Nuove ricerche rivelano come l’interazione con i chatbot AI possa aumentare la solitudine

Due studi del MIT Media Lab e di OpenAI rivelano che l’uso crescente di ChatGPT può generare sentimenti di solitudine e malinconia, influenzando negativamente la socializzazione degli utenti nel 2025.
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Nuove ricerche rivelano come l'interazione con i chatbot AI possa aumentare la solitudine - unita.tv

L’uso crescente di chatbot AI come ChatGPT ha sollevato interrogativi sul loro impatto emotivo sugli utenti. Due studi recenti condotti da OpenAI e dal MIT Media Lab hanno messo in luce come l’interazione con queste tecnologie possa generare sentimenti di solitudine e malinconia. Queste ricerche, sebbene ancora in fase di revisione, offrono spunti significativi su come le persone si relazionano con l’intelligenza artificiale.

L’impatto delle interazioni con i chatbot

Il primo studio, realizzato dal MIT, ha analizzato un vasto campione di 40 milioni di interazioni tra utenti e ChatGPT. I risultati hanno rivelato che le modalità di interazione con il chatbot possono influenzare negativamente la socializzazione degli individui. In particolare, è emerso che le persone che mostrano maggiore empatia tendono a sviluppare una dipendenza dalla comunicazione con il chatbot. Questo fenomeno è paradossale: gli argomenti generali, piuttosto che quelli personali, sembrano alimentare maggiormente questa dipendenza.

La ricerca ha evidenziato come la continua interazione con ChatGPT possa portare a una diminuzione delle interazioni sociali reali. Gli utenti più empatici, in particolare, si sono dimostrati più inclini a cercare conforto nelle conversazioni con il chatbot, il che potrebbe suggerire che l’AI sta diventando una sorta di sostituto per le relazioni umane.

L’esperimento di OpenAI e le sue scoperte

Parallelamente, lo studio condotto da OpenAI ha esaminato le interazioni tra utenti e ChatGPT, concentrandosi su un gruppo di utenti assidui della modalità vocale avanzata. I risultati hanno mostrato che le interazioni emotivamente espressive erano prevalenti solo in un numero ristretto di casi. Questo porta a riflettere su come le tecnologie vocali, simili a quelle rappresentate nel film “Her“, possano influenzare le dinamiche relazionali.

OpenAI ha cercato di minimizzare le preoccupazioni emerse dai risultati, ma la presenza di sentimenti di solitudine tra gli utenti è un aspetto che non può essere ignorato. Le ricerche, pur essendo interessanti, presentano alcune limitazioni, come la mancanza di gruppi di controllo e la brevità del periodo di osservazione.

Limitazioni e considerazioni future

Entrambi gli studi, sebbene promettenti, devono ancora affrontare il processo di peer-review, il che significa che i risultati devono essere considerati con cautela. La mancanza di un confronto diretto tra gruppi di utenti che interagiscono con i chatbot e quelli che non lo fanno rappresenta una lacuna significativa. Inoltre, il breve periodo di osservazione limita la possibilità di trarre conclusioni definitive.

Questi studi pongono interrogativi importanti sul futuro dell’interazione tra esseri umani e intelligenza artificiale. Con l’evoluzione delle tecnologie, sarà fondamentale monitorare come queste interazioni influenzano il benessere emotivo degli utenti e quali strategie possono essere adottate per mitigare gli effetti negativi.