Un tribunale della Florida ha riaperto una causa legale contro Alexandre de Moraes, giudice della Corte suprema brasiliana , coinvolto nel processo contro l’ex presidente Jair Bolsonaro per un presunto tentativo di golpe. L’azione è stata avviata da Trump Media, società di proprietà dell’ex presidente americano Donald Trump, insieme alla piattaforma video Rumble. Le due aziende accusano Moraes di aver violato le leggi statunitensi e di aver imposto la censura bloccando i profili degli utenti negli Stati Uniti.
La causa legale e le accuse rivolte ad alexandre de moraes
La nuova citazione in giudizio impone a Moraes un termine di 21 giorni per rispondere all’avviso ricevuto dal tribunale americano. L’accusa principale riguarda la presunta violazione delle normative statunitensi da parte del magistrato brasiliano, che avrebbe ordinato il blocco dei profili digitali delle società coinvolte sul territorio Usa. Secondo i querelanti, queste azioni configurerebbero una forma di censura illegittima che limita la libertà d’espressione e interferisce con le attività commerciali delle piattaforme.
Il caso trae origine dalle decisioni prese da Moraes nell’ambito del procedimento contro Jair Bolsonaro e altri soggetti coinvolti nella diffusione di notizie false o contenuti ritenuti dannosi dalla giustizia brasiliana. Le misure adottate hanno avuto ripercussioni dirette sulle operazioni delle piattaforme digitali come Rumble negli Stati Uniti, provocando contestazioni sul piano internazionale.
Tensioni diplomatiche tra stati uniti e brasile sul controllo dei contenuti online
Le controversie intorno alle decisioni del giudice sono emerse già nei mesi scorsi con segnali chiari dall’amministrazione americana guidata prima da Donald Trump e poi sostenuta da esponenti politici come Marco Rubio, segretario di Stato Usa a maggio 2025. Rubio aveva anticipato possibili sanzioni verso Moraes a causa delle sue scelte riguardanti la regolamentazione dei social network.
Queste tensioni riflettono uno scontro più ampio sulla gestione della libertà d’espressione nelle piattaforme digitali tra paesi con sistemi giuridici diversi. Gli Stati Uniti puntano a difendere le norme nazionali sulle comunicazioni elettroniche mentre il Brasile ha adottato provvedimenti severi contro ciò che definisce disinformazione o minacce all’ordine pubblico interno.
L’ordinanza su rumble e il caso allan dos santos
A febbraio 2025 Alexandre de Moraes aveva ordinato lo stop alle attività della piattaforma Rumble in Brasile dopo che questa si era rifiutata di ottemperare ad alcune disposizioni del tribunale brasiliano. Tra queste c’era la richiesta esplicita alla rimozione del profilo del giornalista Allan dos Santos.
Dos Santos vive negli Stati Uniti ed è considerato latitante dalla giustizia brasiliana dal 2021 nell’ambito dell’inchiesta sulle fake news collegata al processo contro Bolsonaro. La sospensione dell’attività digitale ha causato ulteriori attriti fra le autorità brasiliane e quelle americane oltre a sollevare dibattiti sull’estensione territoriale delle ordinanze giudiziarie relative ai contenuti online.
La complessità del diritto internazionale digitale
L’intervento diretto nelle funzioni operative delle società tecnologiche straniere rappresenta un tema delicatissimo nel diritto internazionale digitale ed evidenzia i limiti attuali nella gestione globale dei flussi informativi attraverso internet. “Questi casi mettono in luce la necessità di un coordinamento internazionale più efficace,” commentano esperti del settore digitale.
Ultimo aggiornamento il 8 Luglio 2025 da Luca Moretti