Nel cuore del Lazio esiste un borgo noto come la “piccola Germania”, un luogo ricco di storia, cultura e natura
Il Lazio è una terra che custodisce tesori nascosti, spesso oscurati dalla fama mondiale di Roma, con il suo Colosseo, la Basilica di San Pietro o i Musei Vaticani. Ma al di fuori del circuito turistico più noto, esistono borghi antichi capaci di raccontare storie affascinanti e uniche, come Civita di Bagnoregio, Nemi, Caprarola, Castel Gandolfo. Tra questi, però, uno ha un’identità del tutto particolare e per molti inaspettata: viene chiamato la piccola Germania e il motivo ha radici profonde nella storia europea e italiana. Un nome che incuriosisce, e che trova senso in un evento straordinario accaduto secoli fa.
Dove nasce la piccola Germania italiana
Il borgo protagonista di questa storia conta poco più di 8.500 abitanti, si sviluppa lungo il corso del fiume Aniene e ospita un bosco di faggi che si estende nel cuore del Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini. Il suo nome è Subiaco. In questo territorio, oltre a una natura rigogliosa e a testimonianze archeologiche di epoca romana come i resti della villa dell’imperatore Nerone, si concentrano luoghi sacri di eccezionale valore storico, come il Monastero di Santa Scolastica e la Cattedrale di Santa Scolastica, insieme alla Chiesa di Sant’Andrea Apostolo e alla storica Rocca abbaziale. Ma ciò che rende davvero unica Subiaco è il ruolo che ha avuto nella diffusione della cultura in Italia e in Europa.
Subiaco e il primato che ha cambiato la cultura
Il soprannome “piccola Germania” deriva da un fatto accaduto nel 1465 all’interno del Monastero di Santa Scolastica, quando due allievi di Gutenberg, il tedesco inventore della stampa a caratteri mobili, portarono in Italia la nuova arte tipografica. I loro nomi erano Sweynheym e Arnold Pannartz, e proprio a Subiaco installarono la prima tipografia della penisola italiana. Qui venne stampato il primo libro della storia italiana, segnando un’epoca e dando avvio a una rivoluzione culturale che avrebbe trasformato per sempre l’accesso alla conoscenza.

Tra le prime opere stampate a Subiaco figurano il De Oratore di Cicerone e il De Civitate Dei di Sant’Agostino, testi fondamentali della filosofia e della retorica occidentale. Ancora oggi, il Monumento Nazionale del Monastero ospita una biblioteca che custodisce circa 200 manoscritti e un patrimonio complessivo di 150.000 volumi, una ricchezza inestimabile per lo studio, la memoria e l’identità culturale italiana. Non a caso, proprio quest’anno, Subiaco è stata nominata Capitale italiana del libro, un riconoscimento che valorizza la sua storia e il suo legame con la trasmissione del sapere.