L’ospedale San Bortolo di Vicenza ha appena inaugurato una nuova risonanza magnetica 3 Tesla, un macchinario all’avanguardia che promette di migliorare significativamente la qualità delle diagnosi. L’apparecchiatura, finanziata in parte con fondi PNRR e in parte dall’azienda sanitaria locale, rappresenta un passo avanti importante per la struttura sanitaria vicentina. Questo investimento si inserisce nel più ampio impegno della regione Veneto verso l’ammodernamento tecnologico degli ospedali pubblici.
Caratteristiche tecniche e finanziamento della nuova risonanza magnetica
La nuova risonanza magnetica installata al San Bortolo ha un valore complessivo di circa 1 milione e 690 mila euro. Di questa somma, quasi un milione è stato coperto da fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza , mentre il resto è stato messo a disposizione direttamente dall’Ulss Berica tramite risorse proprie. Il dispositivo sostituisce quello precedente mantenendo lo stesso livello tecnologico ma introducendo diverse innovazioni che migliorano l’esperienza sia per i pazienti sia per gli operatori sanitari.
Qualità delle immagini e applicazioni cliniche
Il macchinario appartiene alla categoria delle risonanze ad alto campo ed è progettato per offrire immagini molto più nitide rispetto ai modelli tradizionali. Questa caratteristica consente ai medici una lettura più precisa delle patologie neurologiche, oncologiche o cardiologiche senza ricorrere a procedure invasive o lunghe attese.
Impatto sulla diagnostica clinica secondo le autorità regionali e locali
Manuela Lanzarin, assessore regionale alla sanità del Veneto, ha sottolineato come questo tipo di tecnologia favorisca diagnosi precoci ed efficaci nelle fasi iniziali delle malattie. Ha evidenziato anche l’importanza dell’apparecchiatura nella cura dei pazienti pediatrici: grazie a esami meno invasivi si riduce lo stress legato alle procedure mediche nei bambini.
L’assessore ha ricordato inoltre che ogni anno la Regione destina circa 70 milioni dal Fondo sanitario regionale al rinnovo degli strumenti medicali negli ospedali veneti. Solo nell’ambito dell’Ulss Berica sono stati investiti oltre otto milioni tra fondi PNRR e regionali su nuove apparecchiature come Tac, mammografi, acceleratori lineari oltre alla recente acquisizione della risonanza magnetica.
Opinioni degli esperti sull’evoluzione tecnologica introdotta dalla nuova apparecchiatura
Patrizia Simionato direttore generale dell’Ulss 8 Berica definisce questa installazione “un salto generazionale” nella diagnostica per immagini perché porta notevoli miglioramenti rispetto ai dispositivi precedenti sotto diversi aspetti tecnici ed operativi.
Simionato mette in evidenza anche il contributo economico diretto dell’Azienda sanitaria che ha investito oltre settecentomila euro aggiuntivi rispetto ai fondi stanziati dal PNRR; ciò dimostra una volontà concreta nel potenziare le dotazioni strumentali senza attendere esclusivamente risorse esterne.
Contributo finanziario e strategia aziendale
Il diretto investimento da parte dell’Azienda sanitaria sottolinea l’impegno concreto nel miglioramento tecnologico al di là delle risorse statali, valore aggiunto essenziale per lo sviluppo del reparto diagnostico.
Vantaggi clinici specifici illustrati dal dipartimento neuroscienze ulss berica
Il dottor Giuseppe Iannucci, responsabile del Dipartimento Neuroscienze, spiega come questa macchina permetta esami più rapidi con immagini dettagliate ad alta definizione capaci di rilevare lesioni anche inferiori al millimetro soprattutto nell’ambito neuroradiologico.
Inoltre garantisce analisi approfondite non solo per patologie neurologiche ma anche oncologiche, cardiache e pediatriche grazie a funzioni avanzate quali la visualizzazione tridimensionale dei tessuti studiati durante gli accertamenti specialistici.
Questi progressi contribuiscono a velocizzare i tempi necessari agli esami riducendo così il disagio percepito dai pazienti durante le procedure diagnostiche complesse spesso lunghe o difficili da sostenere specie nei casi pediatrici o fragili.
Ruolo dell’intelligenza artificiale nella nuova tecnologia diagnostica
Tra le novità principali spicca l’integrazione con sistemi basati sull’intelligenza artificiale capaci di elaborare le immagini raccolte migliorandone nitidezza e dettaglio visivo ma soprattutto riducendo i tempi necessari all’acquisizione dati fino al venticinque percento meno rispetto alle apparecchiature precedenti.
Questa caratteristica consente non solo una qualità superiore nelle diagnosi ma rende gli esami meno pesanti specialmente quando serve sedazione minima, caso frequente nei piccoli pazienti. La durata inferiore limita quindi stress fisico ed emotivo associati agli accertamenti radiologici, favorendo condizioni migliori durante tutto il percorso sanitario pediatrico.
La presenza sul territorio veneto – nello specifico presso l’ospedale San Bortolo – di tale strumentazione conferma attenzione crescente verso soluzioni tecnicamente avanzate capaci di supportare medici specialisti nelle valutazioni cliniche quotidiane.