Rischi e posizionamento europeo nell’intelligenza artificiale generativa: focus su minori, donne e mercato

Andrea Ricci

16 Giugno 2025

L’intelligenza artificiale generativa sta cambiando molti aspetti della vita sociale ed economica, ma crea anche nuove vulnerabilità. Minori e donne appaiono le categorie più a rischio, come mostrato dal primo rapporto completo del Centro comune di ricerca UE. Accanto ai benefici, spiccano problemi di manipolazione, privacy e discriminazioni di genere. Il rapporto evidenzia inoltre il ruolo dell’Europa nel confronto globale con Stati Uniti e Cina, mettendo in luce punti di forza e fragilità delle attività europee.

I rischi dell’intelligenza artificiale generativa per minori e donne

Il Jrc ha indagato con attenzione gli effetti della GenAI su gruppi vulnerabili, in particolare su minori e donne. I bambini possono trarre vantaggio dalle applicazioni di intelligenza artificiale che favoriscono l’apprendimento personalizzato e supportano la creatività, specialmente coloro che soffrono di disabilità o incontrano barriere linguistiche. L’uso della GenAI in questi ambiti apre porte a modalità educative più inclusive.

Rischi legati alla disinformazione e privacy

Questi benefici, tuttavia, convivono con numerosi rischi. I minori, soprattutto perché ancora in fase di sviluppo cognitivo, risultano maggiormente suscettibili a messaggi ingannevoli o contenuti manipolativi generati dall’IA. Il Jrc evidenzia che la disinformazione può influenzare profondamente la formazione delle opinioni nei bambini, mettendo a repentaglio il loro sviluppo critico. La privacy rappresenta un altro tema spinoso: i dati personali raccolti attraverso queste tecnologie potrebbero essere utilizzati in modi non trasparenti, causando danni poco visibili nel tempo.

Le donne affrontano altre sfide legate alla GenAI, soprattutto nel mondo del lavoro. Gli algoritmi utilizzati per selezionare i candidati mostrano pregiudizi di genere che favoriscono uomini anche se le candidate hanno qualifiche simili. Questo effetto emerge tanto nei dati quanto in esperimenti pratici condotti dal Jrc, che ha rilevato un gap di circa 4% a favore degli uomini nei modelli di decisione finanziaria automatici. Questi risultati sono un’importante indicazione che i sistemi di IA riproducono e amplificano disuguaglianze sociali esistenti.

Posizione dell’UE nel mercato globale dell’intelligenza artificiale generativa

Sul fronte internazionale, l’Europa si colloca dietro Stati Uniti e Cina nell’ambito della GenAI sia dal punto di vista industriale sia tecnologico. Il report Jrc disegna un quadro in cui la Cina domina con il 60% delle attività globali, gli USA seguono con il 12% mentre l’UE resta ferma a un modesto 7%. Queste percentuali riguardano diversi indicatori come ricerca, brevetti, attività commerciali e investimenti nella tecnologia.

Disparità tra ricerca e innovazione pratica

Non a caso, la pubblicazione di studi scientifici evidenzia una situazione diversa: l’Europa produce il 21% delle ricerche mondiali sulla GenAI – più di 3.000 nel solo 2023 – posizionandosi come secondo produttore globale di contenuti accademici. Eppure questa forza nella base teorica non si traduce pienamente in innovazione pratica, come dimostra il fatto che i brevetti depositati da aziende e università europee coprono soltanto il 2% del totale mondiale.

L’accesso al capitale di rischio rappresenta un problema critico per le startup europee. Nonostante il numero crescente di imprese nuove che operano nel settore dell’IA generativa, molte faticano a trovare finanziamenti a livello paragonabile a quello delle controparti americane. Questo limite non permette di sfruttare appieno il potenziale competitivo e rischia di rallentare la crescita e l’espansione di tecnologie innovative in Europa.

Impatti sociali e sfide future nell’utilizzo della genai

Il rapporto del Jrc richiama attenzione anche sulle conseguenze sociali che l’intelligenza artificiale generativa può determinare. Tra queste spiccano la possibilità di diffondere pregiudizi sistemici e stereotipi, problematiche di privacy e la manipolazione dei dati in ambiti delicati come la finanza e l’istruzione.

L’esperimento che ha messo a confronto modelli di IA nel processo decisionale finanziario ha messo a nudo come i dati storici usati addestrino algoritmi a favorire un profilo specifico, quello maschile, penalizzando indirettamente altre categorie. Questo dimostra che la tecnologia non è neutra, ma riflette i pregiudizi insiti nei dati originali. Anche nei meccanismi di assunzione il rischio è concreto: la riproduzione di stereotipi genera disparità reali e tangibili.

Tutela dei minori e trasparenza nei sistemi di IA

Sul piano dell’educazione e dello sviluppo infantile serve un’attenzione particolare per evitare che i minori assorbano informazioni errate o limitate da sistemi di IA. Serve favorire soluzioni trasparenti, in grado di proteggere la privacy e promuovere inclusione effettiva. La sfida sarà gestire il fragile equilibrio tra innovazioni utili e nuove fonti di vulnerabilità.

Le evidenze del Jrc dicono che l’Europa può giocare un ruolo rilevante, ma serve più impegno nello sviluppo di tecnologie corrette e investimenti mirati. La partita sull’intelligenza artificiale generativa sarà determinante per il futuro economico e sociale in tutto il continente.

Ultimo aggiornamento il 16 Giugno 2025 da Andrea Ricci