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Regno unito e ue si avvicinano a un nuovo accordo di collaborazione dopo nove anni di distanza

Il Regno Unito avvia un dialogo con l’Unione Europea per un nuovo accordo di collaborazione, affrontando questioni cruciali come difesa, pesca ed energia, nonostante le critiche interne alla strategia di Starmer.

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Il Regno Unito, dopo anni di tensioni post-Brexit, avvia un dialogo con l’UE per un nuovo accordo su difesa, pesca ed energia, mentre emergono divisioni politiche interne sul riavvicinamento. - Unita.tv

Dopo quasi un decennio caratterizzato da rapporti tesi e distanziamenti, il Regno Unito sembra voler riprendere i legami con l’Unione europea. Nella mattinata del 20 aprile 2025, il premier britannico Keir Starmer ha ospitato a Londra la presidente della commissione europea Ursula von der Leyen, la vicepresidente Kaja Kallas e il presidente del consiglio europeo Antonio Costa. L’incontro ha avuto come obiettivo l’avvio di un dialogo per definire un nuovo accordo di collaborazione tra le due parti. Starmer aveva già promesso in campagna elettorale di riportare il Regno Unito su una linea più dialogante con Bruxelles, anche se l’iniziativa ha suscitato critiche da parte dell’opposizione, in particolare di Nigel Farage, leader di Reform, che parla di un tradimento della Brexit.

La situazione economica del regno unito dopo la brexit

A quasi nove anni dall’uscita dall’UE, il Regno Unito sta affrontando problemi economici significativi, collegati soprattutto alle difficoltà nel commercio con i partner europei. Molte imprese britanniche lamentano ostacoli crescenti nel movimento delle merci verso l’Unione, mentre risultano complicate anche le strategie per aprirsi a nuovi mercati fuori dall’Europa. Parallelamente, la città di Londra ha visto ridursi il suo ruolo chiave nel mondo della finanza, con ripercussioni sul prodotto interno lordo del paese. Si stima che finora il governo abbia speso circa 30 miliardi di sterline per sostenere imprese e settori colpiti dalle conseguenze della Brexit. Questo bilancio evidenzia quanto siano rilevanti gli effetti economici ancora presenti nel tessuto produttivo britannico.

Starmer e la strategia di dialogo con l’ue

La constatazione di questi dati ha alimentato un clima in cui Starmer ha deciso di rivedere le relazioni con l’UE, riconoscendo l’importanza di un dialogo più stretto per affrontare le difficoltà emerse negli anni. Il settore industriale e finanziario britannico sembra quindi destinato a dover trovare nuove forme di cooperazione e sostegno per gestire l’impatto della separazione dall’Unione europea.

Aspetti principali del nuovo accordo tra regno unito e ue

Il vertice di oggi ha gettato le basi per un’intesa tra il Regno Unito e i 27 paesi membri della UE, anche se i dettagli completi non sono ancora stati svelati. Resta comunque chiaro che il nuovo accordo ruota attorno a tre punti principali.

Difesa, pesca e energia al centro delle trattative

Il primo riguarda la difesa: Londra vuole accedere ai programmi europei di finanziamento in questo campo, stimati attorno ai 150 miliardi di euro, mentre Bruxelles spinge per una collaborazione più stretta nel settore produttivo della difesa. Questo scambio potrebbe segnare un superamento dell’isolamento scelto dopo la Brexit.

Il secondo punto importante interessa la pesca, un tema da sempre sensibile per entrambe le parti. L’accordo prevede una revisione delle concessioni reciproche, con la proroga fino al 2038 degli accordi sulla libera pesca nelle acque territoriali. Le autorità vogliono snellire le procedure di controllo alle dogane, soprattutto su prodotti fitosanitari, per agevolare lo scambio commerciale.

Infine, il dialogo si estende al mercato dell’energia, anche se i particolari su questo punto rimangono riservati. Si presume che possa aprire nuove possibilità di scambio e cooperazione energetica fra le due realtà.

La mobilità giovanile e le tensioni politiche interne

Un aspetto non ancora definito riguarda la mobilità giovanile, richiesta da Bruxelles come segno di apertura e collaborazione continua. La proposta sarebbe quella di facilitare l’accesso al Regno Unito per gli under 30, sia come studenti che come lavoratori, attraverso visti meno restrittivi. Si pensa anche a riduzioni delle tasse universitarie per studenti stranieri e a procedure più snelle per l’attraversamento delle frontiere.

Queste misure mirano a creare un legame più saldo con i giovani europei, senza però tornare alla piena libertà di movimento che caratterizzava l’adesione del Regno Unito all’Unione.

Nel Regno Unito, la proposta ha subito attacchi dal fronte politico, con Nigel Farage e il partito Reform in particolare che accusano Starmer di aver tradito gli ideali che portarono alla Brexit, definendo questo avvicinamento a Bruxelles un passo indietro rispetto alle scelte prese nel referendum del 2016. Il dibattito interno resta acceso e promette di continuare nelle prossime settimane.