Lo scontro fra india e pakistan è tornato a scaldarsi nelle ultime settimane dopo gli attacchi aerei che hanno coinvolto diverse località nel kashmir, territorio conteso e amministrato dai pakistani. Le autorità di islamabad e delhi si accusano a vicenda per le violenze e il lancio di raid, mentre lungo la linea di controllo si susseguono scontri e risposte militari. Gli attacchi hanno causato numerose vittime civili e militari, confermando l’instabilità di una zona da decenni al centro di conflitti. In mezzo a questo clima, sono arrivate anche le reazioni di leader politici e della popolazione civile, che soffre conseguenze pesanti.
Gli attacchi aerei nel kashmir e le conseguenze militari
Mercoledì mattina un’escalation ha interessato sei località tra il pakistan e il kashmir, con attacchi aerei che hanno provocato almeno 31 morti e 57 feriti, secondo fonti pakistane. Il governo di islamabad ha confermato di aver abbattuto cinque jet indiani e un drone, mentre le autorità di delhi non hanno ancora certificato queste informazioni. Dall’altra parte, l’india ha riferito la perdita di 15 persone tra militari e civili, in seguito ai bombardamenti di risposta lungo la LoC, lo spazio che separa il kashmir dai paesi vicini.
Uso crescente di droni e scontri notturni
Gli scontri non si sono fermati e pare che i bombardamenti continuino tutt’ora. Le tensioni militari hanno visto un uso crescente anche di droni: nella notte tra località come lahore, gujranwala, chakwal, attock, rawalpindi, bahawalpur, mianwali e karachi il pakistan ha distrutto 12 droni indiani, secondo quanto dichiarato dal portavoce dell’esercito pakistano, tenente generale ahmed sharif chaudhry. In sindh, un drone caduto ha causato la morte di un uomo e il ferimento di un altro, mentre a lahore un attacco ha colpito un’installazione militare causando feriti tra i soldati.
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Le posizioni dei governi di india e pakistan e il contesto politico
I leader politici dei due paesi hanno reagito duramente alla sequenza di attacchi e contro-attacchi. Shehbaz Sharif, primo ministro pakistano, ha definito l’azione del suo paese come una risposta diretta agli attacchi indiani, rivendicando la distruzione di droni e l’attività svolta per proteggere il territorio. Dal lato indiano, il governo sostiene che l’origine dell’escalation sia da ricondursi a un attacco terroristico nel mese precedente, avvenuto a pahalgam e in cui sono morti turisti indiani. Islamabad ha però respinto ogni accusa di responsabilità.
Posizioni politiche e sostegno in india
In india, i principali leader politici si sono schierati compatti con il governo di delhi. Mallikarjun Kharge, presidente del congresso, ha espresso sostegno unanime alle azioni del governo. Asaduddin Owaisi, capo del partito musulmano all india majlis-e-ittehadul, ha chiesto a delhi di portare avanti una campagna internazionale contro il fronte della resistenza , il gruppo militante accusato dagli indiani di aver compiuto l’attacco terroristico. Il governo indiano sostiene che il trf sia una copertura del lashkar-e taiba, organizzazione definita terrorista dall’ONU con base in pakistan.
Le conseguenze sugli abitanti del kashmir e le testimonianze di chi fugge
Nel frattempo, i civili che vivono nel kashmir vivono nella paura e nella incertezza, soprattutto nelle aree a ridosso della linea di controllo dove bombardamenti e scontri sono quotidiani. Molti abitanti si sono messi in fuga, cercando rifugio lontano dai luoghi di violenza per evitare nuovi attacchi e pericoli. I racconti raccolti dalla BBC descrivono scene di tensione e ansia. Sobia, una donna del posto, ha riferito di aver sentito un forte boato e di essere scappata con il suo bambino di un mese in braccio per mettersi al sicuro.
Un’altra testimone, Sufreeen Akhtar, ha raccontato la fuga a piedi per chilometri dopo che una granata è esplosa vicino casa sua. Senza poter usare un’auto, ha camminato con la famiglia e si è rifugiata in un luogo più sicuro, mentre i bombardamenti continuavano in lontananza. Queste testimonianze mostrano come la popolazione civile, spesso dimenticata, paghi il prezzo più alto in questi scontri, con vite stravolte e paure profonde. Al momento, non risultano dichiarazioni ufficiali da parte di islamabad sulla fase iniziale degli attacchi, che risalirebbero a diversi giorni prima delle azioni aeree dell’india.
La situazione lungo la linea di controllo rimane fragile e con un rischio di ulteriori incidenti armati alto. La comunità internazionale osserva da vicino, mentre la popolazione vive in uno stato di allerta continua.