Viaggi a piedi tra mari selvaggi, montagne remote e antichi sentieri spirituali: i percorsi di trekking più emozionanti del pianeta, per chi cerca un’esperienza vera.
Zaino in spalla, scarponi ai piedi e lo sguardo che corre oltre il confine dell’orizzonte. Il trekking non è solo uno sport, ma un modo di attraversare i luoghi con lentezza, lasciando che la fatica si trasformi in meraviglia. E per chi ama camminare, la rivista britannica TimeOut ha pubblicato una selezione dei 10 percorsi escursionistici più belli al mondo, capaci di cambiare il ritmo del respiro e, a volte, anche la direzione della vita. Si va dalla spiritualità dei pellegrinaggi in Giappone fino alla solitudine estrema della Patagonia cilena, passando per sentieri costieri, deserti, vallate glaciali e antiche rovine. Non servono superpoteri per affrontarli, ma un minimo di allenamento e tanto spirito di adattamento, perché in cambio si ottiene qualcosa che non si compra: l’esperienza pura.
Dal Cammino di Santiago alle Highlands: quando ogni passo racconta una storia
In cima alla classifica c’è il Cammino Francese, il più popolare tra i percorsi del Camino de Santiago, quasi 800 chilometri che attraversano Spagna e Francia, da Saint-Jean-Pied-de-Port fino a Santiago de Compostela. Non è solo un percorso tra borghi, campi e salite: è una traversata dell’anima, fatta di incontri, riflessioni, ostelli spartani e paesaggi che si trasformano a ogni curva. Ogni giorno si camminano circa 24 chilometri, ma il tempo scorre in modo diverso. E alla fine, spesso, ci si sente diversi da come si era partiti.

Poco distante, almeno nello spirito, c’è il West Highland Way, la spina dorsale della Scozia escursionistica. Si parte dalla periferia di Glasgow e si arriva a Fort William, attraversando brughiere, laghi e i paesaggi crudi delle Highlands. Il tratto noto come Devil’s Staircase non è per tutti, ma offre viste che valgono ogni passo. Tra cervi in bramito e il vento che non smette mai, il percorso restituisce una Scozia autentica, spesso malinconica, sempre vera.
Oriente spirituale, deserti rossi e natura estrema: l’altra faccia del mondo
Se c’è un sentiero che unisce passato e presente, quello è il Kumano Kodo, sull’antica penisola di Kii in Giappone. Un cammino immerso in foreste di cedri, attraversato da santuari shintoisti, antichi ponti e sorgenti termali fumanti. Camminarci è quasi un rito: ogni passo è lento, ogni salita diventa preghiera. I periodi migliori per partire sono la primavera e l’autunno, ma serve organizzarsi: gli alloggi lungo il tragitto sono pochi, e prenotare in anticipo è fondamentale.
Dall’altra parte del mondo, il Jordan Trail attraversa tutta la Giordania, per 675 km che vanno dalle colline verdi del nord fino al rosso del Wadi Rum e alle rocce rosa di Petra. Il paesaggio cambia ogni giorno, così come le emozioni. Dormire sotto le stelle nel deserto, attraversare villaggi millenari, scendere fino al Mar Morto: il tempo qui si piega, e resta solo la sensazione di camminare in un luogo sacro.
E poi c’è chi cerca lontananze estreme, e finisce in Cile, sull’isola di Navarino. Il Circuito di Dientes, uno dei trekking più a sud del mondo, è ruvido, isolato, remoto. Le guglie rocciose si stagliano contro un cielo tagliente, i rifugi sono rari, e in alcuni tratti non c’è segnale né traccia di civiltà. Ma è proprio lì, in quella fatica che gratta le ossa, che qualcuno ritrova se stesso. Serve esperienza, preparazione, e magari una guida locale. Ma chi torna da quei luoghi, spesso, non li dimentica più.
Ogni cammino è diverso. Alcuni iniziano con una mappa, altri da una domanda. Ma tutti, prima o poi, insegnano che camminare è un modo per sentirsi vivi, e per vedere il mondo con occhi nuovi.