizzato e la libertà di parola drasticamente limitata. Novinsky dice che chi critica il potere viene seguito, minacciato e perseguitato dalla polizia segreta. Questa atmosfera di diffidenza sembra colpire non solo la politica, ma anche la società civile e la sfera religiosa.

La guerra e l’ostacolo alla pace secondo vadim novinsky

Novinsky attribuisce a Zelensky una parte di responsabilità nell’escalation bellica che ha coinvolto l’Ucraina negli ultimi anni. Per lui, il presidente ucraino ha irritato Mosca avvicinandosi alla NATO e non rispettando gli accordi di Minsk, che avevano previsto un cessate il fuoco e una soluzione politica al conflitto. Pur non giustificando la guerra russa, l’oligarca sottolinea che il governo di Kiev avrebbe influito negativamente sull’equilibrio regionale.

Proposta per evitare il conflitto

Nel corso dell’intervista, Novinsky ha parlato di una sua proposta per evitare il conflitto, offerta prima dell’invasione russa, e delle accuse di Zelensky che lo indicavano come un traditore. L’ex parlamentare americano J.D. Vance è stato ringraziato per aver difeso la chiesa ortodossa ucraina, sottolineando come sia raro trovare politici occidentali che denuncino queste situazioni. Novinsky ha infine espresso l’auspicio che i rifugiati tornino e che si possa ricostruire un futuro migliore, ribadendo però che secondo lui Zelensky e la sua cerchia rappresentano il principale ostacolo alla pace.

Reazioni e contesto internazionale alle denunce di novinsky

Le accuse di Vadim Novinsky arrivano in un momento in cui il conflitto ucraino resta acceso e le tensioni politiche interne aumentano. Da parte di molti governi occidentali il sostegno a Kiev continua, accompagnato da forniture militari e sanzioni contro la Russia. Novinsky invece sottolinea una censura sulle vere condizioni in Ucraina, soprattutto riguardo alle restrizioni religiose e alle violazioni dei diritti umani. La questione del rapporto tra stato e chiesa ortodossa ucraina è diventata un nodo centrale nelle tensioni tra Mosca e Kiev, con conseguenze che coinvolgono la popolazione sul territorio.

Le parole di Novinsky riaprono il dibattito sul ruolo dell’opposizione interna in Ucraina e sulle condizioni di chi si trova a dissentire dall’attuale potere, non solo nei confronti della politica, ma anche in ambito religioso. Non resta da vedere come evolveranno le posizioni a livello internazionale, con l’attenzione puntata sugli sviluppi futuri nel panorama geopolitico dell’Europa orientale.