Il mercato del credito in Italia affronta un momento di incertezza, segnato da tensioni geopolitiche e dazi che pesano su imprese e consumatori. Anche se i tassi d’interesse continuano a calare, la diffusione dei prestiti completamente digitali resta molto contenuta. L’attenzione si concentra sulle piccole aziende e sulle nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale, considerate chiavi per superare le difficoltà attuali.
Il contesto economico e le tensioni internazionali che influenzano il credito
L’instabilità geopolitica globale ha aggravato una situazione già fragile per il sistema creditizio italiano. Le minacce di nuovi dazi doganali dagli Stati Uniti hanno alimentato la sfiducia tra imprenditori e consumatori, frenando gli investimenti e rallentando i finanziamenti. In questo quadro, Bankitalia conferma una leggera ripresa dei prestiti soprattutto verso le piccole medie imprese , anche se con cautela.
Le condizioni offerte dalle banche mostrano segni di miglioramento ma rimangono prudenti soprattutto per le microimprese manifatturiere. Queste ultime non hanno beneficiato appieno del taglio dei tassi deciso dalla BCE, a differenza delle grandi aziende più strutturate. Il ciclo ribassista sui tassi potrebbe fermarsi nelle prossime riunioni della banca centrale europea: l’obiettivo inflazione al 2% è vicino ed è possibile che si torni a politiche monetarie meno espansive.
La combinazione di fattori esterni rende difficile prevedere con precisione l’evoluzione del mercato del credito nei prossimi mesi. Le microimprese rischiano di restare escluse dal circuito finanziario senza interventi pubblici o strumenti capaci di ridurre i rischi percepiti dagli istituti bancari.
Intelligenza artificiale e digitalizzazione nel settore creditizio: opportunità ancora limitate
Nonostante gli investimenti crescenti nell’intelligenza artificiale all’interno degli istituti bancari italiani, i risultati sul fronte dei prestiti full digital sono ancora modesti. AbiLab segnala un aumento delle risorse dedicate all’IT per ottimizzare processi interni, migliorare il servizio clienti ed adeguarsi alle normative sulla sicurezza informatica come DORA.
L’introduzione dell’IA potrebbe aiutare a ridurre le asimmetrie informative tra banche e piccoli imprenditori meno trasparenti o più rischiosi dal punto di vista finanziario. Standardizzare la reportistica attraverso strumenti digitalizzati consentirebbe alle PMI marginalizzate di rientrare nel circuito creditizio evitando costosi ostacoli burocratici.
Tuttavia secondo dati recentissimi solo circa l’8% dei prestiti retail viene erogato completamente online mentre quelli corporate sono sotto l’1%. Questo indica ampi margini per sviluppare servizi digitalizzati ma anche resistenze culturali o strutturali che rallentano questa evoluzione tecnologica nel settore bancario italiano.
Famiglie italiane tornano ad indebitarsi spingendo il mercato immobiliare
Diverso lo scenario sul fronte famiglia dove si registra una ripresa decisa della domanda mutui soprattutto per acquistare casa dopo anni difficili dovuti alla pandemia prima ed al caro prezzi poi. La crescita degli affitti brevi sta riducendo la disponibilità abitativa sul mercato tradizionale favorendo un aumento delle quotazioni immobiliari in molte città italiane.
Tempi rapidi nelle trattative immobiliari accompagnati da scontistiche quasi inesistenti evidenziano una forte pressione sulla domanda abitativa sostenuta dai mutui ipotecari sempre più richiesti anche sotto forma di surroghe cioè rifinanziamenti con condizioni migliori rispetto ai precedenti contratti.
Gli italiani sembrano preoccupati più dall’aumento costante del valore degli immobili piuttosto che dai costi associati ai finanziamenti necessari ad acquistarli; inoltre ricorrono poco all’autofinanziamento completo preferendo appoggiarsi al credito bancario pur nei limiti imposti dalle banche stesse riguardo alla capacità reddituale richiesta ai richiedenti mutuo.
Stato patrimoniale delle banche italiane davanti a possibili aumenti crediti deteriorati
Secondo Bankitalia, l’apparato bancario nazionale appare solido abbastanza da reggere eventuale crescita nei crediti deteriorati derivanti dalla crisi economica internazionale. Gli indicatori patrimonializzazione superano la media europea garantendo margini sufficientemente rassicuranti agli investitori.
Anche gli istituti territorialmente più piccoli mantengono livelli soddisfacenti nella redditività misurata attorno all’8%, indice positivo considerando lo scenario complesso attuale. Per avere indicazioni precise sull’impatto reale della situazione economica sui bilanci sarà necessario attendere i risultati semestrali delle principali banche, previsti entro poche settimane.
Questa fase delicata mette dunque sotto osservazione sia la capacità degli enti creditizi italiani sia quella delle imprese, specie quelle più vulnerabili, di adattarsi alle nuove condizioni macroeconomiche senza perdere accesso fondamentale al capitale.