Nuovi sviluppi nell’inchiesta sul delitto di garlasco, al centro la figura di andrea sempio
Nuove indagini sul delitto di Garlasco riaprono il caso, con Andrea Sempio sotto esame per possibili collegamenti all’omicidio di Chiara Poggi e tracce biologiche da analizzare.

L’indagine sul delitto di Garlasco si riapre con nuovi sospetti su Andrea Sempio e la possibile presenza di una seconda persona, mentre si approfondiscono tracce di DNA e impronte finora non chiarite. - Unita.tv
L’indagine sul delitto di Garlasco torna a far parlare di sé dopo anni di silenzio e sentenze definitive. La procura di Pavia mantiene il massimo riserbo, mentre emergono anche nuovi nodi sulla possibile presenza di una seconda persona sulla scena del crimine. Andrea Sempio, amico stretto del fratello della vittima, torna così sotto ai riflettori come possibile figura coinvolta nell’omicidio di Chiara Poggi. Restano da chiarire molti punti, soprattutto sul fronte delle tracce biologiche e delle impronte trovate sulla scena del delitto.
Il ruolo di andrea sempio e l’ipotesi di una seconda persona sul luogo del delitto
La pista principale che gli inquirenti stanno seguendo riguarda un possibile coinvolgimento diretto o indiretto di Andrea Sempio nell’omicidio avvenuto a Garlasco nel 2007. Inizialmente la condanna definitiva aveva indicato unico colpevole Alberto Stasi, condannato a 16 anni di carcere e vicino alla fine della pena. Le nuove indagini però sembrano voler esplorare la possibilità che Sempio fosse presente durante l’aggressione a Chiara Poggi o che comunque abbia avuto un ruolo finora non accertato.
Dna sotto le unghie e verità nascoste
Sempio era amico del fratello della vittima e la sua figura era già emersa nelle prime fasi dell’indagine. Non a caso, una traccia di DNA trovata sotto le unghie di Chiara era stata attribuita a lui, ma all’epoca questo dato era stato considerato incompatibile con la dinamica ricostruita del delitto e quindi non approfondito. Oggi quel campione torna a essere al centro dell’attenzione della procura pavese. Gli investigatori cercano di capire se possa esserci stata una complicità o una presenza non rilevata in precedenza sulla scena del crimine.
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La possibile presenza di una seconda persona rimescola le carte su un caso che sembrava archiviato da tempo. Gli approfondimenti si concentrano sia sulle tracce genetiche che su elementi rilevati nel quartiere della vittima la notte dell’omicidio. Questa nuova linea porta alla riapertura di scenari investigativi che coinvolgono Sempio come sospettato o, comunque, come soggetto da ascoltare e verificare nei dettagli.
Le tracce biologiche e le impronte: nuovi rilievi sulle evidenze del delitto
Due punti chiave emergono in questa seconda fase dell’indagine: la traccia di DNA sotto le unghie di Chiara Poggi e alcune impronte lasciate sulla scena del crimine, in particolare quelle attribuite a Sempio. L’impronta denominata “33”, situata sulla parete vicino alla cima delle scale dal quale venne fatto cadere il corpo della vittima, risulta particolarmente rilevante. L’appartenenza di questa impronta a Sempio è sostenuta da una perizia difensiva, anche se la sua conservazione è problematica.
Conservazione delle prove e difficoltà tecniche
Stando alle procedure standard, dopo la sentenza definitiva contro Stasi, alcune prove come l’impronta 33 potrebbero essere state distrutte o danneggiate. Ciò complicherebbe un’analisi più approfondita e aggiornata sulla scena del crimine. Oltre a questa, c’è anche l’impronta “10” trovata sul lato interno della porta di casa Poggi, mai attribuita con certezza a nessuno. Questa impressione è potenzialmente insanguinata. Non è ancora chiaro se possa fornire elementi decisivi sulla dinamica o sull’identità di altre persone coinvolte.
Gli accertamenti su queste tracce sono fondamentali per chiarire la natura delle presenze in casa quella notte. Gli inquirenti stanno valutando se le impronte siano ancora analizzabili e se possano contenere materiale genetico utile a sciogliere i dubbi. Le analisi devono stabilire se il DNA sia compatibile con quello di Sempio o se provenga da altri soggetti, mai indagati. Questi aspetti sono cruciali per ricostruire una dinamica più completa e per mettere in discussione la tesi di un omicidio compiuto da un solo autore.
Dubbi e contestazioni sulle modalità di raccolta delle prove e sulla validità delle tracce
La questione delle impronte e del DNA di Sempio ha trovato riscontri anche da parte di esperti chiamati a esprimersi sul caso. Marzio Capra, genetista consulente per la famiglia Poggi, ha avanzato dubbi sulle modalità con cui furono raccolte le tracce durante le indagini iniziali. In particolare, ha evidenziato il rischio di contaminazioni dovute all’uso di un unico pennarello per marcatura delle prove biologiche, pratica che potrebbe aver compromesso l’integrità dei campioni.
“Il rischio di contaminazioni è molto alto data la metodologia adottata, che potrebbe aver portato a un trasferimento accidentale di materiale biologico tra una traccia e l’altra,” ha dichiarato Capra. Queste possibili contaminazioni sollevano perplessità sulla affidabilità delle impronte e dei prelievi fatti all’epoca. Capra sottolinea che la mancanza di strumenti adeguati potrebbe aver compromesso la prova.
Inoltre, per l’impronta 33, l’esperto ipotizza che l’intonaco sia diventato inutilizzabile dopo i numerosi tentativi fatti per estrarre il DNA nei primi anni dell’indagine.
Le perplessità riguardano anche la conservazione e la gestione delle prove, da sempre elementi delicati nelle indagini criminali. Se le tracce più significative fossero state compromesse, la loro evidenza non potrebbe più essere considerata decisiva in un processo o in un nuovo filone investigativo. Attualmente resta aperta la questione sull’opportunità di ripetere le analisi con nuovi metodi o strumenti, qualora le superfici e i materiali lo permettano.
Posizioni difensive e attese sulle prossime mosse dell’inchiesta
Il legale di Alberto Stasi ha richiamato l’attenzione sul fatto che molte piste rimangono ancora ipotesi da verificare. I difensori ribadiscono l’importanza di un atteggiamento garantista anche nei confronti di Andrea Sempio, sottolineando la necessità di attendere i risultati delle nuove analisi prima di trarre conclusioni. La prudenza emerge come linea guida tra gli addetti ai lavori, mentre nuove indiscrezioni e voci si susseguono sui media.
Gli avvocati insistono perché non si dia troppo peso alle notizie non confermate, soprattutto a quelle che parlano di presunte prove già definitive contro altre persone. La richiesta è quella di rispettare i tempi necessari agli inquirenti per procedere con attenzione e senza pressioni mediatiche. Sulla scena pubblica rimane però alta l’attenzione sul caso, anche per via del peso simbolico e emotivo che rappresenta.
Nel frattempo, l’opinione pubblica segue con interesse gli sviluppi e le possibili rivelazioni. La speranza è che l’attività delle forze dell’ordine possa fare chiarezza su ciò che è realmente accaduto quasi vent’anni fa a Garlasco. Intanto i nuovi rilievi su Andrea Sempio e le analisi sul materiale biologico emergono come i fili principali su cui si sta giocando il futuro di questa inchiesta.