L’intervista affronta temi diversi: dalla passione per il giornalismo alla voglia di raccontare storie importanti come quella di Giuseppe Garibaldi, fino a una riflessione sull’evoluzione del ruolo dei genitori nel mondo moderno. Si parla anche delle difficoltà del cinema italiano e della complessità nell’adattarsi ai tempi che cambiano, soprattutto nel rapporto con i figli.
Giornalismo e l’amore per le storie quotidiane
Il desiderio iniziale era quello di diventare giornalista. Un mestiere che viene visto come un narratore di storie, molto vicino all’attività attuale dell’intervistato. Nonostante non abbia intrapreso questa strada in modo definitivo, ha avuto una breve esperienza collaborando con un mensile per dodici numeri. La rubrica “Epifanie” gli permetteva di raccontare piccoli dettagli della vita quotidiana che lo colpivano particolarmente.
Questo legame con il racconto resta forte anche oggi. Il fascino del giornalismo si nutre proprio della capacità di osservare e narrare realtà spesso invisibili o poco conosciute al grande pubblico. In effetti la scrittura è uno strumento potente per fissare momenti ed emozioni comuni ma significative.
Garibaldi: una figura ancora poco conosciuta
Il progetto più ambizioso riguarda invece la regia su Giuseppe Garibaldi. L’idea nasce dal fatto che l’Italia conosce solo una piccola parte della sua storia reale, spesso ridotta a stereotipi o a nozioni scolastiche superficiali. Garibaldi rappresenta infatti un personaggio popolare ma complesso: alto, bello e ribelle al tempo stesso.
La sua vita è piena di episodi avventurosi tra battaglie e rivoluzioni; era capace sia di combattere sia creare disordini ovunque andasse. Per questo motivo appare come una figura affascinante da raccontare attraverso il cinema anche se i tempi attuali non favoriscono produzioni ad alto budget dedicati a queste tematiche.
Idee in cantiere per nuove regie
Attualmente ci sono almeno tre progetti in fase embrionale riguardo alla seconda esperienza dietro la macchina da presa ma nessuno è stato scelto definitivamente come prossimo film da realizzare.
Questa fase riflette bene l’incertezza creativa che accompagna molti registi quando devono decidere quale storia portare avanti dopo il primo lavoro importante; ogni idea va valutata attentamente perché rappresenta un investimento significativo sotto vari aspetti: economico, artistico e produttivo.
Crisi e polemiche nel cinema italiano
Sulla crisi del cinema italiano si esprime facendo notare come ogni cambio governo provochi tensioni tra i diversi settori economici nel tentativo d’ottenere attenzione privilegiata o risorse maggiori dal nuovo esecutivo.
Nonostante ciò, secondo lui, altri comparti rilevanti come sanità ed edilizia abbiano vissuto difficoltà analoghe senza suscitare polemiche così accese. Nel mondo dello spettacolo però essendo coinvolte figure pubbliche molto note, le discussioni diventano più rumorose rispetto alle reali dimensioni dei problemi.
Nel contesto degli oltre 6000 attori italiani si sta comunque cercando un dialogo costruttivo su quali direzioni prendere affinché settore possa ripartire in modo efficace evitando divisione interna.
Genitorialità ai tempi della tecnologia
Essere padre oggi significa confrontarsi con mutamenti profondi nei rapporti familiari dovuti soprattutto all’avanzamento tecnologico. Mentre alcune funzioni materne restano legate alla natura biologica – cura fisica, calore, nutrimento – quella paterna assume forme diverse adattandosi alle nuove esigenze sociali.
Un esempio concreto emerge dal ricordo personale quando suo madre lo minacciava dicendo “stasera lo dico a tuo padre” mentre ora questo tipo d’autorità paterna fa sorridere le figlie più giovani. Cambia quindi radicalmente anche il modo d’impostare rapporti educativi dove vecchi metodi risultano ormai inefficaci davanti all’influenza crescente degli strumenti digitali nella vita quotidiana dei bambini.
Ruolo delle famiglie nella formazione educativa
Fino a pochi anni fa famiglia e scuola avevano responsabilità ben definite nella crescita dei figli; rispettivamente intorno al 50-60% ed al 30-40% dell’educazione ricevuta dai ragazzi. Oggi invece questi valori sono diminuiti drasticamente poiché buona parte dell’apprendimento passa attraverso smartphone o tablet: veri protagonisti nell’assorbire attenzione giovanile.
Questo fenomeno cambia radicalmente la natura stessa dell’essere genitore perché non basta più trasmettere solo insegnamenti diretti ma occorre trovare nuovi modi per interagire efficacemente con figli immersi nelle tecnologie digitalizzate sin dall’infanzia. Difficile trovare soluzioni già pronte dato che questa realtà evolve rapidamente senza precedenti modelli validati da seguire passo passo.