Il nipote di vittorio occorsio racconta i retroscena sull’omicidio del magistrato e il presunto coinvolgimento di licio gelli
Il nipote di Vittorio Occorsio rivela nuovi elementi sull’omicidio del magistrato, legando il delitto alla loggia P2 e a un possibile “terzo livello” di mandanti oscuri.

L’articolo celebra l’anniversario della morte del magistrato Vittorio Occorsio, assassinato nel 1976 mentre indagava sul terrorismo neofascista, evidenziando nuovi elementi che collegano il delitto alla loggia P2 e a possibili mandanti nascosti. - Unita.tv
L’anniversario della morte di vittorio occorsio, il magistrato ucciso nel 1976 mentre indagava sul terrorismo neofascista, riporta al centro dell’attenzione una vicenda ancora carica di ombre. Il nipote che porta il suo nome, figlio del giornalista e impegnato nella fondazione dedicata al nonno, ha parlato di nuovi elementi e riflessioni sul delitto che segnò una fase cruciale del contrasto all’estremismo di destra in italia. In questa intervista, emergono riferimenti a un possibile “terzo livello” dietro l’agguato e a un contesto più ampio di complotti collegati alla loggia p2.
L’omicidio di vittorio occorsio e la versione ufficiale dei fatti
Il giudice vittorio occorsio fu assassinato il 10 luglio 1976 a roma sotto casa sua, mentre usciva per recarsi in ufficio. La versione accertata indica come esecutore materiale l’estremista neofascista pierluigi concutelli, già condannato all’ergastolo nel 1978 per il delitto. concutelli, deceduto nel 2023 a seguito di una malattia, è sempre rimasto estraneo a qualsiasi segno di pentimento riguardo all’omicidio. Quella mattina d’estate, l’agguato fu preparato con precisione: una moto era parcheggiata vicino al luogo del delitto, pronta a intercettare il magistrato all’ora esatta. Gli spostamenti di occorsio erano noti solo alla famiglia e ad alcuni colleghi, perciò chi lo attese all’esterno non poteva che provenire da una fonte interna.
Riapertura dell’indagine e ruolo di licio gelli
Intanto nel 2023 è stata riaperta un’indagine che vede licio gelli, ex capo della loggia p2, in qualità di presunto mandante dell’omicidio. Il movente sarebbe legato alle indagini di occorsio sulla massoneria deviata e le trame oscure di quella loggia segreta che influenzò la politica e la società italiana degli anni ‘70.
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Il ruolo della famiglia e le parole del nipote sul sacrificio di vittorio occorsio
Il nipote vittorio occorsio ha voluto sottolineare quanto il nonno fosse consapevole del rischio mortale che correva. Una circostanza nota è che il magistrato, per paura di coinvolgere altre persone, rinunciò alla scorta pur sapendo che i terroristi di ordine nuovo erano pericolosi. “Non voleva che eventuali tentativi di agguato potessero mettere in pericolo gli agenti del servizio di protezione.” Questa scelta dimostra la volontà di affrontare il pericolo in prima persona.
Il magistrato si presentava ogni giorno agli impegni lavorativi con la consapevolezza che potesse essere l’ultima volta. Chi lo conosceva sapeva che era sempre in allerta, in tensione per quello che stava scoprendo e denunciando. Il nipote ha raccontato che la famiglia ha mantenuto viva la memoria del giudice, dando vita a una fondazione che lavora per raccontarne la storia e mantenere alta l’attenzione sul terrorismo nero e sulle sue vittime.
Eredità e indagini di vittorio occorsio nel contrasto all’eversone nera
Tra i compiti più delicati che occorsio affrontò, c’era la direzione delle inchieste sulla strage di piazza fontana , l’arresto del presunto anarchico pietro valpreda, e le prime investigazioni sulla galassia della destra eversiva. Fu per suo impulso che mario toffaloni venne condannato a trent’anni per la strage di piazza della loggia , altro tragico episodio di terrorismo neofascista.
Il nipote ricorda come l’attività del giudice abbia posto le basi per le successive indagini illucidando il fenomeno dell’eversione nera, spesso coperta e protetta da reti occulte che arrivavano fino agli apparati dello stato deviati. occorsio rappresenta un caso unico, un magistrato che non si fermò davanti alle minacce e cercò di portare alla luce la verità più scomoda.
Un punto di riferimento per gli anni di piombo
Il giudice rimane un punto di riferimento per chi studia quegli anni bui, quando in italia il terrorismo colpiva con colpi agguerriti e memoriali come lui pagavano con la vita la loro dedizione.
Nuovi elementi sull’omicidio e possibili mandanti nascosti dietro la strage
Le parole del nipote indicano l’esistenza di una rete più ampia dietro l’uccisione, citando un “terzo livello”. Si tratta di presunti mandanti che avrebbero mosso fili oscuri, dietro il killer riconosciuto. La nuova indagine punta a chiarire se la loggia p2 abbia finanziato o ordinato l’omicidio, legata al timore che occorsio svelasse responsabilità importanti.
Chi ha seguito quel processo invita a guardare con attenzione agli intrecci tra neofascismo, massonerie segrete e apparati deviati. L’agguato preparato senza margine d’errore suggerisce un tentativo di eliminare una voce pericolosa per certi poteri. L’assenza di pentimento da parte di concutelli alimenta l’ipotesi che l’ordine non fosse individuale ma frutto di una regia più complessa.
Le indagini attuali, sebbene riservate, partono da questa consapevolezza per cercare prove concrete contro chi avrebbe organizzato l’attentato. Resta però difficile ricostruire con certezza gli eventi di un’epoca in cui la verità veniva nascosta dietro menzogne e depistaggi.
Focus su documenti e testimonianze
Occhi puntati sui documenti e testimonianze che emergono, anche per capire quali responsabilità politiche e istituzionali siano state celate in queste vicende. L’eredità di vittorio occorsio si misura anche in questa ricerca di verità ancora incompiuta.