Tra i monti del Lazio si nascondono Filettino, Cervara di Roma e Collegiove, i tre borghi più alti della regione: scrigni di bellezza, silenzio e tradizione, perfetti per chi cerca natura e autenticità.
Nel cuore dell’Appennino centrale, lontano dal caos delle città e dalle rotte turistiche affollate, esistono luoghi dove il tempo sembra essersi fermato. Filettino, Cervara di Roma e Collegiove non sono solo i paesi più alti del Lazio, ma anche custodi di memoria, natura e vita lenta. Arrampicati oltre i 1000 metri di altitudine, questi borghi offrono un rifugio per l’anima e un invito a riscoprire il rapporto profondo con la montagna, con i suoi ritmi lenti e i suoi silenzi carichi di significato. Ogni pietra racconta una storia, ogni vicolo un’identità che resiste, tra chiese antiche, sentieri immersi nei boschi, eventi popolari e una quotidianità fatta di gesti semplici e autentici.
Filettino, Cervara e Collegiove: dove la montagna incontra la storia
Filettino, in provincia di Frosinone, svetta a 1.063 metri sul livello del mare, nel cuore del Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini. È il comune più alto del Lazio e una vera oasi per chi ama il turismo montano. In inverno, la vicina Campo Staffi è una delle località sciistiche più alte del centro Italia; in estate, sentieri come quello verso il Monte Viglio accompagnano escursionisti attraverso boschi di faggio, sorgenti cristalline e panorami infiniti. Il borgo, con le sue fontane storiche e la Chiesa di San Nicola, conserva un’atmosfera autentica. Il celebre tentativo del 2011 di dichiararsi principato indipendente fu un gesto provocatorio, ma anche il simbolo del forte orgoglio identitario della comunità.

A pochi chilometri da Subiaco, sorge Cervara di Roma, a 1.053 metri. Il borgo è conosciuto come il paese scolpito nella roccia, grazie ai suoi murales, sculture e installazioni artistiche che costellano le strade. Negli anni ’80, il paese ha attratto numerosi artisti italiani e stranieri, trasformandosi in un museo a cielo aperto. Le opere si integrano perfettamente con la morfologia rocciosa del borgo, creando un percorso visivo unico. La Scalinata degli Artisti e la Chiesa di Maria Santissima della Visitazione rappresentano i due poli principali di questo itinerario emozionale. Le vedute sulla Valle dell’Aniene, i sentieri verso Campaegli e i ruderi benedettini rendono Cervara una meta di grande suggestione, perfetta per chi cerca ispirazione, silenzio e connessione spirituale.
Collegiove, con 1.001 metri di altitudine, si trova nella Riserva Naturale Monti Navegna e Cervia, in provincia di Rieti. Questo piccolo borgo conserva un’anima contadina pura, ancora lontana dai circuiti turistici di massa. I vicoli in pietra, la Chiesa di San Giovanni Battista, i lavatoi antichi e la Fontana del Vignale testimoniano una quotidianità semplice e legata alla terra. I boschi di faggio, le escursioni verso il Lago del Turano o il Monte Navegna offrono un contatto diretto con la biodiversità dell’Appennino. A Collegiove si respira una vita lenta, dove ogni stagione porta con sé i suoi riti: la semina, la raccolta, le feste patronali. Un piccolo mondo resiliente che continua a vivere, con orgoglio, nella propria dimensione.
Natura, cultura e tradizione: un viaggio che arricchisce lo sguardo
Visitare questi borghi non è solo un’esperienza turistica, ma un vero viaggio interiore, un modo per ritrovare connessioni profonde con la natura e la memoria collettiva. Le tradizioni popolari si manifestano con forza nelle feste religiose, nelle sagre stagionali e negli eventi culturali. A Filettino, il mese di dicembre è dedicato alla Festa di San Nicola, mentre in estate si celebrano i prodotti del sottobosco, come tartufi e funghi porcini. A Cervara, l’estate è animata dal Festival dell’Arte, che coinvolge pittori, scultori e musicisti da tutta Europa, e il Natale si veste di magia con un presepe vivente tra le scalinate. A Collegiove, la sagra della polenta in inverno e la festa di San Giovanni in estate sono momenti di ritrovo per tutta la comunità, accompagnati da piatti tipici, canti e balli popolari.
Dal punto di vista escursionistico, l’intera area si presta a camminate in solitaria, trekking guidati, uscite in mountain bike e persino attività fotografiche naturalistiche. Il turismo lento, qui, non è una moda, ma una necessità: chi arriva è invitato a rallentare, a guardare con attenzione, a camminare con rispetto, a sentire il silenzio come parte integrante del viaggio.
Questi paesi d’altura del Lazio sono scrigni di autenticità, capaci di offrire esperienze vere, lontane dal rumore, vicine all’essenziale. Salire a Filettino, Cervara di Roma o Collegiove non è solo un gesto fisico, ma anche una scelta di visione: vedere il mondo da un’altra prospettiva, più alta, più lenta, più profonda.