Gli stati uniti confermano il no all’ingresso di kiev nella nato in vista del summit a l’Aia
Gli Stati Uniti si oppongono all’ingresso di Kiev nella Nato, mentre l’Europa mostra apertura. La questione sarà centrale al summit di l’Aia, con implicazioni per la sicurezza internazionale.

Gli Stati Uniti, rappresentati da Keith Kellogg, si oppongono fermamente all’ingresso di Kiev nella NATO, considerando questa posizione cruciale per i negoziati di pace con la Russia, in contrasto con l’Europa favorevole all’allargamento dell’Alleanza Atlantica. - Unita.tv
La posizione degli Stati Uniti sull’espansione della Nato è tornata al centro del dibattito politico internazionale, con la conferma di una netta opposizione all’ingresso di Kiev nell’Alleanza Atlantica. Lo scenario si fa più complesso in vista del summit di l’Aia, dove verranno discusse le possibili adesioni di paesi come Georgia e Moldavia. Gli Stati Uniti, rappresentati dall’inviato speciale di Donald Trump, Keith Kellogg, hanno ribadito che la questione non è aperta a trattativa, con conseguenze dirette sui negoziati di pace legati al conflitto russo-ucraino.
La posizione di keith kellogg e il no degli stati uniti all’ingresso di kiev nella nato
Keith Kellogg, inviato speciale di Donald Trump per le questioni legate a Ucraina e Russia, ha fatto chiarezza sulla linea seguita dagli Stati Uniti riguardo all’ingresso di Kiev nella Nato. Durante un’intervista rilasciata ad ABC News, Kellogg ha specificato che gli Usa si oppongono fortemente a questa possibilità. La decisione non sarebbe isolata; altri tre paesi membri avrebbero espresso una posizione simile, rendendo impossibile raggiungere i 32 voti necessari su 32 per approvare l’ingresso di un nuovo membro.
Questa presa di posizione arriva proprio mentre il tema dell’espansione della Nato si prepara a diventare centrale nel summit di l’Aia. Oltre all’Ucraina, sarà infatti discussa la candidatura di paesi come Georgia e Moldavia, che da anni ambiscono a entrare nell’Alleanza Atlantica. Nonostante le pressioni dell’Unione Europea e di alcuni leader europei, Kellogg ha detto che la proposta di adesione ucraina non sarà neppure posta in discussione dal governo americano.
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La contrarietà americana deriva anche dal rischio di esacerbare ulteriormente le tensioni con la Russia, che considera l’allargamento della Nato una minaccia diretta alla propria sicurezza. Dunque, l’opposizione degli Stati Uniti non è solo una decisione politica interna, ma un tassello importante nelle dinamiche di sicurezza internazionale.
Il ruolo della clausola antidilatazione nel negoziato di pace con la russia
Keith Kellogg ha confermato durante l’intervista ad ABC News un punto cruciale di strategia: la non espansione della Nato verso est è una condizione che Donald Trump sarebbe pronto a garantire alla Russia, come parte di un possibile accordo di pace che metta fine al conflitto in Ucraina. Secondo Kellogg, questo tema rappresenta una clausola fondamentale per impostare una trattativa concreta con il presidente Putin, che da tempo indica l’espansione della Nato oltre i confini del blocco orientale come un pericolo insostenibile.
L’ipotesi presentata da Kellogg è chiara: Trump si impegnerebbe a evitare ogni futura adesione di Kiev alla Nato, se questo fosse considerato indispensabile da Mosca per avviare un cessate il fuoco e una soluzione diplomatica. Questa posizione segna un cambio rispetto a molti esponenti dell’amministrazione precedente, che ritenevano inevitabile l’inclusione dell’Ucraina nell’Alleanza.
Il diplomatico ha inoltre sottolineato che nessun voto su questo tema sarà posto all’ordine del giorno in seno agli Stati Uniti, escludendo la possibilità di cambiare passo nei mesi a venire. Nelle sue parole emerge la volontà di evitare tensioni aggiuntive, riconoscendo il timore di Mosca per un avvicinamento diretto della Nato ai suoi confini.
La posizione contrapposta di europa e nato sull’allargamento dell’alleanza
Mentre gli Stati Uniti mettono un muro di fronte alla proposta ucraina, in Europa la posizione sembra invece più favorevole a inserire Kiev dentro l’Alleanza Atlantica. Il segretario generale Mark Rutte aveva già manifestato un’apertura netta sul tema, dichiarando che “l’adesione di Kiev non può più essere ostacolata” e aggiungendo che “non si deve fare dell’espansione un pretesto per bloccare i negoziati di pace con la Russia.”
Questa divergenza si riflette nelle discussioni che ci si aspetta durante il prossimo summit Nato di l’Aia, dove molti paesi europei spingeranno per non concedere alla Russia una leva di pressione sul conflitto. L’approccio dell’Europa tende a considerare l’ingresso dell’Ucraina come un diritto maturato dall’attacco subito nel 2022, mentre gli Stati Uniti scelgono la cautela per evitare un possibile allargamento della guerra o l’inasprimento delle tensioni con Mosca.
La contrapposizione sulle strategie verso la Russia evidenzia le differenze nell’atteggiamento tra Stati Uniti ed Europa, che dovranno fare i conti con questa divisione mentre si discute sulle candidature anche di Georgia e Moldavia, stati a loro volta sotto pressione geopolitica.
Le preoccupazioni di mosca e la legittimità delle sue richieste secondo gli stati uniti
Keith Kellogg non ha risparmiato parole sul punto di vista della Russia. Ha ammesso che Mosca ha motivi concreti per temere l’allargamento della Nato verso le ex repubbliche sovietiche, considerandolo un pericolo diretto alla sua sicurezza nazionale. Questa preoccupazione viene riconosciuta come “legittima” nella discussione dai rappresentanti americani, che la vedono come centrale nella possibile definizione di una tregua.
La Russia continua a manifestare insofferenza verso l’espansione occidentale, e per questo motivo riconoscere la questione come una problematica reale servirebbe a impostare un dialogo meno conflittuale. L’opposizione degli Stati Uniti all’ingresso di Kiev, dunque, rappresenta anche un tentativo di considerare il punto di vista russo come parte integrante delle trattative, per evitare ulteriori escalation.
Questo atteggiamento non significa però che venga approvata la guerra o le azioni di Mosca in Ucraina, ma piuttosto che la sicurezza regionale deve essere affrontata tenendo conto di tutte le parti coinvolte, anche quelle in conflitto.
Allo stesso tempo, questa linea riapre un dibattito sugli equilibri geopolitici e sulle garanzie di sicurezza da offrire ai paesi dell’Europa orientale, che si trovano in una posizione fragile di fronte ai desideri di Mosca e ai timori occidentali.
La definizione chiara delle posizioni americane in vista del summit di l’Aia pone nuovi scenari nella crisi ucraina e nei rapporti tra Occidente e Russia, con l’espansione della Nato che resta uno degli argomenti più caldi e divisivi.