Oggi l’intelligenza artificiale entra nella vita quotidiana di molti italiani, con metà della popolazione che ha sperimentato almeno una volta strumenti come chatgpt. Un’indagine condotta dall’istituto piepoli per l’Unione per la Difesa dei Consumatori ha fatto emergere dati sul livello di utilizzo, la fiducia e i timori legati all’ia. L’indagine si è svolta tra il 26 e il 28 maggio 2025, coinvolgendo oltre 500 persone rappresentative della popolazione italiana.
Uso dell’intelligenza artificiale: chi e quanto la utilizza
L’indagine rivela che il 49% degli italiani ha utilizzato almeno una volta un sistema basato sull’intelligenza artificiale come chatgpt. Tra i giovani tra i 18 e i 34 anni, otto su dieci hanno avuto a che fare con questa tecnologia. La percentuale scende al 57% nella fascia dagli 35 ai 54 anni, per arrivare al 26% tra gli over 54. Un dato interessante riguarda la frequenza: il 43% del campione la usa più volte alla settimana.
Attività principali svolte con l’ia
La principale attività svolta con l’aiuto dell’intelligenza artificiale riguarda la ricerca di informazioni: il 62% degli intervistati dichiara di servirsi dell’ia per questo motivo. Tra le persone più anziane questa usanza arriva addirittura al 79%. La ricerca spazia da questioni pratiche a curiosità più ampie, usando l’intelligenza artificiale come uno strumento per velocizzare risposte o approfondire argomenti.
La fiducia degli italiani verso le risposte dell’intelligenza artificiale
Il rapporto con le risposte fornite dai sistemi di intelligenza artificiale è caratterizzato da un livello di fiducia variabile. L’11% degli italiani dice di fidarsi sempre delle risposte, mentre il 43% si fida spesso. Un’altra fetta di popolazione ritiene attendibili solo alcune risposte, mentre una minima minoranza dichiara di non fidarsi mai.
Utilità percepita e problematiche
In generale, il 22% degli intervistati ritiene gli strumenti di intelligenza artificiale utili, mentre un 57% li giudica abbastanza utili. Solo il 14% segnala problemi, come errori nelle risposte o informazioni errate. Questo dato varia tra le fasce d’età: solo il 7% degli over 54 ha avuto problemi, contro il 35% dei più giovani under 35. La maggioranza, il 74%, riferisce di non aver mai riscontrato difficoltà o inconvenienti usando l’intelligenza artificiale.
Principali preoccupazioni e timori legati all’uso dell’intelligenza artificiale
Non mancano però i timori in relazione ai possibili rischi che l’intelligenza artificiale porta con sé. Il 44% degli italiani teme un impatto sull’occupazione, temendo cioè la sostituzione del lavoro umano da parte dei sistemi automatizzati. La diffusione di errori o informazioni sbagliate preoccupa il 38%, così come la possibilità di manipolazioni, propaganda o comunicazioni fuorvianti.
Un altro tema delicato riguarda la privacy: il 35% esprime preoccupazioni per eventuali violazioni dei dati personali in mano all’intelligenza artificiale. Il rischio di dipendenza psicologica è stato indicato dal 27% del campione. Questi timori emergono in un contesto in cui, come sottolinea martina donini, presidente nazionale di udicon, la fiducia nasce da trasparenza, regole chiare e controlli rigorosi.
Riluttanza nell’affidare all’intelligenza artificiale operazioni sensibili
L’indagine mette in luce come una parte consistente degli italiani non si senta serena nell’affidare operazioni delicate all’intelligenza artificiale. Il 61% degli intervistati non considera affidabili i sistemi per gestire dati bancari o per effettuare acquisti online. Questi numeri indicano un gap tra la conoscenza della tecnologia e la fiducia nei suoi usi più critici.
Commento di martina donini
martina donini commenta che, pur essendo familiari con l’intelligenza artificiale, molti cittadini la percepiscono ancora come una realtà difficile da controllare. L’efficienza tecnologica da sola non basta. La sicurezza e la responsabilità nelle regole di impiego di questi strumenti devono fare da base per una diffusione più serena e meno timorosa dell’intelligenza artificiale.
L’indagine dell’istituto piepoli conferma come l’intelligenza artificiale si stia radicando nella quotidianità di milioni di italiani. Le differenze nelle fasce di età e nei livelli di accettazione mostrano un percorso di adattamento ancora in corso, segnato da fiducia ma anche da molte riserve.