Proteste contro il turismo di massa in Spagna: attivisti bloccano punti panoramici e assaltano hotel

Nel 2025, le Isole Canarie, Ibiza e Barcellona assistono a manifestazioni contro l’overtourism, con attivisti che bloccano accessi e denunciano l’impatto negativo del turismo di massa sulle comunità locali.
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Proteste contro il turismo di massa in Spagna: attivisti bloccano punti panoramici e assaltano hotel - unita.tv

Il fenomeno dell’overtourism sta suscitando un crescente malcontento tra i residenti di diverse località turistiche in Spagna e in altre nazioni del sud Europa. Con l’arrivo dell’estate 2025, gli attivisti si stanno mobilitando per far sentire la loro voce, organizzando manifestazioni e azioni dirette per contrastare l’impatto del turismo di massa. Le recenti azioni di protesta, che includono il blocco di punti panoramici e attacchi a strutture ricettive, evidenziano una tensione crescente tra turisti e abitanti locali.

Le azioni di protesta nelle Isole Canarie

Negli ultimi giorni, le Isole Canarie sono state teatro di manifestazioni contro l’eccessivo afflusso di turisti. A Tenerife, un gruppo di attivisti ha incendiato e distrutto diverse auto a noleggio nella popolare zona di Costa Adeje, un’area molto frequentata dai visitatori. Questo gesto estremo è emblematico della frustrazione dei residenti, che si sentono sopraffatti dalla presenza costante di turisti. Le proteste non si limitano a Tenerife; anche a Lanzarote, i membri di un movimento chiamato “Lanzarote has a Limit” hanno assaltato un hotel a Playa Blanca, esprimendo il loro dissenso attraverso striscioni provocatori.

Inoltre, l’organizzazione politica Tanekra Canarias ha denunciato che gran parte dei profitti generati dal turismo non rimane nelle Isole Canarie. Le strutture ricettive sono per lo più controllate da grandi catene alberghiere e tour operator internazionali, il che contribuisce a un aumento dell’inflazione locale e a un incremento dei costi degli alloggi. I posti di lavoro creati dal turismo sono spesso precari e mal retribuiti, portando molte comunità a vivere in condizioni di povertà nonostante i bassi tassi di disoccupazione.

Le manifestazioni a Ibiza e Barcellona

Le proteste non si limitano alle Canarie. A Ibiza, i residenti hanno iniziato a bloccare l’accesso a punti panoramici molto frequentati, come Es Vedra, posizionando massi per impedire l’ingresso ai turisti. Questo tipo di azione mira a proteggere il territorio e a far comprendere ai visitatori l’impatto negativo che il turismo di massa ha sulla vita quotidiana degli abitanti. Gli attivisti sostengono di essere stanchi della folla incessante che invade i loro spazi, rendendo difficile la vita quotidiana.

A Barcellona, l’Assemblea di quartiere per la decrescita turistica sta giocando un ruolo centrale nel movimento anti-turismo. Questo gruppo ha dichiarato di voler ampliare la propria rete di contatti con altri attivisti provenienti da diverse località turistiche dell’Europa meridionale. Secondo un portavoce dell’Assemblea, la situazione nelle isole sta peggiorando a causa dell’elevato numero di turisti e nuovi residenti, che stanno contribuendo a una crisi abitativa e a un deterioramento dell’ambiente naturale.

L’unità degli attivisti europei

Il movimento contro l’overtourism sta guadagnando slancio non solo in Spagna, ma anche in altre nazioni del sud Europa. Attivisti provenienti da Portogallo, Italia e Francia si riuniranno a Barcellona nel mese di aprile per pianificare azioni coordinate. Questo incontro rappresenta un’opportunità per condividere esperienze e strategie, rafforzando la lotta contro il turismo di massa e le sue conseguenze negative.

Le manifestazioni e le azioni di protesta sono destinate a intensificarsi con l’arrivo della stagione estiva, periodo di alta affluenza turistica. Gli attivisti sperano di attirare l’attenzione su un problema che, se non affrontato, potrebbe avere conseguenze devastanti per le comunità locali e per l’ambiente. La crescente consapevolezza e mobilitazione dei residenti rappresentano un segnale chiaro: il turismo deve essere gestito in modo sostenibile, tenendo conto delle esigenze e dei diritti delle popolazioni locali.